QUASAR LUX SYMPHONIAE - The Dead Dream
Open Mind
Distribuzione italiana: Lizard
Genere: Prog
Support: CD - (1977) 2012
I Quasar Lux Symphoniae sono una band friulana dedita ad un Prog sinfonico d'impatto, uno fra i nomi di spicco in ambito nazionale nel genere. Ho sempre seguito la discografia di Roberto Sgorlon (chitarra, voce, tastiere), Umberto Del Negro (basso), Fabrizio Morassutto (batteria) e Paolo Paroni, maestro aggiunto con la musica classica, ma i QLS sono un progetto ancora più ampio ed aperto a più artisti. In particolar modo ho apprezzato nel 2008 "Synopsis", ma anche il buon "Mit" del 2000 (Mellow Records) o l'opera Rock "Abraham" del 1994 e comunque la discografia composta da cinque album escluso il presente, che staziona sempre su buoni livelli.
Ufficialmente si fanno conoscere al pubblico nel 1984 con "Night Hymn" in piena era New Prog, quando IQ, Marillion e Pendragon su tutti, imperversavano fra i fans. La curiosità attorno alla band, visto l'interesse del periodo sul genere, è pressoché immediata e si comincia a parlare anche di un disco debutto mai edito del 1977, il fantomatico "The Dead Dream". Questo è un concept album influenzato dalla psichedelìa dei Pink Floyd e anche da vigorose atmosfere elettriche, come quelle dell'Hard Rock. Quindi le canzoni risalgono al 1977, ma vengono riregistrate nel 1995 rispettando fedelmente le originali. Grazie alla Lizard, oggi possiamo godere di questo concept e chiudere il capitolo "album fantomatico".
Un encomio a parte per l'artwork di Davide Guidoni, sempre più ispirato e prezioso.
Il sogno della morte è profondo e drammatico sin dall'iniziale "Overture" e l'aurea degli anni '70 aleggia sopra l'ascoltatore, mentre le tastiere compongono buone melodie ed accompagnamenti. Per narrare un sogno servono atmosfere quantomeno psichedeliche e qui il tutto viene sottolineato anche da respiri ritmici e da una narrazione recitata d'impatto. Ma è "Life For Art" che si addentra nei meandri di questa storia, canzone semplice e sentita nell'interpretazione vocale.
L'Hard Rock a cui mi riferivo in precedenza è quello di "Stranger Shadow", nulla di trascendentale, cadenzato e diretto, supportato da assolo di chitarra gradevole e trascinante. Qui con difficoltà si riscontrano i QLS che conosciamo oggi. Resta comunque palese che gli anni '70 hanno avuto un fascino sonoro di assoluta rilevanza, emotivi nell'approccio sia mentale che corporale, come nella strumentale "Cast Revelation". La chitarra lascia sognare anche a noi, una ballata sentita, accompagnata dalle sempre presenti tastiere. Tutti i brani probabilmente avrebbero necessitato di un migliore supporto di arrangiamenti, però dobbiamo sempre tenere alla mente che "The Dead Dream" doveva essere sempre un debutto e se vogliamo paragonarlo alle uscite degli anni '70 si può dire che siamo decisamente sopra la media.
L'acustica "Look Again", "Game Over" e via verso la conclusiva "San Francisco California" trasportano la mente in questo oscuro viaggio onirico. L'ultimo brano è a mio avviso un piccolo gioiello in ambito Prog e battezza una band che successivamente saprà mantenere la promessa di buona scrutatrice d'idee.
Piacevolissimo disco rispolverato e spero a questo punto di poter ascoltare buone nuove dai QLS, perché di buona musica ce n'è sempre bisogno, oggi e sempre, alla faccia di chi dice sempre che il Prog è morto. MS
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