GIANT HEDGEHOG – Im Siel
Autoproduzione
Progressive Rock / Sperimentale
Supporto: cd – 2022
Nomi
di fantasia per band ne abbiamo visti davvero di bizzarri, specialmente nel
mondo del Rock Progressivo, fra Locande, Raccomandate, Banchi e Fornerie c’è di
che sbizzarrirsi. Poi in tempi più recenti ci sono anche l’Albero Del
Porcospino (Porcupine Tree) e ora un altro grazioso animaletto sempre con gli
aculei, il Riccio Gigante (Giant Hedgehog)!
Il
nome fa pensare a boschi e ad aria buona, poi la copertina con i colori
pastellati e fiabeschi sottolineano la sensazione. Invece i tedeschi Giant
Hedgehog di Folk hanno davvero poco a parte qualche sprazzo, e neppure punti di
congiunzione con la band di Steven Wilson. Con “Im Siel” giungono al terzo
disco in studio, dopo “Giant Hedgehog” (2014) e “Die Irrealität Der Zeit”
(2018).
Si
formano a Münster per suonare un Rock ricercato, attento al passato ma con una
chiave di lettura moderna. Prog alla King Crimson e Van Der Graaf Generator
s’incontra con il Jazz e qualche volta con il Metal per dare vita a frangenti
anche cacofonici. Musica per palati fini, ossia per coloro che sono stanchi
della solita solfa e ricercano un qualcosa di davvero forte e inusuale. La band
è formata da Patrick Aguilar (basso), Moritz Nixdorf (batteria), Niklas Tieke
(chitarra) e Thomas Mrosek (sassofono).
I
Giant Hedgehog prediligono i brani dalla lunga durata, quindi all’interno
dell’album non mancano le suite sempre ricche di cambi di tempo. Il disco si
apre con “Gemurmel Aus Dem Brunnen”, arpeggi soavi e sassofono dipingono
scenari davvero bucolici e senza grosse sorprese (a parte il crescendo sonoro)
quasi non lasciano presagire cosa ci attende in seguito. Ed ecco immediatamente
la suite di ventitré minuti “Im Siel”, e il mondo dei Van Der Graaf Generator
si staglia avanti all’ascoltatore. Il brano è palestra per le capacità tecniche
dei componenti che uno a un danno dimostrazione dell’estro personale. Non di
rado trovo anche affinità con alcuni passaggi degli svedesi Landberk, questo lo
dico ovviamente per chi li dovesse conoscere. Non c’è un attimo in cui restare
tranquilli nel senso che quando l’orecchio si abitua a un motivo, ecco che la
band vira in un altro percorso sonoro, tutto ciò rende sempre massima
l’attenzione. Certo chi non ama questo modus operandi farà di questo disco una
zeppa per un tavolo traballante, tutti gli altri sono convinto che invece
quantomeno apprezzeranno. Decisamente particolare la scelta di incastrare
l’Heavy Metal in brevi momenti e confesso che tutto questo non infastidisce,
anzi, a ripetuti ascolti capisco anche il suo perché.
Ancora
arpeggi di chitarra aprono il brano “Lunas Bank”, altro crescendo che nulla
aggiunge e nulla toglie a quanto descritto. Questa è la musica del Riccio
Gigante, prendere o lasciare. Proprio come i suoi aculei sa rendersi pericolosa
ma non mortale, in parole povere i Giant Hedgehog sanno il fatto proprio,
ascoltate “Damals Am Teiche” per credere, oppure la conclusiva “Einkehr”.
Di
tanto in tanto è bello ascoltare nuove sonorità e questo fa bene anche alla
mente. Certo, non un disco epocale e neppure da fischiettare, però come ho già
detto, ha un suo perché…. Perché è semplicemente bello. MS
BANDCAMP: https://gianthedgehog.bandcamp.com/album/im-siel
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