Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

giovedì 17 ottobre 2013

Amaze Knight

AMAZE KNIGHT – The Key
Autoproduzione
Genere: Metal Prog
Supporto: MP3 – 2012


Con la collaborazione di Roberto Maccagno nella produzione , veniamo alla conoscenza di una nuova realtà Metal Prog italiana, questa volta proveniente da Torino, gli Amaze Knight.  Sono un quartetto composto da Fabrizio Aseglio (voce), Christian Dimasi (chitarra), Michele Scotti (batteria), Matteo Cerantola (basso) e coadiuvato dalle tastiere di Max Tempia.
Con “The Key”, concept album formato da cinque tracce, debuttano  nel mondo Metal  Prog, quello inevitabilmente contrassegnato dalle fughe strumentali e dai picchi vocali dei Dream Theater.
Aseglio ben si destreggia al microfono,  in realtà tutta la band viaggia a buoni livelli, basta ascoltare gli assolo fugaci della chitarra, oppure l’intesa ritmica e la presenza non invasiva ma fondamentale delle tastiere.
“Imprisoned (Shadows Past)” è una canzone di dieci minuti che mette in evidenza la capacità di scrittura della band, in essa risiedono tutti gli ingredienti che fanno del Metal Prog un genere variegato e comunque allo stesso tempo legato a certi antichi stilemi. Chi lo segue vuole comunque ascoltare questo, ossia passaggi tecnici, fughe, cambi di ritmo, controtempi etc. etc. e qui c’è di che ascoltare. Quello che personalmente mi ha convinto è l’approccio alla melodia, ossia l’attenzione alla memorizzazione facile di certi passaggi musicali, coadiuvato da un giusto equilibrio fra tecnica (non invasiva) e melodia.
“Restless Soul” lo conferma, attira l’ascoltatore fra le proprie spire, prima ammaliandolo per poi stritolarlo.
L’inizio arpeggiato di “Hartless” lascia presagire un altro momento emotivo di grande impatto, fra bacio e schiaffo, quello che poi in definitiva si verifica nel suo percorso, una ballata in crescendo con l’apice nell’ assolo di chitarra bellissimo per intensità.
I giochi cambiano in “Liberation (The Reflection)” e non solo teatro dei sogni, personalmente  scorgo all’inizio del brano anche i Queensryche più intimistici. Melodie dirette ed efficaci, anche se inflazionate.
“The Key” è chiuso dalla fantastica “Liberation” (A New Day)”, accolta dal piano di Tempia e dai suoi classicismi, uno sforzo compositivo ed emotivo che da solo vale l’acquisto del prodotto. Ribadisco il concetto dei Queensryche e dei DreamTheater, grazie anche alla similitudine vocale.

Quindi questo è un debutto che certamente non lascia indifferenti, di sicuro si avvertono le capacità e le potenzialità della band che viaggia all’unisono con buona compattezza.  Per quello che concerne i difetti  sono due i punti da smussare, una migliore qualità sonora (è registrato bene, ma il tutto risulta troppo ovattato) e l’inevitabile necessità di staccarsi un poco dagli stereotipi del genere. Per il resto….solo applausi! (MS)

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