TNNE – The Clock That
Went Backwards
Progressive Promotion
Records / GT Music Distribution
Genere: Progressive
Rock
Supporto: cd-2014
Il Prog che resta radicato con tutte le proprie forze a se
stesso. Passano gli anni, i decenni, ma la forza di resistere non viene meno e
ce lo raccontano anche i lussemburghesi
TNNE con “l’orologio che è andato indietro”. Ho preso questa metafora per
cominciare a parlare di un graditissimo ritorno, i TNNE (The No Name Experience)
sono il nuovo progetto dell’ex tastierista dei No Name Alex Rukavina e del
cantante Patrick Kiefer che ha lasciato la band nel settembre 2010. Con i due
musicisti suonano anche Michel Volkmann (chitarra), Giles Wagner (batteria),
Claude Zeimes (basso) e Fred Hormain (sax).
Di certo i più afferrati di voi conoscono bene le
potenzialità dei No Name e sicuramente riponete buone speranze anche in questo
debutto dal titolo “The Clock That Went Backwards”, e non vi sbagliate. Con un
artwork curato ed esaustivo in forma cartonata ed una registrazione audio
davvero buona, l’album si presenta suddiviso in nove tracce.
Il genere proposto è un insieme di New Prog e Psichedelia,
per chi li conosce posso avvicinarli ai tedeschi RPWL, per farvene una certa idea.
“My Inner Clock” riesce sin da subito a spiegare il legame
che esiste fra i due generi, ma anche con l’attenzione di chi nel tempo ha
saputo ascoltare. La parte strumentale specialmente la dice lunga. Di certo non
sfuggono anche riferimenti ai Pink Floyd.
Riflessione sul tempo che passa, o meglio…che vola, nella breve “Clairvoyance”
e quando il piano parte ed arpeggi di chitarra lo raggiungono, la mente vola su
altopiani Marillioniani era Fish. Preludio per “About Angels And Devils”,
semplice ed orecchiabile. La title track impegna di più, le chitarre distorte
che fanno la ritmica donano all’ascolto profondità, come bene sanno fare gli
Arena di “The Visitor”. Bellissimo assolo di chitarra che non è altro che il
suggello della mia descrizione. Non ci sono suite nell’album, tutto comunque
resta legato e scorrevole, un unico viaggio che di emozioni sa rilasciarne a
profusione. “Circles Of Life” gioca bene sulla formula canzone, perché il New
Prog a differenza di molti altri sottogeneri, ha capito l’importanza della
melodia di facile assimilazione. Ci accolgono nel loro nuovo mondo con l’Hard
Prog di “Welcome To My New World” per poi concludere alla grande con “The
Snow”, fra reminiscenze Genesis e molto altro. Esiste anche la versione edit di
“Circles Of Life”, toccante e raffinata.
“The Clock That Went Backwards” è un bel disco, consigliato
ai fans dei gruppi che ho citato, ma anche a tutti coloro che amano la musica
in generale, perché questo lavoro ha due opzioni, fare ascoltare con attenzione
meditativa e divertire senza grandi impegni. Incongruenza? Credetemi, non è
cosa per tutti.
Un ritorno gradito. (MS)
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