LAZZARA
SALVO , PIETROPAOLI LUCA , GUIDONI DAVIDE – Imperfetta Solitudine
Zone
Di Musica
Genere:
Jazz Fusion
Supporto:
cd – 2013
L’ex chitarrista dei Germinale, Salvo Lazzara, torna
all’attenzione del pubblico dopo due anni da “Materia E Memoria”, questa volta
con l’ausilio di Luca Pietropaoli alla tromba e del noto percussionista in
ambito Prog, Davide Guidoni (Daal).
Con “Imperfetta Solitudine” giunge al quarto lavoro
da studio ed in esso c’è la naturale evoluzione della sua musica che comunque
segue un filone narrativo ben preciso. La Jazz Fusion che da sempre ha
caratterizzato il percorso post Germinale, ossia Pensiero Nomade, qui diviene
più personale, al limite del cameristico e del suono minimale. La fusione di
differenti esperienze musicali, porta al suono della cultura acustica ed
espressività mediterranea. I punti di riferimento a cui Lazzara rivolge uno
sguardo provengono da artisti come Oregon, David Sylvian, Terye Rypdal e Steve
Tibbetts. La confezione cartonata custodisce questo cd suddiviso in undici
tracce, sotto la produzione stessa del chitarrista e di Luca Pietropaoli.
Carezzevole e meditativo è “Barcarola”, il brano che
apre il viaggio fatto di sensazioni e di immagini semplici ma forti. Quasi un
motivo cinematografico. In molte occasioni il pensiero si rivolge agli anni ’70
e a qualche passaggio in stile Perigeo od Agorà. Mi capita con “Cerchi
D’Acqua”, “Danza Notturna” e con il 70% dell’intero lavoro. Malinconia
riflessiva fra le note di “Calce E Carbone”, con chitarra acustica e tromba.
“Tournesol” invece percorre un sentiero conosciuto da chi vive la musica
mediterranea, una sorta di World fra ritmi ed arpeggi. Da sottolineare la buona
qualità sonora delle registrazioni che va ad amplificare la bontà dei suoni
minimali proposti dal trio.
Non esulano ricerche strutturali come nell’eco di
“Prima Dell’Estate”, un movimento fra Jazz e Psichedelia. E proprio a proposito
di mediterraneità, non poteva che venire incontro un titolo come “Scirocco”. La
title track è per chi scrive uno dei momenti più importanti dell’opera, le note
della chitarra vengono quasi ragionate, o per meglio dire….ponderate, un poco
come usava fare Steve Hackett nei Genesis. Da ascoltare ad occhi chiusi.
Clarissa Botsford è la voce narrante in “Sensitive”,
composizione eterea e sperimentale che va fuori da ogni logica comportamentale
di una canzone per come la si intende generalmente. Chiude “Verso Casa”,
sofisticata ed impalpabile.
Pensiero Nomade vaga nella nostra mente e nell’aria
che ci circonda, quando lo stereo sciolina le note delicate di questa musica
rivolta ad un pubblico non solo attento, ma anche competente. Discone! (MS)
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