The Old Castle
THE
OLD CASTLE – Wistful
Thomas
Barrow Entertainment
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2022
Che
spettacolo il mondo del Progressive Rock, quante volte il genere è stato dato
per finito e quante volte è risorto dalle proprie ceneri, così è per la sorte
di molte band del passato più o meno famose. La musica in generale è questo,
anche se la lasci per un periodo, prima o poi ti viene a cercare e ti assale.
Non è nostalgia, e chi è artista capisce bene cosa intendo, è l’arte che è
parte del nostro DNA che comanda, possono esistere momenti di scarsa
ispirazione oppure quando non giungono risultati si ha inevitabilmente voglia
di rovesciare il carretto, ma tanto prima o poi la lampadina si accende
nuovamente. E’ la vita, e noi siamo umani.
Un
musicista mette sempre a nudo la propria anima, traslandola attraverso i suoni
in pasto al mondo intero. Questa è la storia di moltissimi artisti, ma immagino
sia anche quella di Gabriel Kiss, poliedrico tastierista di Tolentino. Dimostra
sin dagli esordi un grande amore per il genere Prog e precisamente quello più
datato e rivolto verso maestri come
Emerson Lake & Palmer. Tutto questo lo si evince dall’ascolto del buon
esordio intitolato “Working Travellers” del 1995. La musica prodotta è di buona
fattura ed è un peccato che non abbia raggiunto il pubblico a dovere. E’ vero
che nella metà degli anni ’90 il Prog Italiano di certo non è che sta vivendo
il suo momento più splendente, ma in quegli anni comincia a muoversi nuovo
interesse attorno ad esso, anche se
sempre rivolto ad un pubblico di pochi ma fedeli affezionati. Passano
sei anni per poter riascoltare il secondo album “Storie Nascoste”, qui c’è un
approccio differente, la musica si spinge verso un Prog più Pop, in stile primi
Pooh per intenderci. Anche in questo caso il risultato è gradevole, ma siamo
alle solite, l’interesse attorno al mondo The Old Castle sembra aggirarsi
attorno alla sufficienza e nuovamente è un peccato. A questo punto passa un
lunghissimo periodo di assenza, almeno per quello che mi è capitato di
constatare, ma a sorpresa dopo ventuno anni il marchigiano Gabriel Kiss ritorna
al pubblico con questo nuovo album intitolato “Wistful”.
Il
disco è composto da otto canzoni e gli artefici del risultato sono Gabriel Kiss
(tastiere, basso, voce), Stefano Conforti (sax, flauto), Jean Luc Delmonac
(batteria), Roberto Gatta (chitarra in “Black Sunday”), Massimiliano Luciani
(voce in “Mario”), Tonino Monachesi (chitarra in “Mario” e “Return From Fantasy”),
Paolo Pagliari (chitarra e basso in “Angel Fall” e “Hurt My Heart”), e Alberto
Quacquarini (batteria in “Angel Fall”, “Hurt My Heart”, “Il Mare” e “The
Camel”).
Registrate
fra il 2021 ed il 2022 nei Quack Studios, le canzoni sono rimaste congelate
negli anni, e soltanto ora edite in questo album.
Veniamo
alla musica, essa si barcamena fra Prog e canzone, ad iniziare dalla vigorosa
“Return From Fantasy” dove le fughe di tastiera e chitarra ci gettano anima e
corpo negli anni ’70. Le parti cantate
riportano ai Van Der Graaf Generator. Il flauto di “Mario” ci presenta
un ambiente più ricercato, almeno nella ritmica ma relegato al mondo del Folk e
del passato. La voce impostata di Luciani dona enfasi mentre effetti sonori lo
impreziosiscono. Come tradizione Prog insegna,
il brano si lancia nel proseguo in un incedere differente e strumentale.
La canzone alla maniera di una suite lascia la staffetta a “Angel Fall”,
orecchiabile, decisamente da singolo dell’album. In essa aperture quasi AOR
soprattutto nel
ritornello oltre che rimembranze IQ ed un assolo di chitarra in stile Rainbow.
“Interlude For Jacky” è un breve ed affascinante assolo di tastiere di poco più
di un minuto, a seguire “Hurt My Heart” che prosegue nel binario di “Angel
Fall”, Rock e AOR pur mantenendo salde alcune prerogative Prog (qualcuno ha
detto Toto? Perché no). Qui anche adeguate coralità. Il sax di Conforti è
importante per “Il Mare”, canzone che ritengo la più interessante dell’album,
qui c’è la voglia di Gabriel Kiss di portare in musica certe immagini
naturalistiche. Lo strumentale ha anche passaggi antichi all’interno, quasi
medievali, ma in realtà qui c’è tutta la passione del tastierista per Keith
Emerson, un ritorno al passato The Old Castle. Come dicevo nel preambolo, è la
musica che prima o poi ti viene a cercare se ce l’hai nel DNA. A questo punto
dell’ascolto c’è un brano tratto dal precedente album “Storie Nascoste”, ossia
“Black Sunday (Giornate)”, un bel classico The Old Castle ricco di belle
sonorità, garbate e raffinate.
Il
disco si conclude con “The Camel” dove l’incedere iniziale lascia spazio a
motivi Jazz per poi svisare nel classicismo. Ottima dunque la prova pianistica
a dimostrazione della sicura tecnica individuale di Gabriel Kiss.
Consiglio
solo di porre più attenzione alle parti vocali che non sempre si trovano
all’altezza del brano (ad esempio in “The Camel” sono buone), ma sono
particolari che non intaccano il fascino di questo album che spero non faccia
nuovamente la strada dei precedenti perché The Old Castle merita sicuramente più
rispetto di tanti altri album maggiormente blasonati ma privi di anima. In
“Wistful” c’è tanta sincerità ed amore, esse trasudano da ogni nota. MS
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