DIEGO PETRINI – La Materia Del
Suono
AMS
Records / BTF Vinyl Magic
Genere:
Progressive Jazz
Supporto: cd / Digital – 2025
Diego
Petrini è un nome oramai conosciuto nell’ambito Rock Progressivo italiano,
grazie alla sua opera dietro alla batteria nella band Il Bacio Della Medusa, formazione
fra le più importanti oggi nel genere sia in patria che all’estero.
“La
Materia Del Suono” è il sorprendente debutto discografico, Petrini si cimenta
in più strumenti, ma l’album è incentrato e concepito soprattutto al
pianoforte. Qui l’autore spazia nel pentagramma senza freni inibitori, lasciandosi
trasportare dalle emozioni. Il disco è completamente strumentale escluso l’ultimo
brano “Ciò Che Trascende” che vede alla voce il cantante e chitarrista storico
della band Jumbo, fra le più influenti del Rock Progressivo italiano anni ’70.
“La
Materia Del Suono” è un concept suddiviso in due parti (L'Armonia Della Natura
e Sull'Artificio Dell'Uomo) composte di sei brani ciascuna impegnate in un Jazz
Prog dalle influenze Rock anni ’70, oltre che intriso di numerose derivazioni
che spaziano dalla Musica Classica, Lirica, Etnica, Popolare, Folk, Rock, e
Fusion. La cultura musicale palesata dall’artista è ampia, come in pochi casi
si riesce a riscontrare in questi ultimi tempi sonori. Così descrivono le note
che accompagnano il prodotto: “L'album è il risultato di un certosino lavoro di
esplorazione sonica che Petrini attua scavando con passione ed eclettismo nei
meandri della dicotomia Natura-Artificio proiettata nella dimensione che da
decenni padroneggia, quella della musica, non più confinata alla semplice
architettura di note e ritmi ma foriera di potenti contesti emozionali e di
proiezioni immaginifiche che conducono l’ascoltatore a vivere un viaggio
inaspettato”.
Nel
percorso Petrini si coadiuva di special guest provenienti anche dalla stessa
band madre come Eva Morelli ai fiati, Giorgio Panico al basso fretless, Andrea
Morelli alla chitarra elettrica, e Claudio Ridolfi alla fisarmonica.
Il
disco farà sicuramente la gioia degli appassionati di quel sound descritto,
soprattutto di chi apprezza nel Rock il suono del Moog e del Mellotron.
“L’Armonia
Della Natura” si apre con “Come In Mare Le Onde” (nomen omen), otto minuti
abbondanti di escursioni cinematiche in cui le dolci note del piano immergono l’ascoltatore
in un contesto passato anche dal ritmo bossa nova. Qui si possono apprezzare differenti
stili che intercedono fra di loro, trascinando la mente negli anni ’70 con interventi
Jazz orchestrali.
Musica
senza tempo, e quando Petrini si adopera nei frangenti d’interludio fra i cambi
di stile, non possono che venire alla memoria certi passaggi delle nostrane
Orme, al resto ci pensano i fiati di Eva Morelli.
“Alla
Deriva” tocca le corde dell’anima, in un movimento pacato in cui i cambi di
tempo dimostrano che il Progressive Rock è e resterà per sempre una musica
immortale. La breve “Macchia Verde” sembra uscita da una sigla di un film anni ’70,
mentre “Immagini Al Tramonto” trasporta lo stato d’animo in un paesaggio
bucolico, fresco e ipnotico per bellezza. Sale l’intensità con “Etere”, qui Le
Orme sono ancor più presenti, specialmente quelle di “Felona E Sorona”. Ma è
solo l’illusione di un attimo, la virata stilistica nella musica di Petrini è
sempre dietro l’angolo. Il piano si alterna ai fiati in un colloquio rodato e
perfetto. “Sangue Freddo” conclude la prima parte del disco con intensità
emotiva elevata e molto classicismo.
Il
primo brano di “Sull’Artificio Dell’Uomo” s’intitola “Fragole Di Cinabro”, un
esempio di come la musica possa far scorrere all’immaginario fotogrammi su
fotogrammi fatti di ricordi e meraviglie paesaggistiche. “Antropomorfa” è
vigorosa nell’incedere, muscolare, ricercata in soluzioni che sfiorano anche l’Hard.
“Sublimazione”
è addirittura ballabile, dove la fisarmonica di Claudio Ridolfi dona al
contesto quel gusto retrò dal fascino prettamente atavico. I cinque minuti di “Mimesi”
rappresentano ancor più l’intento cinematografico di quest’album per poi
passare a “La Plastica”, simpaticissima composizione al limite del giocoso.
Come attitudine potrei definirlo il brano più progressivo dell’intero album,
dove i tasti del piano si sostituiscono in alcuni tratti alle chitarre di
Robert Fripp per passaggi in stile King Crimson.
Infine
“Ciò Che Trascende” con Alvaro Fella, qui il tempo si è fermato, i peli si alzano
sulla pelle sopra nell’ascolto del flauto. La grinta di Fella la conosciamo
tutti, l’attitudine inossidabile è magistralmente conservata. La sensazione di
rivivere certi canti politici degli anni che furono è quantomeno giustificata.
Tanta storia fra le note.
“La
Materia Del Suono” è un album fisico, storico, colto, dove si possono toccare
con mano le sensazioni che solo certa musica sa esporre, fra melodie toccanti e
fughe strumentali. Una bomboniera sonora che nessun amante del genere si deve lasciar
sfuggire, oggi più che mai. Discone! MS
Versione Inglese:
DIEGO
PETRINI – La Materia Del Suono
AMS Records / BTF Vinyl Magic
Genre: Progressive Jazz
Format: CD / Digital – 2025
Diego Petrini is a well-known name in the Italian
Progressive Rock scene, thanks to his work behind the drums in the band Il
Bacio Della Medusa, one of the most important formations in the genre both in
Italy and abroad.
"La Materia Del Suono" is Petrini's
surprising discographic debut, where he plays multiple instruments, but the
album is centered and conceived mainly around the piano. Here, the author
explores the pentagram without inhibitions, letting emotions guide him. The
album is entirely instrumental, except for the last track "Ciò Che
Trascende," which features Alvaro Fella, singer and guitarist of the
influential Italian Progressive Rock band Jumbo from the 1970s.
"La Materia Del Suono" is a concept album
divided into two parts (L'Armonia Della Natura and Sull'Artificio Dell'Uomo),
each composed of six tracks, engaged in Progressive Jazz with 1970s Rock
influences, as well as numerous derivations from Classical Music, Lyric,
Ethnic, Folk, Rock, and Fusion. The artist's musical culture is vast, as seen
in few cases in recent times. The notes accompanying the product describe it
as: "The album is the result of a meticulous work of sonic exploration
that Petrini undertakes, digging with passion and eclecticism into the meanders
of the Nature-Artifice dichotomy, projected into the dimension that he has
mastered for decades, that of music, no longer confined to simple architecture
of notes and rhythms but a harbinger of powerful emotional contexts and
imaginative projections that lead the listener to live an unexpected
journey."
Petrini is joined by special guests, including Eva
Morelli on winds, Giorgio Panico on fretless bass, Andrea Morelli on electric
guitar, and Claudio Ridolfi on accordion.
The album will surely delight fans of that sound,
especially those who appreciate the Moog and Mellotron sounds in Rock music.
"L'Armonia Della Natura" opens with
"Come In Mare Le Onde" (nomen omen), over eight minutes of cinematic
excursions where the piano's sweet notes immerse the listener in a context that
also features bossa nova rhythms. Different styles intersect, transporting the
mind to the 1970s with jazz orchestral interventions.
Timeless music, and when Petrini operates in the
interludes between style changes, memories of certain passages by Italian band Le
Orme come to mind. The winds by Eva Morelli add to the effect. "Alla
Deriva" touches the soul, with tempo changes that demonstrate that
Progressive Rock is and will remain an immortal music. The brief "Macchia
Verde" seems to come from a 1970s film theme, while "Immagini Al
Tramonto" transports the listener to a bucolic, fresh, and hypnotic
landscape. The intensity rises with "Etere," where Le Orme's
influence is even more present. "Sangue Freddo" concludes the first
part of the album with high emotional intensity and classicism.
The first track of "Sull'Artificio
Dell'Uomo" is "Fragole Di Cinabro," an example of how music can
evoke images and memories. "Antropomorfa" is vigorous and muscular,
with solutions that border on Hard Rock. "Sublimazione" is even
danceable, with Claudio Ridolfi's accordion adding a retro touch. The five
minutes of "Mimesi" represent the album's cinematic intent, followed
by "La Plastica," a playful composition. "Ciò Che
Trascende" features Alvaro Fella, where time stands still, and the
listener is transported to a different dimension.
"La Materia Del Suono" is a physical,
historical, and cultured album, where sensations that only certain music can
evoke can be felt. A sonic treasure that no fan of the genre should miss. Big
album! MS
https://diegopetrini-ams.bandcamp.com/album/la-materia-del-suono



Gentile Massimo, ricordo che Diego Petrini e gli altri componenti de Il Bacio della Medusa, tranne il cantante menestrello, pubblicarono se non sbaglio, uno splendido lavoro con il nome di Ornithos. Lo ricordo bene perché girò molto sul mio Stereo, essendo un side project della band madre, ma dai connotati un pochino più oscuri ma soprattutto con il largo utilizzo di flauto e sassofono da parte della Morelli. Certamente la voce piena di effetti, risultava il punto debole del disco, ma c'erano anche interventi di voci femminili, come nel grandioso brano finale (vado a memoria) cantato interamente da una splendida ragazza con un' interpretazione molto toccante. Musicalmente non si distanziavamo molto dalla band madre, ma dimostravano un gran coraggio senza sbagliare un singolo brano. Come dicevo fu la componente molto più presente dei fiati a renderlo un lavoro che spaziava dalle sonorità brevi in stile hard prog a volte anche spinto, a device incursioni nel Jazz rock. Peccato che è stato l' unico album prodotto da Petrini e compagni, perché forse lo ritengo uno dei lavori migliori italiani degli ultimi 15 anni.
RispondiEliminaÈ un peccato che la band Umbra de Il Bacio Della Medusa, che ha in se anche composizioni di facile ascolto nelle istanze più brevi, non possa essere trasmessa da quelle presunte "radio Rock" italiane che danno spazio a cani e porci (e quanti cani e quanti porci si sentono in giro) non abbiamo il coraggio di fare conoscere una realtà importante come loro. Ricordo, per terminare che nella prima o seconda metà dei 2000, su Stereo Notte il conduttore appassionato di Prog rock fece una serie di sabato notte dedicate al nostro genere, e incredibilmente invitarono in studio per una breve intervista proprio Il Bacio della Medusa per provare il loro album in uscita. Credevo sarebbe arrivato il terremoto e contemporaneamente lo tsunami negli studi Rai.
Ma purtroppo la mediocrità e la non cultura mischiata al menefreghismo si è preso in mano questo Paese.
La smetto qui. Prima di iniziare a fare il solito comizio, come mi rimproverano i miei compagni.
Saluti da Ivano
Caro Ivano, hai ragione su tutto. Io ho il disco dei Ornithos che ho pure menzionato nel mio libro Progressive Rock Italiano 1980 2013. Molto bello!
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