MOTO PERPETUO – Untitled
Autoproduzione
Genere: Fusion, Rock, Prog
Strumentale
Supporto: Bandcamp – 2023
Esistono
band che hanno una visione della musica di 360 gradi, tanto da non essere
facili da classificare. Non che ciò interessi agli artisti stessi e forse
neppure agli ascoltatori, ma è necessario cercare una collocazione per far
comprendere al meglio a un lettore che non sta ascoltando il disco ma leggendo
una recensione, cosa attendersi. Un esempio giunge da Gallarate con i Moto
Perpetuo (da non confondere con la band seventies brasiliana), formazione
attiva dal 1996 autrice di alcuni singoli e questo lavoro che non a caso
s’intitola “Untitled”. Una musica in movimento, non concepita per stupire ma
per il piacere di farla, quel piacere che diventa contagioso anche per un
ascoltatore. Il genere dunque è formato da un mix di stili, su tutti Fusion,
Rock, e Prog strumentale.
Alessandro
Lualdi (pianoforte, tastiere), Orazio Martino (chitarra), Costantino Corbetta (basso),
e Roberto Ragazzo (batteria), sono gli autori del disco composto di nove
tracce. La copertina di Roberto Ragazzo sposa la tesi del senza titolo, un
semplice design lineare e colorato, dove l’anonimo futurista mostra le proprie
forme in un contesto circoscritto da strutture moderniste.
L’album
si apre con il nuovo singolo “Gasoline”, energico oltre che orecchiabile, la
ritmica sostiene il simpatico motivo disegnato dalle tastiere di Lualdi.
Personalmente posso avvicinare questo stile a quello dei Reale Accademia Di
Musica anno 1972, ma quando giunge la chitarra elettrica in un assolo al
fulmicotone, la faccenda cambia radicalmente. Con il secondo singolo “Clave
Surpise” si ritorna al mondo Progressivo degli anni ’70 questa volta coinvolto
nella fusion, mentre la chitarra spazia dai Perigeo agli Agorà. Il piano si
spinge in un’interpretazione sopra le righe a dimostrazione di una preparazione
strumentale di un certo livello, così ancora una volta la chitarra lascia
piacevolmente colpiti. La band è coesa, la sezione ritmica che si spinge anche
in brevi assolo è ben oliata, un ottimo motorino per l’andamento dei brani. Il
terzo brano inedito s’intitola “J.J.Blue”, una puntata nella Jazz Fusion sensuale
se vogliamo anche dal sapore Uzeb.
Da
questo momento giungono brani già editi online in passato ma registrati ora per
la prima volta, il primo è “Lonely Walk”, un’aria sonora coinvolgente che
sprigiona positività a ogni passaggio. Qui gli strumentisti si lasciano andare
senza freni e il risultato è trascinante.
“Irish
Lullaby” vede ospite al violino Matilde Lualdi e ancora una volta scende un
velo vintage sul sound. Il basso di Corbetta si lancia in un gentile assolo
sopra un ritmo cadenzato per poi rilasciare la scena alla chitarra acustica, un
susseguirsi di emozioni tutte differenti ma che nell’insieme lasciano totalmente
appagati.
“Operation
– Suitcase” ha uno stile moderno rispetto quanto ascoltato sino ad ora e si
lancia in robuste scorribande sonore.
Non
voglio spoilerare ulteriormente quanto di bello c’è da scoprire in questo
percorso, vi dico solamente che esiste anche un bonus track a sorpresa, per il
resto… basta così.
Solitamente
gli album totalmente strumentali lasciano perplessi in quanto semplice vetrina
per le qualità balistiche dei musicisti, non è il caso dei Moto Perpetuo che
invece danno precedenza al motivo che poi resta piacevolmente nella memoria
dopo l’ascolto, un particolare non da poco che fa di “Untitled” un ottimo
disco, da ascoltare e riascoltare. MS
Versione Inglese:
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