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sabato 25 novembre 2023

Bright Magus

BRIGHT MAGUS - Jungle Corner
IRMA Rec
Genere: Jazz /funk / Psichedelia
Supporto: Soundcloud / cd / vinile – 2023




Ci sono band che hanno saputo modificare negli anni l’approccio allo stile Jazz avvicinandolo al mondo del Progressive Rock inteso proprio come sperimentazione e contaminazione, come ad esempio i Mahavishnu Orchestra, e i Weather Report, oppure artisti del calibro di Miles Davis che si sono spinti anche oltre con il proprio strumento. Necessità o semplicemente spiccata personalità? La musica è anche questo, uscire dai canoni, trovare nuovi linguaggi per esprimere al meglio ciò che si vuole dire. Quest’attitudine, seppure raramente, la ritroviamo anche oggi in Italia, non possiamo certo dire di avere altrettanti artisti al riguardo, ma quando ci s’imbatte in alcuni di loro, viene naturale soffermarsi e ascoltare con la dovuta concentrazione, questo campo sonoro non è superficiale.
Solitamente chi si cimenta in questa musica è in possesso di una tecnica individuale strumentale sopra la media, ed è anche il caso degli italiani Right Magnus che nell’album d’esordio intitolato “Jungle Corner”, riescono a far scaturire sia ricordi passati sia nuove sensazioni. Sorto quasi per caso in una sera al Diabolicus Studio, quartier generale di Giovanni Calella e Leziero Rescigno in cui l’argomento trattato è stato Miles Davis, il quintetto composto da Mauro Tre (piano Rhodes, organo), Alberto Turra (chitarra elettrica), Gianni Sansone (tromba, percussioni), Giovanni Calella (basso), e Leziero Rescigno (batteria, percussioni) si approccia a quella musica che tanto ha dato agli anni ’60 e ’70. Sei i brani contenuti nell’album registrato in presa diretta proprio a conferma della domestichezza individuale con gli strumenti. L’amalgama è ottima, si evince durante l’ascolto, ed è stata forgiata precedentemente da sette date live nel milanese che hanno permesso al gruppo di compattarsi in maniera consona.
Nei dieci minuti di “Selim/Miles” vengono allo scoperto tutte le ottime qualità descritte, un tributo alla tromba che lascia senza fiato per intensità ed esecuzione. I frangenti psichedelici donano al tutto un fascino aggiunto che personalmente ho apprezzato moltissimo. L’improvvisazione è sempre dietro l’angolo, tuttavia non è logorroica o stucchevole, bensì scorrevole e basata su ritmiche non banali. In “Jungle Corner” ci si tuffa nel passato con i panni e tutto fra percussioni, tastiere di sottofondo, tromba in evidenza e chitarra elettrica sempre pronta a dare una spinta al sound. Vi troverete a battere il tempo a vostra insaputa.
“Jellow Interlude” è altamente psichedelico oltre che ricercato, gli strumenti sono apparentemente slegati fra di loro impegnati in passaggi a se stanti, come il Jazz più sperimentale bene ha saputo spiegare. “Lullaby For My Father” ha un inizio intimista per poi partire nella consueta improvvisazione, a seguire “A Way”, composizione impreziosita dal flauto dell’ospite Enrico Gabrielli (Calibro 35).
La ritmata “Long Legs” è degna chiusura di questo debutto che ci presenta una nuova e interessante realtà italiana.
“Jungle Corner” dei Bright Magus è quindi un lavoro che ascoltato oggi prenderei come una sorta di bombola d’ossigeno, ossia aria pulita per rinfrescare la mente intasata da molta musica scadente che gira oggi sia nei canali mediatici che nelle radio. Se desiderate avere un qualcosa in più qui lo troverete, così la voglia di ritagliarvi un attimo di tempo tutto per voi. MS





Versione Inglese:


BRIGHT MAGUS - Jungle Corner
IRMA Rec
Genre: jazz /funk / psychedelia
Support: soundcloud / cd / vinyl - 2023


There are bands that have been able to change over the years the approach to Jazz style by bringing it closer to the world of Progressive Rock understood precisely as experimentation and contamination, such as Mahavishnu Orchestra, and Weather Report, or artists of the caliber of Miles Davis who went even further with their instrument. Necessity or simply distinct personality? Music is also this, stepping outside the box, finding new languages to best express what one wants to say. This attitude, although rarely, we find it even today in Italy, we certainly cannot say that we have as many artists in this regard, but when we come across some of them, it comes naturally to pause and listen with due concentration, this sound field is not superficial.
Usually those who engage in this music possess an above-average individual instrumental technique, and this is also the case with the Italians Right Magnus, who in their debut album entitled "Jungle Corner," manage to trigger both past memories and new sensations. Arising almost by chance on an evening at Diabolicus Studio, the headquarters of Giovanni Calella and Leziero Rescigno in which the subject matter was Miles Davis, the quintet composed of Mauro Tre (Rhodes piano, organ), Alberto Turra (electric guitar), Gianni Sansone (trumpet, percussion), Giovanni Calella (bass), and Leziero Rescigno (drums, percussion) approaches the music that gave so much to the 1960s and 1970s. Six tracks contained in the album recorded live just to confirm the individual familiarity with the instruments. The amalgam is excellent, it is evident while listening, and was forged previously by seven live dates in the Milan area that allowed the group to compact itself in a consonant manner.
In the ten minutes of "Selim/Miles" all the excellent qualities described come to the fore, a trumpet tribute that is breathtaking in its intensity and execution. The psychedelic bangs give the whole an added charm that I personally enjoyed very much. Improvisation is always around the corner, yet it is not logorrheic or cloying, but flowing and based on non-trivial rhythms. In "Jungle Corner" you dive into the past with the wipes and all between percussion, background keyboards, featured trumpet and electric guitar always ready to give the sound a boost. You will find yourself beating time unbeknownst to you.
"Jellow Interlude" is highly psychedelic as well as researched, the instruments seemingly unconnected to each other engaged in stand-alone passages, as most experimental jazz has done well to explain. "Lullaby For My Father" has an intimate beginning before departing into the usual improvisation, followed by "A Way," a composition embellished by guest Enrico Gabrielli's (Calibro 35) flute.
The rhythmic "Long Legs" is a worthy closure to this debut that introduces us to a new and interesting Italian reality.
"Jungle Corner" by Bright Magus is therefore a work that listened to today I would take as a kind of oxygen tank, that is, clean air to refresh the mind clogged by a lot of bad music that runs today both in media channels and on the radios. If you wish to have a little something extra here you will find it, thus the desire to carve out a moment of time all to yourself. MS









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