Krell
KRELL
- Deserts
Sneakout
Records / Burning Minds
Genere:
Hard n' Heavy
Supporto:
cd – 2022
Quando
s’incontrano due esponenti importanti di band storiche come Danger Zone e
Crying Steel c’è solo da pensare che nel 2022 l’Hard Rock italiano gode ancora
di buona salute. Sto parlando di Luca Bonzagni (voce) e di Francesco Di Nicola
(chitarra, basso), due assi dell’Hard’n Heavy Metal italiano. Bonzagni è fra le
migliori ugole del panorama Hard Rock italiano e non di certo lo scopro io
oggi, Di Nicola è un axe man rodato, in sostanza una sicurezza e a completare
la band c’è Paolo Caridi alla batteria (Ellefson – Soto), vero e proprio
motorino scoppiettante. Il trio
bolognese registra presso i Pristudio di Bologna di Roberto Priori questo
debutto formato da dieci tracce accompagnato da un libretto che all’interno
contiene curiosamente soltanto foto di deserti. In effetti, la società di oggi
porta a desertificarci, o per meglio dire, condurci in un luogo in cui
estraniarsi per staccare dalla follia umana. Questo mi fa pensare il messaggio
visivo, ma potrebbe essere anche l’aridume che c’è in noi, ampio spazio quindi
alla fantasia e all’ascolto di questo disco prodotto sempre da Francesco Di Nicola.
I
Krell conoscono la materia, hanno assimilato la storia in quanto vissuta,
questa non è solo musica ma un vero stile di vita, già “Desert” è un abito
vestito a pelle. La chitarra richiama riff atavici vissuti negli anni ‘70/80,
quelli mai passati di moda, cari a Motörhead almeno per fare un nome. E via con
cadenze granitiche in “Crushing Your Life”, un mix fra Hard Rock e Judas
Priest. Tuttavia non manca aria fresca dettata dal sound moderno, un bilancino
sembra che dosi il tutto.
Senza
tregua subentra “Learn Or Burn”, maggiormente ponderata da un ritmo spezzato
alla Led Zeppelin e resta molto difficile restare fermi durante l’ascolto. Non
c’è innovazione, c’è essenza, “In The Cold” è ulteriore staffetta da adrenalina
ad adrenalina mentre la voce acida di Bonzagni ha a tratti del maligno che non
guasta. Pur essendo un trio il suono riempie la mente, all’insegna di grande
professionalità, qui nulla è dato al caso. Regolare l’andamento di “Pride”,
compatto e massiccio con la chitarra che si diverte in un assolo finale
ruggente. Se poi volete capire al meglio il genere in questione, soffermatevi
su “Secrets And Lies” magari riascoltandolo subito una volta finito perché qui
ci sono tutti gli elementi che lo compongono da sempre. “Love’s A Flame ha
molto dei Guns & Roses, qui però è la batteria a salire in cattedra. “The
River” è ruvida al punto giusto, “Why I’m Here” è vicina al mondo Saxon, la
polvere della strada si alza al passaggio del tir del Rock e a concludere “The
Mantis” altre rasoiate elettriche a sfinire l’ascoltatore su una ritmica
serrata e irresistibile.
“Deserts”
è un disco che scorre giù come un bicchiere di birra fresca, l’anima dell’Hard
Rock è pulsante, il tempo sembra non esistere durante l’ascolto che è
consigliato in qualsiasi posto, auto, sala, lavoro, in palestra, in una
fuoriuscita qualunque, insomma, è come il pomodoro, sta bene su tutto. Questo accade
solo quando un artista vive la musica con passione e la faccenda diventa inesorabilmente
contagiosa. MS
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