RICK
MILLER – One Of The Many
Progressive Promotion Records
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2024
Con
l’artista canadese Rick Miller si va sul sicuro. Chi ama il Progressive Rock di
stampo classico ed è aperto a variazioni sul tema, in lui trova un rifugio per
l’anima.
Da
rilevare immediatamente che durante la lunga carriera iniziata
discograficamente nel 1984, si è saputo evolvere con i tempi e le mode, pur
restando relegato di base a certi stilemi insostituibili provenienti dagli anni
’70. Diciotto album in studio a testimonianza di una fulgida vena compositiva,
questo il palmarese che Miller sfoggia orgogliosamente al pubblico, tutti
dischi d’interesse medio-alto che testimoniano l’apertura mentale ai tempi che
inesorabilmente scorrono per tutti noi.
“One
Of The Many” è l’ennesimo tassello che ben si presenta con la solita copertina
affascinante ed emblematica del contenuto tematico affrontato, che questa volta
affronta l’andamento dei tempi moderni. Una volta tutti noi pensavamo con il
nostro cervello, oggi non siamo nulla senza l’IPhone 3, mentre le fake news ci
condizionano la mente. Tutti in rete e lobotomizzati, siamo diventati dunque
“Uno Dei Tanti”. Il concetto è spalmato su otto brani suddivisi in media e
lunga durata.
L’album
si apre con “Atrophy”, in questo lungo brano di otto minuti si evince che
Miller nel tempo ha capito la valenza dei crescendo strumentali, i quali
amplificano il patos emozionale. E’ sicuramente una carta vincente che,
abbinata a certi passaggi al limite del psichedelico, rendono il brano più che
gradevole. Le atmosfere si placano
ulteriormente in “Time Goes On”, interpretata con la consueta vocalità pacata
di Miller, qui si denotano sonorità provenienti dai primi anni ’70, quasi in
stile Simon & Garfunkel, ma una slide guitar riporta l’attenzione verso i
nostri tempi.
Un
ruvido riff elettrico contrastato da voci femminili inizia “The Lost Years”,
uno dei pezzi più lunghi dell’album grazie ai suoi otto minuti abbondanti. Qui
siamo in territorio Neo Prog, grazie all’utilizzo delle tastiere che infondono
tappeti sonori affascinanti ed emblema di questo genere. Posso affermare con
certezza che in questo brano c’è concentrata tutta l’esperienza annosa della
carriera di Miller.
Giulia
Cacciavillani al flauto è la protagonista principale dello strumentale “She Of
The Darkness”, lento straziante e pregno di storia, altra perla di questo disco
che scorre piacevolmente senza intoppi di sorta. La menzogna che ci inganna su
internet quotidianamente è affrontata nella title track “One Of The Many”,
facente preludio a quello che ritengo il pezzo più emblematico e non soltanto
per i tredici minuti di durata, quanto per l’intensità emotiva, ossia
“Perchance To Dream”, pregno di atmosfere variabili addolcite nuovamente dal
flauto che bene descrivono la negatività del concept.
Fine
o eventuale rinascita? “Wonderlust” si dimostra chiave conclusiva, questa volta
supportata dal violoncello di Artem Litovchenko e Mateusz Swoboda. La chitarra
elettrica suggella il tutto.
“Another
Time” può considerarsi una bonus track che lascia uno spiraglio di positività
grazie all’auspicio di un ritorno ai vecchi valori.
“One
Of The Many” presenta il buono stato di salute di un genere mai domo nel tempo,
così come la vena compositiva infinita di Rick Miller, un importante
personaggio artistico che oggi non possiamo più ignorare, ma prendere al
riguardo come un eventuale punto di riferimento. La musica non ha confini, così
come le idee. Complimenti, lui non di certo uno dei tanti. MS
Versione Inglese:
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