ALEXANDER
LAYER – Huginn Muninn
Virtuoso
Records – Elevate Records
Genere: Virtuoso Strumentale
Supporto: ep – 2019
Huginn
è il pensiero mentre Muninn è la memoria, entrambi sono i corvi del dio Odino
che vagano sulla terra a riportare informazioni al loro padrone. Con queste
tematiche mitologie Norrene e Celtiche, la musica del virtuoso chitarrista
Alexander Layer si presenta per la seconda volta al pubblico dopo il recente debutto
del 2018 intitolato “Fenrir”.
Alexander
Layer è il nome d’arte di Alessandro De Fusco, giovane chitarrista diplomato al
V°anno di chitarra classica e solfeggio, studente Lizard Accademy di Roma.
Amante dell’Heavy Metal riesce a miscelare la sua passione al neo classico per
un risultato che mette in evidenza tutte le sue qualità tecniche con una
piccola dose di Progressive Metal.
L’edizione
fisica del disco completamente strumentale è elegante e cartonata, contenente
l’esaustivo libretto che accompagna il cd narrante le vicissitudini dei brani e
cosa vogliono rappresentare. Foto centrale tutta pagina dell’artista e i
credits rifiniscono il tutto. L’artwork con i corvi è ad opera di Antonella
Panico, mentre il booklet è materia di Simona Guerrini. Tengo a sottolineare
una volta tanto, che le scritte si
leggono! La line up oltre che dal chitarrista Alexander Layer è formata da
Francesco Coia (basso), Michele Milano (batteria) e Francesco Cipullo
(tastiere).
“Huginn
Muninn” è composto da sette tracce per un totale di venticinque minuti di
musica, ad iniziare dall’intro tastieristico di “Hugr And Munr”. Il corvo non è
soltanto un simbolo di morte, ma un vero e proprio animale intelligente tanto
che Odino ne fa appunto proprio messaggero. Nella mitologia del nord esiste
anche una forte e bellissima donna chiamata Valchiria, ed eccola decantata nel
vero primo brano dell’album intitolato “Valkyrie”. Una cavalcata Metal dall’inizio
roboante e forsennata come il galoppo di un cavallo in corsa, per poi aprirsi
in sonorità ariose e sostenute.
I
corvi cominciano a svolazzare attorno al mondo e a riportare notizie in
“Grimnismal, altrimenti detto «Discorso
di Grímnir», quarta composizione della Ljóða Edda, raccolta di poemi su
argomenti mitologici scritti fra il il IX e l'XI sec.. Tastiere dal suono
mellotron ricoprono coralità, mentre la chitarra alterna passaggi tecnici ad
emotività.
“Kenning”
presenta il lato più malleabile dell’artista, canzone che ha una melodia
incentrata sulla dolcezza, orecchiabile e diretta. “Hrafnaguò” è il brano più
lungo dell’album grazie ai suoi cinque minuti abbondanti di musica. Qui si
manifesta l’aspetto più Metal Progressive del giovane chitarrista, alcune
tastiere rimandano ai primi Dream Theater, mentre il sound è incentrato su cambi
di tempo, davvero notevole il lavoro della sezione ritmica. Il brano è spezzato
nel finale, lasciando adito a riff di matrice celtica.
Chitarra
classica in “Hugins Vör”, una ballata dal sapore nordico, sembra quasi che i polmoni
si riempiono d’ aria umida e fredda durante l’ascolto che avviene ad occhi
chiusi, perché l’enfasi strutturale tende a farci reagire in questo modo
incontrollato.
Il
disco si conclude con l’energica “òdinn”, altra cavalcata epica e comunque non
troppo roboante, dove il chitarrista si diverte ad eseguire passaggi in stile
J.Y.Malmsteen..
La
musica di Alexander Layer ha un grande pregio, quello di non perdersi in
inutili elucubrazioni, la tecnica si ma non asfissiante, e soprattutto tanto
cuore. Talento da tenere d’occhio. MS
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