TRAUMHAUS – Das Geheimnis
Progressive Promotion Records
Genere:
Progressive Rock
Supporto:
cd – 2013
Quando nel 2013 un disco incomincia con il Mellotron
e con una chitarra alla Steve Hackett, già ha detto tutto al Prog fans. Sembra
che il tempo non voglia mai passare, così non esiste rassegnazione
nell’apparente torpore del genere. Ancora fermento dunque attorno al Prog ed
ascoltare il tastierista cantante Alexander Weyland proporsi come un Gabriel
che canta in tedesco, fa intendere che l’interesse in verità non è mai scemato.
Fra alti e bassi il Prog cammina e a volte come nel caso dei Traumhaus, è una
vera macchina del tempo.
Sono trascorsi cinque anni dall’uscita del
precedente “Die Andere Seite” ed il viaggio prosegue con l’ausilio dello
special guest Jimmy Keegan (Spock’s Beard, Santana) alla batteria. Tastiere in
cattedra, vero leitmotiv dell’intero lavoro quelle di Alexander e comunque
l’insieme dimostra amalgama ed intesa. Tobias Hampl (chitarra), Sebastian Klein
(basso) e Stefan Hopf (batteria e Loops) traghettano la band in meandri anni
’70 con personalità e sicurezza.
Disco Prog a tutti gli effetti, per questo non
esulano le lunghe suite, come nel caso di “Das Vermachtnis” con i suoi
ventisette minuti e “Das Geheimnis Teil 2” con quasi tredici. L’assolo di
chitarra nella lunga suite mi fa viaggiare ad occhi chiusi, come raramente oggi
capita di fare. Musica piena, suoni ovunque sempre grazie al lavoro delle
tastiere. Possono mancare i cambi di tempo ed umorali? Certamente no e questo
accompagna l’ascolto con saggezza e professionalità. Questo ultimo termine
raramente lo colloco in una recensione, perché negli ultimi anni poche sono
state le occasioni per poterlo fare. Detto questo vorrei comunque chiarire che
“Das Geheimnis” non è un capolavoro, ma un disco perfetto per il Prog fans DOC,
per il nostalgico ascoltatore che cerca Mellotron e quant’altro il genere ha
elargito negli anni. Non tutti gli ascoltatori di Rock sono disposti ad una
scorpacciata del genere, questo è inevitabile.
Un ampia boccata di respiro si prende con “Wohin Der
Wind Dich Trägt”, atmosfere pacate e leggere che denotano un velo di nostalgia,
come quella rappresentata nel curato artwork di Günther Schneider. Qui tornano
alla memoria alcuni passaggi in stile Anekdoten, un crescendo emotivo che
comunque non lascia di certo indifferenti.
Puntata nel Metal Prog con “Frei”, non in maniera
del tutto pesante come distorsione vorrebbe, ma soltanto di supporto alla
ritmica. Meno tastiere e più chitarra. “Das Geheimnis Teil 2” chiude l’album
emozionando fra passato e presente.
I Traumhaus, supportati da una buona produzione, non
lasciano indifferenti, colpiscono anche le anime gotiche e piacciono
soprattutto a chi segue i Discipline di Matthew Parmenter. Un album che ha un
ulteriore pregio che mi sento di rimarcare, acquisisce piacere ad ogni ascolto
aggiunto, sinonimo di buona fantasia, quella che deve lavorare quando si
accende lo stereo per ascoltare la musica…la nostra amata musica! (MS)
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