Lana Lane
LANA
LANE – Neptune Blue
Frontiers
Music Srl
Genere:
Hard Prog
Supporto:
cd – 2022
Che
bella sorpresa! La signora del Prog è ritornata dopo ben dieci anni di assenza.
Lana Lane si aggira nel territorio dai primi anni ’90 assieme a suo marito e
tastierista Erik Norlander (Rock Scientists) e ci ha sempre deliziato con la
sua voce raffinata e melodica. Gli spunti hard ci sono sempre stati ma la
natura di Lana Lane è delicata, colorata e particolareggiata, proprio come le
copertine che rappresentano sempre i dischi proposti.
“Neptune
Blue” è l’undicesimo album in studio escludendo gli ep, e undici sono anche i
brani che lo compongono. L’americana Lana si circonda di un parterre davvero
ricco, con nomi altisonanti quali Erik Norlander (tastiere, voce), Jeff Kollman
(chitarra), Mark McCrite (chitarra, basso, voce),
Don Schiff
(NS/Stick), Greg Ellis (batteria e percussioni) e John Payne (cori).
Non
nascondo la smania di ascoltare il disco e la paura di rimanerne deluso per
chissà quale mutamento stilistico che in realtà non si è palesato, Lana Lane è
una certezza. E’ davvero un piacere
imbattersi con un’apertura quasi AOR, positiva, hard e semplice come “Remember
Me”, dove l’azzeccatissimo ritornello fa tornare la mente indietro di decenni.
Deja vu sicuramente, ma sempre bene accetti.
Sappiamo
bene che il pubblico americano ama ascoltare buone melodie, tuttavia non
disdegna assolutamente anche la tecnica esecutiva, molte delle band Prog del
campo sono un perfetto equilibrio per un risultato gradevole, per fare due nomi
su tutti, Echolyn e Spock’s Beard. Anche la musica di Lana Lane è tecnica,
variegata e melodica, ma lascia più spazio ai ritornelli di facile
memorizzazione spezzati solo da efficaci assolo strumentali. Ascoltate “Under
The Big Sky” e godete di quanto definito. “Really Actually” è un mid tempo dove
le tastiere trasportano verso la new wave anni ‘80, ma niente paura, è sempre
dentro il Progressive Rock. L’intelligenza della cantante risiede nel non
tentare scale elevate senza una riscontrata necessità, mai si osa più del
dovuto, qui risiede la maturazione di quest’artista che a modo di vedere di chi
vi scrive avrebbe meritato più fortuna.
Le
ballate ci sono sempre e inevitabilmente raffinate, “Cum Lift Me Up” e la
toccante title track “Neptune Blue”. Semplice e diretta “Bring It on Home”,
energia pulita. Voce filtrata in “Bring It On Home” mentre nella breve “Don't
Disturb The Occupants” le tastiere partono in una ritmica in stile Supertramp.
Sale il ritmo in “Lady Mondegreen”, un giro armonico che fa il verso alla
solarità della nostrana Premiata Forneria Marconi. Con “Miss California” la
band fa un altro salto nel mondo dell’AOR per poi passare con “Someone Like You”
in un sound proveniente direttamente dagli anni ’70 o per meglio dire fine ’60,
quando i Beatles ci disegnavano melodie saccheggiate per decenni e decenni da
tutti gli artisti. Ancora vigore in “Far From Home” e poi la conclusiva e già
citata “Neptune Blue”.
E’
passata un’ora, non mi è sembrato tutto questo tempo, ciò dice quanto è stato
gradevole l’ascolto. Ben tornata signora, questa volta ti prego, non lasciarci
per troppo tempo in sospeso, c’è anche bisogno di musica ben confezionata e
diretta, c’è bisogno di Lana Lane! MS
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