OSLO
TAPES – Staring At The Sun Before Goin’Blind
Echodelick
Records / Sound Effect Records / Grazil Records
Genere: Psichedelic Rock –
Krautrock – Noise
Supporto: cd – 2023
Capita
a volte che un evento della nostra vita possa far nascere un’idea che attraverso
la passione si sviluppa in un progetto vero e proprio. Il caso del lancianese Marco
Campitelli è emblematico, un viaggio effettuato in Norvegia, nella capitale
Oslo, ispira al polistrumentista suoni e sensazioni tanto da fargli creare Oslo
Tapes.
Per
questo si coadiuva degli amici e produttori Amaury Cambuzat, storico membro
della band Krautrock Faust e Ulan Bator, e James Aparicio (Depeche Mode) non a
caso nella musica proposta si evincono differenti richiami ai generi.
La
Psichedelia è il secondo ingrediente che Campitelli aggiunge, e con questo
bagaglio nel 2010 mette in piedi il progetto Oslo Tapes il quale nel tempo
rilascia tre dischi, compreso quest’ultimo “Staring At The Sun Before
Goin’Blind”. La musica è ipnotica, grazie agli interventi del basso e a una
ritmica insistente, altresì l’uso new wave dei sintetizzatori riescono a
descrivere perfettamente le lande di questa fredda nazione. Come spiegato nella
bio dell’artista, “Campitelli stringe amicizia con Emil Nikolaisen di Serena
Maneesh che lo guida attraverso l'immaginario norvegese. Di conseguenza, anche
il titolo del disco è per gentile concessione di Nikolaisen.”.
A
completare la band ci sono Mauro Spada al basso, e Davide Di Vigilio alla
batteria oltre agli ospiti Dahm Majuri Cipolla dei Mono (batteria su Ethereal
Song e Middle Ground), Sicker Man of Trialogos (violoncello) Federico Sergente
(percussioni) e Nicola Amici (aka Kaouenn, chitarre, percussioni, synth).
Otto
sono le diapositive sonore che compongono il disco, a iniziare da “Gravity”,
dove si vola nello spazio infinito grazie ad un sound leggero fatto di note
sostenute e arpeggi. Possono venire in mente i primi Porcupine Tree, quelli
maggiormente psichedelici, ma senza assolo strumentali. “Ethereal Song”
spoilera nel titolo cosa si va ad ascoltare, il ritmo diventa compassato, così
la chitarra elettrica espone un suono aggressivo e pesante, al limite del doom.
Gli Oslo Tapes tendono a ipnotizzare l’ascoltatore, anche la voce quasi
sussurrata è perfettamente atta allo scopo, mentre spifferi di freddo scorrono
sulla pelle. Arrangiamenti elettronici seguono nel corso del brano. Il genere
Psichedelico non lascia adito a varianti, quando si entra dentro è come farsi
trasportare da un trip, Campitelli lo sa e spinge sull’acceleratore anche in
“Dejaneu”, monolite sonoro basato soprattutto su un giro di basso semplice e
diretto. Il ritmo cresce con “Reject Yr Regret”, il Krautrock pervade nell’aria
e come negli anni ’70 ci si trova a ballare compulsivamente in mezzo alla
stanza.
Le
gelide lande nordiche sono spazzate da folate in “Like A Metamorphosis”, brano
più vicino alla formula canzone dei precedenti seppure ben effettato.
Percussioni aprono “Middle Ground”, qui la chitarra elettrica è protagonista in
sottofondo perchè il palcoscenico è lasciato in primo piano alla ritmica.
“Somnambulist’s
Daydream” riconduce alla musica dei Radiohead, quelli più alienati come piace a
Thom Yorke, e “Staring At The Sun Before Goin’ Blind” oltre che ultimo brano, è
anche il più lungo con i sette minuti abbondanti di Psichedelia.
“Staring
At The Sun Before Goin’Blind” è una piccola opera che nessun amante del genere si
può permettere d’ignorare, Campitelli sa bene il fatto suo e lo sa raccontare
come si deve. Buon ascolto, e nel viaggio portatevi un cappotto. MS
Versione Inglese:
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