BRIGHT
MAGUS - Jungle Corner
IRMA
Rec
Genere: Jazz /funk / Psichedelia
Supporto: Soundcloud / cd / vinile –
2023
Ci
sono band che hanno saputo modificare negli anni l’approccio allo stile Jazz
avvicinandolo al mondo del Progressive Rock inteso proprio come sperimentazione
e contaminazione, come ad esempio i Mahavishnu Orchestra, e i Weather Report,
oppure artisti del calibro di Miles Davis che si sono spinti anche oltre con il
proprio strumento. Necessità o semplicemente spiccata personalità? La musica è
anche questo, uscire dai canoni, trovare nuovi linguaggi per esprimere al
meglio ciò che si vuole dire. Quest’attitudine, seppure raramente, la
ritroviamo anche oggi in Italia, non possiamo certo dire di avere altrettanti
artisti al riguardo, ma quando ci s’imbatte in alcuni di loro, viene naturale
soffermarsi e ascoltare con la dovuta concentrazione, questo campo sonoro non è
superficiale.
Solitamente
chi si cimenta in questa musica è in possesso di una tecnica individuale
strumentale sopra la media, ed è anche il caso degli italiani Right Magnus che nell’album
d’esordio intitolato “Jungle Corner”, riescono a far scaturire sia ricordi
passati sia nuove sensazioni. Sorto quasi per caso in una sera al Diabolicus
Studio, quartier generale di Giovanni Calella e Leziero Rescigno in cui l’argomento
trattato è stato Miles Davis, il quintetto composto da Mauro Tre (piano Rhodes,
organo), Alberto Turra (chitarra elettrica), Gianni Sansone (tromba, percussioni),
Giovanni Calella (basso), e Leziero Rescigno (batteria, percussioni) si
approccia a quella musica che tanto ha dato agli anni ’60 e ’70. Sei i brani
contenuti nell’album registrato in presa diretta proprio a conferma della domestichezza
individuale con gli strumenti. L’amalgama è ottima, si evince durante l’ascolto,
ed è stata forgiata precedentemente da sette date live nel milanese che hanno
permesso al gruppo di compattarsi in maniera consona.
Nei
dieci minuti di “Selim/Miles” vengono allo scoperto tutte le ottime qualità
descritte, un tributo alla tromba che lascia senza fiato per intensità ed
esecuzione. I frangenti psichedelici donano al tutto un fascino aggiunto che
personalmente ho apprezzato moltissimo. L’improvvisazione è sempre dietro l’angolo,
tuttavia non è logorroica o stucchevole, bensì scorrevole e basata su ritmiche
non banali. In “Jungle Corner” ci si tuffa nel passato con i panni e tutto fra
percussioni, tastiere di sottofondo, tromba in evidenza e chitarra elettrica
sempre pronta a dare una spinta al sound. Vi troverete a battere il tempo a
vostra insaputa.
“Jellow
Interlude” è altamente psichedelico oltre che ricercato, gli strumenti sono apparentemente
slegati fra di loro impegnati in passaggi a se stanti, come il Jazz più
sperimentale bene ha saputo spiegare. “Lullaby For My Father” ha un inizio
intimista per poi partire nella consueta improvvisazione, a seguire “A Way”,
composizione impreziosita dal flauto dell’ospite Enrico Gabrielli (Calibro 35).
La
ritmata “Long Legs” è degna chiusura di questo debutto che ci presenta una
nuova e interessante realtà italiana.
“Jungle
Corner” dei Bright Magus è quindi un lavoro che ascoltato oggi prenderei come
una sorta di bombola d’ossigeno, ossia aria pulita per rinfrescare la mente
intasata da molta musica scadente che gira oggi sia nei canali mediatici che
nelle radio. Se desiderate avere un qualcosa in più qui lo troverete, così la
voglia di ritagliarvi un attimo di tempo tutto per voi. MS
Versione Inglese:
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