ANGELS AND DEMONS – Power Fusion
SG Records
Genere: Hard Prog / Virtuoso
Supporto: cd – 2013
Esordio discografico per il Power trio del virtuoso
chitarrista Alex Stornello, presidente della scuola internazionale Modern Music
Institute.
Una proposta musicale rivolta ai più esigenti ascoltatori di
Rock e a tutto quello che si aggira attorno al significato del termine Prog,
ossia innesto sonoro fra differenti generi musicali. Infatti è la Fusion che in
questo caso si mescola con il Jazz e dell’Heavy Rock, per un risultato finale
altamente coinvolgente. Assieme a Stornello suonano Giorgio “JT” Terenziani al
basso e Paolo Caridi (Arthemis, Killing Touch e Michele Luppi Band) alla
batteria, ma anche special guest, Andrea Goldoni alle tastiere ed il cantante
Gianbattista Manenti.
“Power Fusion” (titolo azzeccatissimo) è suddiviso in dieci
tracce e si apre con “Angels & Demons”, quasi sei minuti in cui il trio
scannerizza il proprio DNA, mettendo in luce la tecnica ed il gusto per la
melodia. Alcuni potranno paragonare questo modus operandi a quello dei Liquid
Tension Experiment, in realtà gli Angels And Demons danno meno risalto alle
improbabili fughe strumentali al limite del logorroico, concentrandosi più
sulla melodia , concedendosi solo di tanto in tanto una bella corsa sullo
strumento. Ovviamente la chitarra la fa da padrona, notevolmente anche
nell’assolo della successiva strumentale “When Money Talks Bullshit Walks”.
Sale in cattedra il basso di JT in “Traffic Jam”, il ritmo
aumenta e cambia nel corso dei quasi otto minuti, uno dei momenti più
interessanti dell’album. Cascate di note fuoriescono dal pentagramma di
Stornello.
Curiosamente si incontrano due brani che si ripetono in
versioni differenti, strumentale e vocale, questi sono “The Riddle” e “Clare Is
Gone”. La bella voce di Manenti è ottima interprete anche a carattere emotivo
oltre che fonetico. Hard Rock più accessibile in “Clare Is Gone”, sicuramente
piacerà anche ai fans dell’AOR. Più sostenuta e variegata “The Riddle” e qui il
ruolo di Caridi è valorizzato, preciso e tecnico dietro alle pelli. Quando
invece ascoltate “The Clarinet’s Pain” immaginate gli UZEB più Heavy. Con “No
Blues” si scopre il lato delicato del trio, pur non essendo una ballata nel
puro senso del termine.
Questo è “Power Fusion”, un esordio fresco ed accattivante,
uno stile che mette in luce anche la classe, quella di tre strumentisti che
conoscono approfonditamente la musica. MS
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