AETHER
- Trans-Neptunian Objects
Luminol
Records
Genere: Progressive Rock / Jazz /
Ambient
Supporto: cd / Bandcamp – 2024
Il
sogno dell’uomo è sempre stato quello di poter viaggiare nello spazio e magari
di incontrare nuovi pianeti abitabili con altrettante nuove forme di vita.
Questo
scenario è stato il soggetto per molti libri, film e soprattutto album
musicali, dove gli artisti si sono sbizzarriti a interpretare l’argomento con
atmosfere più o meno eteree.
“Trans-Neptunian
Object” è il nuovo album della band milanese Aether e a sua volta trae spunto
da queste argomentazioni. Come descrivono le note della band, “"Trans-Nettunian
Object" è un corpo celeste appartenente al sistema solare la cui orbita è
interamente o in gran parte oltre quella di Nettuno, immerso nello spazio
siderale come i suoni che ispirano questo lavoro.”.
Andrea
Serino (pianoforte e tastiere), Andrea Ferrari (chitarre), Andrea Grumelli (basso),
e Teo Ravelli (batteria ed elettronica), ritornano dopo un anno dall’ottimo
esordio intitolato “Eather” e lo fanno con otto brani di musica Progressive
Rock, Jazz, e Ambient contenuti nella bella copertina di Mario Coppola.
Dopo
il classico preludio, il viaggio inizia tramite il primo singolo “Neptune”. L’orbita
è quella di Yes e King Crimson e prende spunto dalla composizione omonima di R.
Beirach. La musica disegna traiettorie lineari affidandosi alle capacità
esecutive dei singoli componenti i quali mostrano un amalgama rodata.
“Magrathea”
è il secondo singolo tratto dall’album. Qui le arie sono maggiormente lievi, un
galleggiare nel vuoto in cui l’ascolto si perde nell’infinità dello spazio. Questa
musica rilassante si avvale d’istanti ipnotici in cui le tastiere disegnano le
coordinate del percorso su una ritmica mai invadente e pulita.
Si
arriva a “Saturn”, in cui le note sembrano scivolare sui suoi anelli. Questa
volta è la chitarra a descrivere le sensazioni, su eco di strumenti di
sottofondo. Il suono caldo del basso dona profondità agli intenti.
Diverso
il caso di “Ephemeris”, la ricerca cara al Progressive Rock è presente
attraverso scelte che possono variare dal Jazz ai Gentle Giant passando per una
robusta Psichedelia. Gli Aether s’impegnano nel farci ascoltare la musica a
occhi chiusi, senza distrazioni di sorta.
“Pale
Blue Dot” è onirica e tende ad estraniare l’ascoltatore dalla realtà, uno dei
brani più concentrati nell’esprimere il concetto d’infinito.
Si
alza il ritmo con “Amalthea”, composizione dalle influenze Jazz marcate, dentro
la quale si celano richiami al passato. Le variazioni ritmiche danno la
possibilità alla chitarra di esprimersi al meglio. Questo è uno dei brani che
ho apprezzato maggiormente.
La
chiusura spetta a “Sidus”, un lento ritorno a casa ci attende. Ancora una volta
il suono riesce a descrivere la grandezza dello spazio infinito, dove una
quiete surreale avvolge ogni cosa.
Non
si può rimanere indifferenti avanti a un concept strumentale in cui lo spazio è
al centro del tema, specialmente se è fatto con classe e cognizione di causa,
tutto questo grazie alla consapevolezza dei mezzi a cui gli Aether sono giunti.
Un ulteriore passo in avanti rispetto all’esordio che fa ben sperare per il
proseguimento della loro carriera. Buon ascolto. MS
Versione Inglese:
AETHER - Trans-Neptunian Objects
Luminol Records
Genre: Progressive Rock / Jazz / Ambient
Support: cd / Bandcamp - 2024
Man's dream has always been to be able to travel into
space and perhaps encounter new habitable planets with as many new life forms.
This scenario has been the subject for many books,
movies and especially music albums, where artists have indulged in interpreting
the topic with more or less ethereal atmospheres.
“Trans-Neptunian Object” is the new album by the
Milan-based band Aether and in turn draws inspiration from these arguments. As
the band's notes describe, “”Trans-Neptunian Object” is a celestial body
belonging to the solar system whose orbit is entirely or largely beyond that of
Neptune, immersed in sidereal space like the sounds that inspire this work”.
Andrea Serino (piano and keyboards), Andrea Ferrari
(guitars), Andrea Grumelli (bass), and Teo Ravelli (drums and electronics),
return after a year since their excellent debut titled “Eather” and do so with
eight tracks of Progressive Rock, Jazz, and Ambient music contained in Mario
Coppola's beautiful cover art.
After the classic prelude, the journey begins via the
first single “Neptune”. The orbit is that of Yes and King Crimson and takes its
cue from R. Beirach's composition of the same name. The music draws linear
trajectories by relying on the performance skills of the individual components,
who display a broken-in amalgam.
“Magrathea” is the second single taken from the album.
Here the tunes are more mild, a floating in the void in which the listening is
lost in the infinity of space. This soothing music makes use of hypnotic
instants in which the keyboards draw the coordinates of the path over a never
intrusive and clean rhythmic pattern.
This leads to “Saturn”, in which the notes seem to
glide over its rings. This time it is the guitar that describes the sensations,
over echoes of background instruments. The warm sound of the bass gives depth
to the intents.
Different the case with “Ephemeris”, the quest dear to
Progressive Rock is present through choices that can range from Jazz to Gentle
Giant via a robust Psychedelia. Aether is committed to making us listen to the
music with our eyes closed, with no distractions whatsoever.
“Pale Blue Dot” is dreamlike and tends to estrange the
listener from reality, one of the tracks most focused on expressing the concept
of infinity.
The tempo is raised with “Amalthea”, a composition
with pronounced jazz influences, within which are hints of the past. The
rhythmic variations give the guitar a chance to express itself to the fullest.
This is one of the tracks I enjoyed the most.
Closure falls to “Sidus”, a slow homecoming awaits.
Once again the sound succeeds in describing the grandeur of infinite space,
where a surreal stillness envelops everything.
One cannot remain indifferent ahead of an instrumental
concept in which space is at the center of the theme, especially if it is done
with class and knowledge, all thanks to the awareness of the means to which
Aether have come. A further step forward from the debut that bodes well for the
continuation of their career. Happy listening. MS
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