MAGIC PIE – Maestro
Karisma Records
Genere: Symphonic Prog
Supporto: cd / lp / Bandcamp - 2025
I
norvegesi Magic Pie hanno saputo ritagliarsi nel tempo un pubblico di tutto
rispetto, grazie a cinque album di buon livello. Oggi ci propongono la loro
sesta fatica dal titolo italiano di “Maestro”.
Si
formano nel 2001 grazie a sei musicisti esperti di Moss e Fredrikstad, due
città nella contea sud-orientale di Østfold in Norvegia. Il mix sonoro proposto
ha da sempre influenze Genesis, EL&P, e molto di quello che gira attorno a
questo sistema, tanto da poterli riassumere in una sorta di Spock’s Beard nordici.
A differenza di molte band norvegesi, generalmente nella musica proposta non
aleggiano atmosfere malinconiche o cupe, tutt’altro, Il Progressive Rock
proposto gode di passaggi allegri e tecnicamente elevati. Una delle carte
vincenti per il loro successo deriva sicuramente dalle composizioni che lasciano
spazio a melodie gradevoli, spesso da cantare con la band stessa, cosa che nel
Prog non spesso accade.
Mi
ricordo nel 2005, quando uscì il debutto intitolato “Motions Of Desire”, restai
così colpito da cercarne anche il vinile, questo per sottolineare il piacere
che ho avuto nell’ascoltare quelle note in bilico fra presente e passato. Le
suite ci sono, tastiere e sinfonismo pure, assolo di chitarra, controtempi…
Insomma, tutto quello che fa del Prog un credo, qui è contenuto con grazia ed eleganza.
Come ho detto, nella mia mente li associai agli americani Spock’s Beard periodo
Neal Morse, oppure Transatlantic, anche se in realtà il discorso è più ampio,
se vogliamo possiamo aggiungere anche The Flower King, ma credo di aver già
espresso bene il concetto di base.
Seguono
altri dischi di buona fattura, anche “Circus Of Life” del 2007 contiene brani
assolutamente spettacolari, il discorso è che nel tempo si stabilizzano su
quella lunghezza d’onda e solo in rari casi tentano nuove alternative. Non che
a seguire i lavori siano di minore spessore, ma l’effetto sorpresa è finito.
Anche
in “Maestro” ci sono tutte le caratteristiche del caso, proprio una suite
inizia l’album, “Opus Imperfectus Pt. 1 - The Missing Chord”, formata da diciotto
minuti abbondanti di ottima musica. La band composta da Kim Stenberg (chitarra,
voce), Lars Petter Holstad (basso, voce), Eirikur Hauksson (voce), Martin Utby (batteria),
Eirik Hanssen (voce), e Erling Henanger (tastiere, voce), qui fa troppo il
verso a Morse e soci, almeno nell’intro sinfonico ed energico, come il genere esige.
Nel tempo la qualità del cantato Magic Pie migliora, così la cura per le
coralità. L’interpretazione è sentita, abbastanza personale, anche se sembra di
scorgere dietro l’angolo un certo Roine Stolt. Bello il momento pacato centrale
della chitarra in modalità Steve Hackett (Genesis) che lascia spazio all’incedere
monolitico e elettrico dei King Crimson, dico tutti questi nomi per
sottolineare (se ce ne fosse davvero il bisogno) la cultura musicale dei
singoli componenti.
Delicata
e di carattere la semi ballata “By The Smoker's Pole”, ancora una volta
impreziosita dalla sentita interpretazione di Eirikur Hauksson. Le chitarre
sono sempre presenti e gustose, soprattutto quando si lanciano nel solo
struggente. Robusta “Name It To Tame”, altro esempio di prova corale della band
che s’intende alla perfezione. Qui siamo nel territorio Hard Prog. Una ballata acustica
colma di belle coralità porta il titolo “Kiddo…”, dal sentore tipico degli anni
’70. Segue “Someone Else's Wannabe”, e ritornano i Magic Pie canonici, quelli
delle fughe strumentali fra stop & go. Più canonica “Everyday Hero” ancora
una volta gradevole e positivamente energica. “Opus Imperfectus Pt. 2 – Maestro”
chiude con atmosfere soavi un disco che di certo farà la gioia degli estimatori
delle band da me citate. I Magic Pie oggi sono ancora questo, senza gridare al
miracolo, autori di melodie accalappianti e ben congeniate. Manca sempre una
hit che potrebbe lanciarli ancora più in alto, ma questo oramai lo sappiamo che
è difficile da realizzare in un contesto musicale in cui si è già detto molto.
Dire che mi accontento è come sminuire un lavoro che invece sa emozionare molte
volte, ma la realtà è questa, sarà anche che noi amanti di questo Prog ci
stiamo abituando al contesto standard e che invece vorremmo essere sempre
sorpresi, ma di questi tempi un “Maestro” è già un ottimo traguardo. MS
Versione Inglese:

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