Umphrey's McGee
UMPHREY'S
MCGEE - You Walked Up Shaking in Your Boots but You Stood Tall
and Left a Raging Bull
Nothing
Too Fancy Music
Genere:
Crossover Prog
Supporto: 2021 – Digital
Nel
mondo musicale esistono anche veri e propri funamboli del pentagramma, accade a
volte per necessità, altre per virtuosismo e in alcuni casi come in questo
degli americani Umphrey’s McGee, per semplice spontaneità, in cui le
composizioni hanno al loro interno molte soluzioni. La band si fonda a South Bend, Indiana, nel
1997 e a oggi è composta da Brendan Bayliss (chitarra,), Jake Cinninger (chitarra,
tastiere,), Joel Cummins (tastiere), Ryan Stasik (basso), Kris Myers (batteria),
e Andy Farag (percussioni).
Hanno
solide basi su cui costruire la prolifica carriera, partendo dagli insegnamenti
di band come Beatles e Led Zeppelin per poi arricchire il bagaglio con ascolti
di Genesis, Yes, King Crimson, Mahavishnu Orchestra, Miles Davis e Jaco
Pastorius. Come avete potuto notare i nomi sono importanti e neppure molto
semplici da emulare, tuttavia la tecnica a disposizione dei sei musicisti
consente loro questo e altro. Ciò che comunque salta all’orecchio non è tanto
il rifacimento di alcune situazioni compositive, bensì la forte personalità che
li rende unici e ben distinguibili nel panorama del Rock, prerogativa questa dei
grandi.
Con
una discografia alle spalle davvero numerosa, “You Walked Up Shaking In Your
Boots But You Stood Tall And Left A Raging Bull” (grazie per il titolo, e se
poi traducete vi farete una bella risata) è il quindicesimo album in studio. Dodici
canzoni per un viaggio sonoro di quasi trequarti d’ora.
“Catshot”
è lo strumentale che inizia il percorso sonoro, aperto dal piano in loop e
successivamente raggiunto da tutte le strumentazioni in possesso alla band. Un
refrain che si stampa subito in mente, grandioso per enfasi e portato in trionfo
dalla chitarra elettrica. Ancora un loop questa volta di percussioni e batteria
ad iniziare “There's No Crying In Mexico”, un effetto stereo avvolgente ci
sorprende con la psichedelia per poi lanciarsi nel Rock quasi dance, il brano
si apre in maniera ariosa e coinvolgente. In questo disco dei Umphrey’s McGee
non esiste una suite ma una serie di brani di media e corta durata, solamente
la conclusiva “October Rain” supera i sei minuti. Coinvolgente “Leave Me Las
Vegas”, impossibile restare fermi all’ascolto, altro strumentale dove la
chitarra elettrica subentra nuovamente in corsa per rapire l’ascoltatore con i
suoi lamenti. E’ chiaro che i crescendo sonori sono un arma vincente del disco.
Se
non fosse per il suono moderno e per qualche schitarrata Metal “Depth Charge”
potrebbe derivare dagli anni ’70 e non stazionerebbe male neppure nella
discografia dei Goblin. Incastonata a lei giunge “You Got the Wrong Guy” ed
alza ulteriormente l’intensità delle atmosfere. L’incedere arrembante è davvero
coinvolgente. Con “Tango Mike” si è alla metà del percorso, un brano che spezza
l’ascolto grazie agli arpeggi di chitarra, ma è solamente un breve istante per
poi ripartire in pompa magna. “Nipple Trix” colpisce come un pugile ai fianchi
dell’ascoltatore, così i brani a seguire come nel caso della roboante “Le
Blitz”, solamente “Le Sac” potremo definirla la ballata del disco. Per quello
che concerne il gusto personale resto colpito da “October Rain” dove la
struttura variegata mi porta verso un Progressive Rock duro e puro.
Brevi
canzoni euforiche, un album strumentale che rilascia una energia positiva da
non sottovalutare, adeguato anche come compagno di viaggio per un percorso automobilistico.
MS
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