CATAFALCHI DEL CYBER – Benediktus Und Vobis Quoque Catafalcus Est Tu
Autoproduzione
Distribuzione Italiana: Ma. Ra. Cash Records
Genere: Avantgarde
Supporto: cd – 2011
Cristiano Roversi, produttore di questo nuovo progetto, è il tastierista dei Moogarden e dei Mangala Vallis, dove partecipa alla voce anche Bernardo Lanzetti (ex PFM). Cristiano si diverte a punzecchiare il Prog tirandolo persino per i capelli, sbeffeggiandolo si, ma con il dovuto rispetto. Infatti dalle note del progetto fuoriescono le numerosissime influenze che hanno forgiato la personalità della band. Impossibile nominarle tutte, però credetemi se vi dico che la cultura degli strumentisti è non solo elevata, ma anche variegata, infatti il Prog nordico si scontra con il classico inglese ed italiano fino a tracciare solchi nel Metal e nel Pop.
I Catafalchi Del Cyber si formano nel 2003 durante il concerto dei King Crimson a Verona. La band è composta oltre che dall’IMPERATORE Roversi, da il PRESTIGIOSO Matteo Bertolini (basso), L’ARANCIONE Mirco Ravenoldi (voce tastiere e chitarra) ed ERSIKER ANAMAN alla batteria.
Non prediligono la sede live, evento alquanto raro per loro, bensì si concentrano sulla musica da studio, portandoli a questo “Benediktus Und Vobis Quoque Catafalcus Est Tu”, dove lo schernire e l’ironia si alternano magistralmente in una musica coraggiosa e sincera. Geniale la possibilità di poter gestire il front cover del cd tramite una rotella, qui l’acquirente si può divertire a suo piacimento a cambiare l’artwork. Tuttavia il pubblico è più colpito dalla musica, non proprio scontata ed allo stesso tempo non estremamente sperimentale, altrettanto stili e sonorità.
L’impatto iniziale del brano “E Adesso Facciamo I Soldi” riporta tecnica e comunque la semplice voglia di emozionare. Cambi di tempo si alternano ad una matrice melodica non sempre scontata, dove soventemente è la ritmica a tenerla saldamente per mano. Emozionanti le fughe di tastiera. “Benediktus” racchiude nella sua musica un fare ironico, ma strumentalmente organizzato in maniera conscia, così che l’ascoltatore resta colpito dall’insieme. La ritmica è fondamentale per l’andamento sonoro dei Catafalchi, spesso incalzante quasi in stile King Crimson. Come in “Dark Deglutatiuon”, dove il suono insistente ed a tratti nervoso ricorda molto da vicino quello di Fripp e soci, così il mellotron. “Ocean” è un frammento più psichedelico, mentre “Carabinieri” è d’avanguardia e di ricerca strutturale e sonora. “Metanolo” è uno dei brani più Progressive del disco, nel senso classico del termine, ben amalgamato e fluido. Uno dei più riusciti ed intriganti dell’intero album è la conclusiva “Ipercomunismo Postalieno III”, con King Crimson ancora una volta in evidenza.
Ma questi CDC, sono davvero ironici? Non lo sono? Prendono in giro il Prog, genere con il quale nessuno tenta di scherzare in quanto considerato assolutamente dotto e di nicchia? Pazzia o ragione? Non mi interessa, io mi sono divertito ad ascoltare questo album, il quale è ricco di spunti interessanti, pur capendo che potrebbe non piacere a tutti. L’avanguardia prende un passaggio dal Prog per andare verso nuovi lidi. Consigliato l’ascolto preventivo. (MS)
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