SOUL
SECRET – Babel
Pride
& Joy Music
Distribuzione: Come Back Media
Genere: Progressive Metal
Supporto: cd – 2017
A
due anni da “4”, tornano negli scaffali dei dischi e nei store multimediali
specializzati i napoletani Soul Secret con il loro pindarico Metal Progressive.
Dopo il crescendo qualitativo presentato negli anni a partire dal 2008, “Babel”
lascia presagire ulteriore carne al fuoco nei dieci brani che lo compongono. La
band è dunque cresciuta non solo agli occhi degli addetti ai lavori e della
critica, ma anche in quelli del pubblico, tanto che il disco sarà presentato in
anteprima live in Germania al Night Of The Prog Festival” in apertura del
concerto di Mike Portnoy. L’interesse attorno al quintetto formato da Claudio
Casaburi (basso), Luca Di Gennaro (tastiere), Lino Di Pietrantonio (voce),
Antonio Mocerino (batteria) e Antonio Vittozzi (chitarra) è dunque accresciuto
ed è in fase di consolidazione.
“Babel”
è un concept incentrato su temi importanti quali l’amore e la religione, mentre
l’artwork realizzato da Thomas Ewerhard ne è l’involucro davvero intrigante ed
esaustivo con testi e foto stagliati in ambienti cosmici.
La
prima cosa che si denota all’ascolto è una produzione decisamente buona, il
“Prologo” narrato da Mark Manning” lo evidenzia. Alla voce come ospiti troviamo
Andy Kowowski nei panni del personaggio Sam, Niabi Manning in Adriel e Dorsey
Jackson in LogOS.
I
Soul Secret badano molto alla sostanza sin da “What We’re All About”, un Metal
Prog interpretato vocalmente in maniera impeccabile su una composizione
intramezzata se pur brevemente, da ottimi assolo strumentali e tanta melodia
orecchiabile, non solo Dream Theater come si potrebbe ipotizzare. La sezione
ritmica si ritrova e si coadiuva che è un piacere mentre le tastiere di Luca Di
Gennaro sono il collante fra gli strumenti, non solo tappeto sonoro. La
chitarra di Vittozzi è graffiante quando
vuole esserlo, così come delicata, “A Shadow On The Surface” ne è esempio e il
tono si alza ulteriormente nella successiva “Will They?”. Frangente pacato suggellato
dalle tastiere pianistiche e dalla voce, in “LogOS”, sensazioni ariose in
crescendo che fanno da intro a “Awakened By The Light”. Il brano si apre con
coralità ricercate e d’effetto per poi lanciarsi in una scorribanda sonora
contenente tanto Prog. Qui i Soul Secret giocano in casa.
“Entering
The City Of Gods” è una mini suite di dieci minuti, la prima del disco, in
quanto la conclusiva “In The Hardest Of Times”
ha la durata di quasi quindici minuti. Ebbene in essa si celano richiami
Dream Theater e indagine sonora, fra ritmiche ricercate ed inserimenti
elettronici delle tastiere. Tornano i supporti corali e una prova vocale notevole,
sopra strutture melodiche solari e gradevoli, specie nell’assolo della
chitarra, emozionante e tecnico (chi ha detto Pink Floyd?). Uno dei momenti più
belli a parere di chi vi scrive. Un intro oscuro di chitarra classica e piano
in stile Opeth, apre “The Cuckoo’s Nest”, brano che poi si articola come i Soul
Secret ci hanno abituati sino ad ora, tuttavia più Prog che Metal.
Un
dolce piano inizia “Newton’s Law”, quasi un apertura alla Spock’s Beard e
Genesis, una canzone che si modella in corso d’opera, fra bacio e schiaffo.
Ed
infine la citata suite finale, degno suggello per un album clamoroso per
emotività e cura dei particolari.
Vi
dico senza il minimo dubbio che se un prodotto del genere fosse stato
realizzato da una band straniera, ora molti critici avrebbero gridato al
miracolo. Noi italiani siamo davvero bravi con il Metal Prog, gridiamolo con
orgoglio ed i Soul Secret sono fra le alte vette, guai perderseli. MS
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