Alessio Trapella
ALESSIO TRAPELLA – La Ricerca
Dell’Imperfezione
Autoproduzione
Genere: Cantautore – Progressive
Rock
Supporto: cd – 2022
Ciò
che rende unico un individuo è l’imperfezione. Una caratteristica personale che
ci contraddistingue dalla massa e ci rende esclusivi. Essa può piacere o no,
ciò che attira una persona magari non piace a un'altra, ma mentre la bellezza è
standard, l’unicità del difetto è prerogativa di chi sa valorizzarla per
renderla vera e propria arma a disposizione. Vogliamo ricordare Rita Levi-
Montalcini e il suo libro “Elogio All’Imperfezione” oppure “L’Imperfetta
Bellezza” di Michele Iacono? L’argomento è sempre stato interessante oltre che
approfondito da molti altri letterati o intellettuali, poteva dunque mancare la
musica da questo elenco? Certo che no, e anche il Progressive Rock italiano
vicino al cantautorato si spinge dentro questi confini che affascinano e creano
attese. Qui veniamo all’imperfezione riferita alla composizione e
all’esecuzione di un brano, dove i difetti lo rendono spontaneo e veritiero, in
quest’ambito l’imperfezione rende unico il risultato, non freddo e calcolato
come ad esempio la tecnologia oggi ci ha abituati.
Alessio
Trapella per chi segue il Prog italiano di certo non è un nome nuovo, a ragione,
infatti, si trova nelle file di gruppi come Le Orme, gli UT New Trolls e la
band di Aldo Tagliapietra. Trapella è un polistrumentista oltre che cantante, approccia
alla musica da giovane attraverso la tromba, oggi suona il basso, la chitarra,
il contrabbasso, l’armonica e il flauto dolce, il suo approccio alla musica è
totale. Fa strano parlare di esordio discografico per un musicista che molto ha
già espresso in campo, tuttavia “La Ricerca Dell’Imperfezione” trattasi di
questo, un primo disco da solista, un mettersi in gioco nella maniera più totale.
Nel disco con l’opera realizzata a mano da Giulia Alessio che lo rappresenta,
suonano assieme a lui Ares Savioli (Tastiere, chitarra), Luca Chiari (chitarre)
e Gianluca Raisi (batteria). L’artwork all’interno è di colore rosso vivo,
contenente oltre che ai rituali testi, anche foto rappresentanti lo studio
d’incisione, gli strumenti e i musicisti in causa. Dieci le canzoni in cui
Trapella gioca la carta della semplicità, schiettezza artistica relegata al
gusto del bello ma che non cerca mai di fare il passo più lungo della gamba.
Musica da ricordare senza troppi fronzoli con all’interno testi importanti e
passaggi tecnici comunque non da sottovalutare, e non potrebbe essere
altrimenti visto il bagaglio dell’autore alle spalle.
Ottima
la prova vocale del musicista veneto, si apprezza sin dall’iniziale “Sonata
461” che palesa l’intrinseca anima delle Orme. Ed è già qui che l’imperfezione
appare a chi sa riconoscerla, così in “Freeda” dove le tastiere sono
protagoniste di un inno a una donna musa ispiratrice. Il Rock gentile prosegue con
“Al Fratello Mai Nato”, un bilanciato mix fra canzone e Prog, qui Trapella osa
di più nella ricerca, almeno negli effetti vocali. Forte in me ritorna il
ricordo di un capolavoro assoluto nominato “Terra In Bocca” degli indimenticati
I Giganti, anni ’70 annessi. “Bando” è più canzone ma con un intermezzo molto
Genesiano. Il ritmo sale attraverso “Euridice A Milano”, l’attesa di Orfeo si
confonde fra le sonorità dal profumo Premiata Forneria Marconi, bellissimo
brano con cambi umorali. Introspettiva “Silenzio Azzurro”, canzone più lunga
dell’album con i sei minuti abbondanti di durata. La successiva “Un Amaro” è
storia quotidiana e contiene un bell’assolo di chitarra elettrica che sfocia
nel territorio Jazz. “L’Uomo Col Cuore In Mano” mostra il lato più sensibile
del musicista fra arpeggi e un incedere che ricorda passaggi dell’album “Passpartù”
della già nominata Premiata. Un piano apre lo scioglilingua milanese “Ti Cat
Tachi I Tachi”, l’andamento jazz si mescola con il Rock e ad alcune sorprese in
modalità Area. La malinconica “.Regredendo” mette fine all’ascolto ed è una
vetrina per le capacità balistiche del polistrumentista in esame.
In
questo disco d’esordio Alessio Trapella mette in campo tutte le carte a
disposizione conquistate negli anni fra palco e studi, per un risultato
gradevolissimo oltre che bene inciso. Tanta melodia e tanta storia, il connubio
aleggia nell’imperfezione che resta comunque ben celata. Ha ragione da vendere,
non dobbiamo avere paura di sbagliare, sentiamoci sinceramente liberi perché si
vive sicuramente meglio. MS
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