AIPERION – Il Tempo Utile All’Addio
Autoproduzione
Genere: Psychedelic / Progressive Rock
Supporto: cd – 2017
La
band friulana (Udine) Aiperion ha una lunga attività alle spalle, si forma nel
2001 e si esprime con un cantato
inizialmente in lingua inglese. Il trio composto da Daniele Treu (chitarra e
voce), Fabio Sant (basso) e Leonardo Modonutto (batteria) si esibisce in
diverse date live e raggiunge anche un terzo posto al concorso nazionale
Pagella Rock nel 2005. Quello che propongono è ciò che in definitiva noi
scribacchini andiamo a collocare nel calderone Progressive Rock, in quanto le
influenze di stili racchiusi nella loro musica sono differenti, comprese le
sperimentazioni. Si denotano la Psichedelia, del Post Rock, Stoner e tutto
quello che il Prog Rock degli anni ’70 ci ha dato come eredità, King Crimson in
primis.
Sono
sempre in fermento e in continua ricerca di nuove forme d’arte, comprese colonne
sonore per cortometraggi e documentari, una vivacità che porta gli stessi
strumentisti ad avere sempre uno spirito alto ed una creatività accelerata. Il
primo lavoro ufficiale risale al 2007 con il titolo “Through The Total Glare”, composto
da otto tracce. Esso riceve buoni consensi sia in ambito live che nel web.
Oggi
ritornano all’attenzione del pubblico con “Il Tempo Utile All’Addio”,
presentato in ben cinque copertine differenti, per la gioia dei collezionisti,
tutte realizzate da Bernardetta Giordano rappresentanti l’attimo struggente dell’addio.
Undici
le canzoni, a cominciare da “Nota Dolente” con i testi penetranti di Daniele
Treu. Suono sferzante su una ritmica precisa e potente coglie subito
l’attenzione dell’ascoltatore, compreso il gustoso ritornello. Più spensierata
“Borderline”, e le chitarre giocano un ruolo importante, sia per il riff che
per l’andamento a tratti nervoso stile Fripp. Con “Il Diavolo Probabilmente” si
scorge il lato più ricercato e duro degli Aiperion, nella ritmica e nella
struttura del brano dedita ad una sorta di schiaffo e bacio, fra durezza e
quiete. Le chitarre distorte proseguono anche nell’intro di “Riflessi”, canzone
dalla buona armonia ed una attenzione particolare alla formula canzone.
Nella
musica non si manifestano molti assolo, la band bada al sodo e la tecnica che dimostrano
di avere i tre componenti non sfocia mai in logorroici passaggi, piuttosto
tendono a spingere sull’energia formando un vero e proprio muro sonoro. Giunge la quiete nell’inizio di “Ultimi
Immortali”, la canzone che spezza giustamente l’ascolto, arricchita da archi e
ben arrangiata.
“Verme”
potrebbe essere un single in quanto in esso trovo tutti gli ingredienti giusti,
riff orecchiabile compreso. A seguire la quasi strumentale “Vanvera”, vetrina
bella e buona per le doti tecniche e compositive. Ancora archi nell’inizio di
“Testacoda” mentre la voce di Treu è quasi sussurrata e la canzone a questo
punto si può dire in pieno stile Aiperion, schitarrate annesse. Gradevole
l’intervento delle tastiere. Non manca un breve momento acustico, qui voce e chitarra
acustica dal titolo “Vascello Steppa”, ma attenzione non è una vera e propria
ballata. Concludono il disco i due frangenti “Fantasmi I” e Fantasmi II”,
quest’ultimo è una sorta di brano fantasma nel puro senso del termine, ma non
vi voglio rovinare la sorpresa.
Buono
il suono, ben registrato ed equilibrato, solo in rari frangenti la voce è
sovrastata dagli strumenti, per il resto nessuna pecca.
Un
disco che non conosce attimi di stanca e che ben si adatta ad un ruolo di tutto
rispetto nella nuova ondata di band italiane dedite a questo genere. Energia da
prendere. MS
Contatti: aiperions@gmail.com
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