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domenica 9 marzo 2014

Marcello Faranna

MARCELLO FARANNA – Abbaddarò
Mentalchemy Records / Autoproduzione
Genere : Cantautore/Progressive Rock
Supporto: cd – 2014



Dalla Sicilia una nuova conoscenza musicale, almeno per chi vi scrive, il cantautore e polistrumentista (tastiere e chitarra) Marcello Faranna che si mette in luce per questo esordio dal titolo “Abbaddarò”.
Tengo in primis a sottolineare che a mio avviso chi riesce ad unire il cantautorato con delle intenzioni Progressive, è senza dubbio un autore quantomeno ispirato ed amante della musica in senso generale. Risultare semplici con la voglia di contraddistinguersi, non è di certo cosa da tutti i giorni, un territorio quantomeno impervio ma che comunque a volte riesce a dare grandi soddisfazioni (Lolli, Bubbola, Rocchi, Bibbò, Finardi, Battiato, Ruggeri e molti altri ancora).
Il disco si presenta con dodici tracce ed una buona qualità di registrazione.
Il lavoro si apre con un intro sinfonico carico e toccante dal titolo “Preludio”, già dalle prime intenzioni si capisce una delle armi di Faranna, quella di saper comporre melodie intelligenti e ruffiane. Sembra di respirare gli anni ’70, quel velo che resta posato nella mente di chi come me ha vissuto quel periodo ricco di uscite in ambito italiano.
Giunge immediatamente il folklore della Sicilia ed il calore del sole con la title track “Abbaddarò”, una canzone  che mette in evidenza la voce di Faranna, impossibile non accostarla a quella di Enrico Ruggeri. La breve e dolce “Tra Un Po Sarò Là” voce, piano e violino, ci accompagna a “Stelle Di Cartone”, brano vigoroso e supportato da una buona ritmica, quella di Danilo Spinoso alla batteria.  Tutte le canzoni sono orecchiabili e potenziali hit dell’album, a testimonianza della caratura della proposta. Il polistrumentista si fa accompagnare anche da Simone Campione alla chitarra, basso e cori, Dario Di Matteo alla programmazione ed orchestrazioni, Angelo Spadafora al violino solista e da Fatima Lo Verde voce in “Quale Amore”. Proprio questo brano ci presenta un Faranna più complesso ed ispirato, un mix fra Matia Bazar e la sinfonia Rock del periodo anni ’70 italiano. E a proposito di Rock, ecco un esempio di vigorosità legata alla melodia, un connubio che funziona sempre, anche in tempi moderni, “Qualcosa Mi Dice” è il titolo.
“La Ballata Del Barcone Insanguinato” voce e chitarra, porta alla mente inevitabilmente il De Andrè  delle filastrocche, ma Faranna è se stesso, non di certo ne fa il verso.
Segnalo anche “Ho visto Un Uomo”, brano semplice e diretto ed il conclusivo “La Porta Del Futuro” che chiude il cerchio del Preludio.

Un prodotto poliedrico, ricco di sonorità e fluido, molto fluido, grazie a ritornelli indovinati ed arrangiamenti importanti. Un artista da ricercare, non può restare nell’indifferenza, non capita spesso di imbattersi in un prodotto del genere, professionale e pulito. Cercatelo e poi mi direte. (MS)

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