Karcius
KARCIUS
- Grey White Silver Yellow And Gold
Autoproduzione
Genere: Hard Prog
Supporto: cd/digital – 2022
Eccomi
nuovamente a parlare di un gruppo musicale canadese, terra ricca di personalità. Il Prog qui ha trovato
non soltanto radici (vedi Rush) ma anche evoluzione (vedi Voivod in campo
Metal), sfornando in continuazione musica quantomeno non convenzionale. I punti
di riferimento europei, soprattutto quelli insegnati da gruppi provenienti
dall’Inghilterra, sono presenti ma assimilati e rielaborati. Uno dei gruppi più
interessanti al riguardo sono i Karcius.
Provenienti
da Montreal si fondano nel 2001 e sono un quartetto inizialmente dedito a del
Jazz Rock e Fusion puramente strumentale. In questo modus operandi realizzano
tre album, “Sphere” (2004 – Unicorn digital), “Kaleidoscope” (2006 - Unicorn
Digital), e “Episodes” (2008 - Unicorn Digital), ma nel 2012 giunge la svolta
all’interno degli equilibri della band, Sylvain Auclair si unisce al basso e apporta
novità con la voce, un inconfondibile elemento Hard che sposta i connotati
fisici e sonori della musica Karcius verso nuovi lidi. In fondo questo è il
vero spirito del Progressive Rock, il mutare. Così la band oggi è composta da Sylvain
Auclair (voce, basso, percussioni),
Thomas
Brodeur (batteria, percussioni), Sébastien Cloutier (tastiere, cori) e Simon
L’Espérance (chitarra, percussioni, tastiere).
“Grey
White Silver Yellow And Gold” è il sesto album formato da sei canzoni, un sequel
di “The Fold” (2018 – Autoproduzione). Anche lo stile resta avvinghiato alle
sonorità più scure e dure del precedente, anche se di tanto in tanto
fuoriescono le radici lontane del Jazz. Dico subito che questo nuovo stile
sonoro piacerà molto ai fans dei Porcupine Tree, Riverside, Leprous e Steven
Wilson. Molto del merito al riguardo ricade proprio sulla produzione sonora da
parte di Tony Lindgren (James LaBrie, Katatonia, Opeth).
La
canzone che inizia il disco intitolata “Parasite” è già il sunto di quanto da
me ora descritto, un suono duro, coinvolgente e scuro avvolge l’ascoltatore
lasciandolo in un limbo sospeso fra destabilizzazione e paura del vuoto.
Lontanissima la band Karcius degli esordi.
Un
arpeggio di chitarra inizia “Supernova” e qui siamo in casa Riverside, in tutto
e per tutto. Un piccolo raggio di luce ci entra nella mente, diramando le
oscure nebbie di “Parasite”. Da rimarcare all’interno un assolo di chitarra
strepitoso anche se breve, dalle origini Pinkfloydiane. Non capisco bene da dove, ma ci sento perfino
infiltrazioni Pain Of Salvation (nella voce sicuro) e Haken.
“The
Ladder” inizia sorniona, mini suite di tredici minuti con riff di chitarra
elettrica psichedelici alla Porcupine Tree, il movimento sonoro è differente da
quanto ascoltato sino ad ora, più meditativo con una prova vocale sopra le
righe, anche se la fuga strumentale è sempre in agguato ma soprattutto
efficace! Finale maestoso grazie all’uso del mellotron e di una coralità
strumentale imponente. “Cosmic Rage” ha un intro di piano e voce con un
incedere più banale rispetto al contesto ascoltato sino ad ora, pur restando
sempre una canzone dai buoni livelli emotivi. Cambia l’ambiente ed il suono in
“Distance Kills”, inizialmente rilassata oltre che gentile, supportata da archi
di sottofondo per poi crescere come i già citati Pain Of Salvation hanno saputo
fare nella loro discografia. A concludere ci attende la suite “A Needle Tree”,
altra piccola gemma sonora in cui vengono palesate le caratteristiche dei
moderni Karcius.
La
band del Québec realizza un ora di musica da centellinare, assorbire e
metabolizzare, il sound moderno del Prog oggi è questo, piaccia o meno
l’evoluzione prosegue con noi o senza di noi. Personalmente amo ascoltare nuove
sonorità e suoni duri, per cui con me si sfonda una porta aperta, a tutti gli
altri consiglio un ascolto preventivo prima dell’acquisto, resta il fatto che “Grey
White Silver Yellow And Gold” è un lavoro che riesce ad emozionare e non è
poco. MS
Gentile Massimo,
RispondiEliminaConosco la band, anzi conoscevo e apprezzato la loro prima incarnazione. Come ti ho scritto di recente, sono un culture del prog proveniente dal Québec soprattutto quello seventies. I Karcius hanno prodotto ottimi dischi di un Jazz rock colto e raffinato ed ora si sono ridotti a scimmiottare gli Haken (quando va bene) o le miriade di gruppi tutti uguali fatti con lo stampino. Per me è una delusione enorme, tra l'altro averli anche visti a Montreal nei tempi d'oro. Non capisco cosa ci trovate in queste sonorità che non hanno un briciolo di emozione o di pathos, seguono solo il mainstream di quei gruppi contemporanei che mi rifiuto di definirli prog (per carità degli Dei). Per fortuna il Québec è molto altro, certo non al livello dei loro padri: Conventum, Opus 5 ecc. So bene che a te personalmente (e a tanti altri) queste sonorità tutte uguali piacciano, ma per carità de gustibus non discutamus est. Però non venitemi a dire che ci trovate novità o grande qualità stilistica perché cadrebbe la luna. Ormai è impossibile inventare qualcosa di nuovo, ma se devo ascoltare questa accozzaglia di gruppi tutti uguali, di sicuro preferisco chi ha più fantasia anche se rifacendosi ai grandi dei 70. Ti ho anche spiegato di essere un amante delle sonorità dure, e da ragazzino il Death metal era il mio credo ( insieme al prog) ma ora basta sono lustri che si sentono sempre queste sonorità.
Saluti da Ivano.
Ciao Ivano, sul discorso delle sonorità tutte uguali queste si presentano in ogni genere, chi più marcatamente chi meno. Mi sono annoiato molte volte anche ascoltando band Prog che scimmiottano vecchi maestri, per dire... Certo che questo nuovo stile viaggia su un filone che non ha molta fantasia all'interno, su questo hai ragione, ma certe atmosfere sono affascinanti e non c'è dubbio che non tutti le colgano. la musica è bella proprio per questo, ce n'è per tutti, altrimenti avremmo solo un genere e ascolteremo solo quello. Io non sono nessuno per dire questo è più bello o meno, se ad uno per esempio emoziona Gianni Morandi, che ascolti Gianni Morandi, a me non piace non lo ascolto. Posso criticarlo nel senso che all'interno non ha passaggi strumentali importanti, non ha tecnicismi, ma è indubbio che ci suonano persone professionali e capisco chi lo apprezza. Non serve sempre la tecnica per emozionare o lunghe suite che poi anche quelle a lungo andare…. Per quello che riguarda l’inventare qualcosa di nuovo hai nuovamente ragione, è sempre più difficile trovare spazio per scrivere qualcosa su una lavagna già scritta, ci si prova, c’è chi lo fa, ma come vedi i risultati non sono poi così eclatanti. Si, i Karcius hanno fatto un passo indietro nel senso che erano meglio prima, ma come dicevo nella recensione, sono tante le band che oggi si avvicinano a questo nuovo genere, durerà? Non durerà? Io non mi preoccupo, ogni giorno si formano nuove band che suonano altro, non mi annoio di sicuro ad ascoltare, però certo, dispiace perdere band importanti. Concludo dicendoti che io amo il Metal (come lo hai amato tu) , amo la psichedelia Pinkfloydiana, per cui non disprezzo più di tanto il connubio, se dovessi sintetizzare il disco con un voto darei da uno a dieci un 6,5 se penso invece che questi sono i Karcius darei un bel 5. Grazie Ivano, un abbraccio e buona giornata.
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