THE
DANSE SOCIETY – The Loop
Autoproduzione
- Music-Alive
Genere:
Gotico, Post Punk, Death Jazz, Progressive Rock
Supporto: cd / Digital
Certe
band hanno un seguito che resta relegato a un pubblico di nicchia, espressione
di un linguaggio non rivolto a tutti i tipi di ascoltatori. Con il gruppo
inglese (Scarborough) The Danse Society per esempio si entra in un filone che
di certo ha avuto proseliti soprattutto negli anni ’80, ossia un tipo di Rock
gotico caro a band come The Cure, Siouxsie e Killing Joke. Musica immediata e
d’impatto, tanto che per questo nuovo album (l’ottavo della loro lunga
carriera) la registrazione è effettuata in presa diretta per risaltare
maggiormente le capacità d’improvvisazione e sperimentazione, conferendo all’insieme
un'aura di calore, umanità e realismo.
Ma
i The Danse Society con l’album “The Loop” fanno ancora di più, entrano a pieno
diritto anche nel mondo del Progressive Rock grazie a passaggi ricercati
infarciti di strumentazioni non del tutto convenzionali al genere, come ad
esempio le trombe.
Per
chi non li conoscesse, i The Danse Society nascono nel 1980 con la formazione
Steve Rawlings (voce), Paul Gilmartin (batteria), Lyndon Scarfe (tastiere),
Paul Nash (chitarra), Tim Wright (basso). Nello stesso anno pubblicano il loro
primo singolo, "Clock", e nel 1982 il loro album di debutto,
“Seduction”, raggiungendo il podio dell’Indie Chart britannica. Il loro album
più conosciuto, “Heaven is Waiting” (1983) ha raggiunto il n. 39 nella
classifica degli album più venduti del Regno Unito.
Dopo
diversi cambi di line-up, quella attuale è formata da Paul Nash (chitarre),
Maethelyiah (voce), Jack Cooper (Basso), Dylan Riley (batteria) e Steve
Dickinson (tastiere). I testi dell’album sono un ritratto della società
odierna, in cui controllo, manipolazione e “divide et impera” ci rendono
burattini addormentati.
L’iniziale
“Divided To The End” introduce immediatamente l’ascoltatore in un mondo
malinconico dalle sfumature gotiche, una profondità di carattere che travalica
nel Progressive Rock per un connubio particolare. Maggiore oscurità su “The
Lies” in cui la voce di Maethelyiah è degna interprete di
queste sfaccettature, raggiungendo scale elevate soprattutto nelle coralità.
Gli arrangiamenti sono notevoli, tanto da rendere l’ascolto impegnato, malgrado
le melodie siano di facile assimilazione. Cambia l’umore nella danzereccia “The
Sound And The Fury” e gli anni ’80 si rispolverano prepotentemente nella nostra
memoria grazie all’uso della batteria e soprattutto della chitarra. La title
track è aperta da un piano inizialmente disarmonico per poi entrare in binari
ritmici lenti, se godete di fervida fantasia immaginate di ascoltare i
Supertramp al rallentatore. Questo strumentale entra a pieno titolo nel mondo
del Gothic Rock per l’uso degli archi e dei cori. “If You Were Only Listening”
ha un intro psichedelico ammaliante, quasi ipnotico, come hanno saputo fare
negli anni ’90 i Porcupine Tree. Maggiore ricerca strutturale nella ritmica per
“Algorithm Control”, canzone che tuttavia resta meno complessa di quanto
ascoltato sino ad ora e con un gradevole ritornello. Inizio cinematografico per
“Shake Shake” dal profumo di Spaghetti Western, dopo questo tipo d’intro il
pezzo si lancia nuovamente in una ballabile struttura ancora una volta
tipicamente anni ’80. La conclusione aspetta a “Undone”, una piccola perla nera
splendidamente interpretata.
Questo
nuovo album dei The Danse Society avrete capito da quanto descritto, ha
numerose sfaccettature, tutte da scoprire e riascoltare per coglierne i
particolari, spesso sono quelli che fanno la differenza fra un disco e un bel
disco. MS
Official Website: www.thedansesociety.com
BandCamp: https://dansesociety.bandcamp.com/
Spotify https://open.spotify.com/intl-it/artist/0WkypWGtWi9gAlB6aIKESl
Instagram: https://www.instagram.com/thedansesocietyofficial/
Official Facebook: https://www.facebook.com/thedansesociety/
Official Twitter: https://twitter.com/thedansesociety
Official Youtube channel: https://www.youtube.com/user/DanseSocietyOfficial
Versione Inglese:
THE DANSE SOCIETY - The Loop
Self-Production - Music-Alive
Genre: Gothic, Post Punk, Death Jazz, Progressive Rock
Support: cd / Digital
Certain bands have a following that remains relegated
to a niche audience, an expression of a language not aimed at all types of
listeners. With the English band (Scarborough) The Danse Society for example,
we enter a vein that certainly had proselytes especially in the 1980s, namely a
type of Gothic Rock dear to bands like The Cure, Siouxsie and Killing Joke.
Immediate and impactful music, so much so that for this new album (the eighth
of their long career) the recording is done live to bring out more of their
improvisational and experimental skills, giving the whole an aura of warmth,
humanity and realism.
But The Danse Society with the album "The
Loop" do even more, they also rightfully enter the world of Progressive
Rock thanks to refined passages infused with instrumentation not entirely
conventional to the genre, such as trumpets.
For those not familiar with them, The Danse Society
was formed in 1980 as Steve Rawlings (vocals), Paul Gilmartin (drums), Lyndon
Scarfe (keyboards), Paul Nash (guitar), and Tim Wright (bass). In the same year
they released their first single, "Clock", and in 1982 their debut
album, "Seduction", reaching the podium of the British Indie Chart.
Their best-known album, "Heaven is Waiting"
(1983) reached No. 39 on the U.K. best-selling albums chart.
After several line-up changes, the current one
consists of Paul Nash (guitars), Maethelyiah (vocals), Jack Cooper (bass),
Dylan Riley (drums) and Steve Dickinson (keyboards). The album's lyrics are a
portrait of today's society, in which control, manipulation and "divide
and conquer" make us sleeping puppets.
The opening "Divided To The End" immediately
introduces the listener to a melancholic world with gothic overtones, a depth
of character that transcends into Progressive Rock for a peculiar combination.
More darkness on "The Lies" in which Maethelyiah's voice is a worthy
interpreter of these facets, reaching high scales especially in the choruses.
The arrangements are remarkable, enough to make for engaged listening, despite
the melodies being easy to assimilate. The mood changes in the dancey "The
Sound And The Fury", and the 1980s come powerfully to the forefront of our
memory through the use of drums and especially guitar.
The title track is opened by an initially inharmonious
piano and then enters slow rhythmic tracks; if you enjoy a vivid imagination,
imagine listening to Supertramp in slow motion. This instrumental fully enters
the world of Gothic Rock for its use of strings and choruses. "If You Were
Only Listening" has a haunting, almost hypnotic psychedelic intro, as
Porcupine Tree was able to do in the 1990s. More structural research in the
rhythm for "Algorithm Control", a song that nevertheless remains less
complex than what we have heard so far and with a pleasant refrain. Cinematic
beginning for "Shake Shake" with a Spaghetti Western scent, after
this kind of intro the song launches again into a danceable structure once
again typically 80s. The conclusion waits for "Undone", a beautifully
interpreted little black gem.
This new album by The Danse Society you will have
gathered from what has been described, has numerous facets, all to be
discovered and listened to again to grasp the details, often these are the ones
that make the difference between a record and a good one. MS
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