Karfagen
KARFAGEN
- Land Of Green And Gold
Caerllysi
Music
Genere:
Rock Progressivo Sinfonico
Supporto: cd – 2022
L’Ucraina
in questo periodo è al centro del mondo per motivi politici dall’alto pericolo
bellico, i rapporti con la Russia sanno tutti quali sono, una situazione
davvero difficile e sull’orlo del precipizio. Noi purtroppo siamo inermi
spettatori di cui subiamo le dirette conseguenze (vedi prezzi del gas), ma dall’Ucraina
ci giungono anche bellissime cose, come ad esempio la musica dei Karfagen. Il
nome significa Carthago, che sarebbe un simbolo di gloria e saggezza, mentre il
progetto sonoro nasce nel 1997 da un’idea del tastierista e percussionista Antony
Kalugin. I Karfagen muovono i primi passi in una scuola universitaria di
architettura che fa loro da vera e propria palestra per poi esordire
ufficialmente nel 2006 con “Continium”. Numerosissime negli anni le
collaborazioni con differenti artisti che compaiono spesso come special guest
nel lavoro di un singolo album, e se consideriamo che la discografia della band
sia formata da tredici album, possiamo avere l’entità della cosa. Colpisce l’alta
qualità degli album, tutti apprezzati dalla critica e dal pubblico mondiale, la
carta vincente risiede nel cambiamento album dopo album di stile, anche se
sempre relegato al Prog Sinfonico. Il sapersi circondare di numerosi artisti
sempre differenti apporta alla musica dei Karfagen una ventata di freschezza.
Ciò
avviene anche nel caso di “Land Of Green And Gold”, musica per amanti di gruppi
come “The Flower Kings, Camel, Happy The Man e Kayak su tutti.
Il
disco come sempre ha una copertina e un’ artwork spettacolare e
particolareggiata in immagini oltre che di colori, il disegno è ad opera di
Igor Sokolskiy mentre l’artwork è di A. Kalugin.
Undici
sono i brani per un’ora giusta di musica suddivisa in tre suite, a iniziare da “Chapter
1: Land Of Green”. Arpeggi, flauti, atmosfere sognanti dal sapore antico si
alternano a passaggi orchestrali dal forte impatto emotivo. I Camel di “The
Snow Goose” salgono in cattedra e regalano assieme alla chitarra in stile Steve
Hackett un intro degno di nota. Ed ecco partire la suite, grazie alle tastiere
che non soltanto compongono tappeti su cui far parlare la chitarra elettrica,
bensì restano sempre in senso generale le protagoniste della musica dei
Karfagen. Ora sono i The Flower Kings a lasciare il segno fra le note e tutto
assume uno scenario accattivante, fra passato e presente.
La
musica è soave come il caso di “Land Of Green” e assume anche le sembianze
sinuose di un Jazz soft ruffiano e caloroso. Album strumentale dalle mille
sfaccettature, un vero e proprio caleidoscopio di colori e note. Le altre due
suite si chiamano “Chapter 2” e “Chapter 3”, e non voglio raccontarvi null’altro
per non togliervi il gusto della sorpresa, tanto avrete già capito di cosa si
tratta.
Un
disco strumentale, caloroso, sorprendente, vigoroso e morbido e quello che ho
apprezzato di più in lui sono gli assolo di chitarra elettrica, ma questa è
solamente una questione di gusto personale.
Musica
spesso solare dunque e complimenti nuovamente ad Antony Kalugin che è riuscito
a fare un altro disco (l’ennesimo) degno di nota e assolutamente da possedere.
Intanto
colgo l’occasione per essere solidale con la situazione che sta precipitando
nella sua terra.
All
the best! MS
Meraviglioso,un gruppo che seguo da sempre,ogni album riesce a stupirmi e meravigliarmi.Ciao Max
RispondiEliminaCiao! Infatti. Disco dopo disco la qualità e le idee aumentano sempre. Grande vena compositiva.
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