Fromuz
FROMUZ
- The Asymmetric Rules
SOE
Records
Genere:
Eclectic Prog
Supporto:
cd – 2022
La
musica ha un fascino tutto suo, immaginifico come avrebbero detto “quelli”
della Premiata Forneria Marconi. In effetti, è così, le note dipingono come dei
pennelli la tela del nostro cervello, dove le note sono i colori e le immagini
si formano a piacimento secondo come siamo messi con l’umore o di fantasia. Per
un musicista è una palestra sia per il suo ego sia per il piacere di creare suoni
che facciano pensare, tutto ciò accade nel fantastico mondo dell’Eclectic Prog,
genere per veri cultori e non adatto ad ascoltatori distratti. Tante le
sonorità che s’incrociano all’interno per un suono davvero assortito. Molti la definiscono
“Musica per la mente”.
Il
Prog in generale ha contaminato negli anni tutto il mondo, addirittura anche l’Uzbekistan,
dove andiamo a conoscere la band Fromuz.
Sono
di Tashkent e si compongono nel 2004 per il volere del chitarrista leader Vitaly
Popeloff e del suo amico bassista Andrew Mara-Novik. Rilasciano nel tempo
cinque album e con il nuovo “The Asymmetric Rules” raggiungono quota sei. A
oggi la band è formata da Albert Khalmurzayev (tastiere, chitarra, armonica,
voce), Evgeniy Popelov (tastiere, voce), Vladimir Badirov (batteria) e
Vitaly
Popeloff (chitarra).
La
musica dei Fromuz nasce spontaneamente, da jam corali, dove ogni componente
mette del proprio per poi limare e legare il tutto assieme, questo per dire che
non esiste in realtà un vero e proprio leader nella band. Il disco è composto
da dieci brani e non manca neppure l’”Overture” che all’ascolto fa volare la
fantasia in alto, come se stessimo ascoltando la colonna sonora di un film
della Disney, questo tanto per farvi capire l’ambientazione. Con “Round And
Round” si affrontano quasi nove minuti dove le chitarre elettriche s’incrociano
con le tastiere in un sound vigoroso sostenuto dalle voci aggressive e le coralità
di supporto. Il cantato è in lingua inglese. Nella musica dei Fromuz si lascia
molto spazio alla fase strumentale, dove la band si trova più a suo agio e si
sente. Dinamici cambi di tempo si susseguono per poi lanciarsi in un motivo più
pacato e orecchiabile. Il suono è pieno, la mente è circondata, peccato
solamente per un’incisione non del tutto nitida da far risultare gli strumenti
troppo vicini fra di loro, manca in parole povere un buon effetto stereo e il
senso di profondità.
Come
in una suite segue adiacente il breve arpeggio di chitarra acustica “Air Dance,
Pt. 1”, dove mi resta impossibile non paragonarlo a “Horizons” dei Genesis. In
una sorta di Neo Prog inizia “Universe”, per poi lanciarsi nel suono duro di
chitarra e basso che dialogano fra di loro come solo certi Tool hanno saputo
insegnare. Come avete potuto notare si è passati da un’overture alla Disney ai
Genesis e poi ai Tool, ecco se non sapete cosa è l’Eclectic Prog qui ne avete
una bella testimonianza. Nuovo breve intro acustico intitolato “Air Dance, Pt.
2” e via di nuovo su scale del pentagramma altalenanti grazie ai dieci minuti
di “Darling”. Tengo tuttavia a sottolineare che di base una melodia da
ricordare c’è sempre, anche se la band si diverte a toccare stili su stili. In
questo caso siamo nel Dark Prog, un cadenzato incedere è supportato dalle voci
e da un riff grezzo oltre che sabbatico. Si è al cospetto di un'altra band? No
sono sempre i Fromuz che spezzano il tutto anche con effetti elettronici, qui
si autori di un bell’effetto stereo. Nelle fughe strumentali la band si esprime ancora una volta ad alti
livelli.
Intanto
la chitarra acustica continua ad arpeggiare in “Air Dance, Pt. 3” e dopo un
minuto e mezzo è la volta di “No End”, una mini suite di dodici minuti
abbondanti ricolmi di storia musicale. Qui il Rock è analizzato in tutto il
complicato percorso storico, ossia ci sono davvero molti anelli generazionali
incastrati fra di loro a testimonianza dell’ottima preparazione culturale dei
singoli componenti. La chitarra si presta al gioco di protagonista affrontando
da solista le melodie senza grandi tecnicismi ma con tanto cuore, come spesso
piace al Prog fans. “R-and-G Time” è ancora destabilizzante con passaggi anni
’30 e tanta rumoristica a melodia zero. Conclude il disco la suite “Wings of
the Fast Lane: Deep Silence / Theme / Man from the Fast Lane / Theme, Pt. 2 /
The Asymmetric Rules”, venti minuti di buona musica, anche Metal Prog, peccato
ancora una volta per i livelli dei suoni.
I
Fromuz non sono geni e neppure sfoderano capolavori, ma credetemi che conoscono
la materia più di molte altre band maggiormente blasonate, non ci credete?
Allora credete alle vostre orecchie e ascoltate. MS
Gentile Massimo,
RispondiEliminaNon amo proprio il prog con contaminazione metal, anche se ho visto e apprezzato i prodotti dei Dream Theater ma fino al 99 con il loro capolavoro "SFAM Metropolis parte 2. Poi da inizio millennio quando il caro Steven Wilson inizio (purtroppo) ad infarcire quella gloriosa band dei Porcupine
(anch'essa vista nel 97 a Roma) sono nate miriade di band tutte uguali che non hanno aggiunto nulla di nuovo alla nostra musica immaginifica (per dirla alla Di Cioccio) questi Fromuz non fanno altro che seguire quel filone che francamente dopo più di 20 anni ha rotto i cosiddetti. Nei primi anni qualcosa di buono si sentiva anche come i primi Riverside e non voglio continuare con la lista (molto corta tra l'altro) ci sono metellari che la notte pregano la morte di Wilson, perché secondo loro gli Opeth si sono venduti al verbo settantiano dei dischi di oggi. Francamente anche io li preferivo prima, ma i metallari più conservatori ed ortodossi forse non sanno che gli Opeth, almeno il loro leader è appassionato di prog 70 da sempre e conosce bene i gruppi italiani come Biglietto per l'inferno o Balletto di Bronzo e Goblin. Concludendo per me le sonorità metal inserite in un contesto favolistico, immaginifico, stonano e non si amalgano nello scorrere dei brani o Suite che siano. Alle mie orecchie stridono questi due generi. O l'uno o l'altro insieme non possono coesistere, solo diciamo in qualche passaggio.
Grazie da Ivano.
Ciao Ivano, non sei l'unico a pensarla così. In molti non apprezzano il Metal nel Prog. Ne parlo nel mio quarto libro che uscirà a settembre per Arcana intitolato "POST PROG MODERNO - L'alba di una nuova era.". Personalmente non disdegno il Metal, anche perchè ci sono più novità evolutive in questo genere che nel prog. Il Metal è ricco di contaminazioni che vanno dal Folk al Gothic etc. Certo il Prog puro lo prediligo, ma non disdegno nuove sonorità. Tu giustamente dici che sono molto simili, in effetti spesso appiattiscono il brano e non c'è dubbio. I Fromuz sono più Prog che Metal, non mi dispiacciono. La musica si evolve tramite molteplici diramazioni, una è questa ma vedo anche che resta molto Prog anni '70 ancora oggi, specialmente nei gruppi italiani che stanno nascendo quotidianamente. A proposito, presto ascolteremo anche il ritorno dei OLD CASTLE. Buona giornata Ivano. ;-)
RispondiEliminaCaro Massimo,
RispondiEliminaNella mia gioventù, quasi ancora pubertà ero un metallaro estremo che adorava il Death metal. Nello stesso periodo tra un disco degli Entombend, un CD dei Carcass ed una cassetta dei Morbid Angel, sentii il rumore di un elicottero e il pianto di un neonato, provenire dallo stereo di mio fratello, era The Wall dei Floyd e fu amore al primo ascolto. Avevo 12 anni, ma non abbandonai il metal che in quei primi anni 90 era un genere quasi di "moda" in Italia. Oggi diremo mainstream, lo dimostra le tante riviste dedicate e la collana di CD e cassette dedicata al metal della Armando Curcio editore. Poi dalla fine dei 90 il prog ha preso il sopravvento, forse dai 12 ai 18 anni mi era più facile ascoltare e acquistare dischi metal e PROG.
Ti saluto con un rimpianto di quegli anni 90 soprattutto per i Landberk mai più ristampati (credo) ed anche per i Sepoltura e tutto il trash metal e Death metal come gli olandesi Pestilence e i CYNIC molto prog tra l'altro.
Anche io sono un metallaro, lo sono ancora, anche se potrei definirmi un "onnivoro" perchè la musica mi piace tutta. Hai nominato una delle mie band preferite in assoluto e ti faccio tanto di cappello: Landberk.
RispondiElimina