TRAUMA
FORWARD – Scars
LM
European Music
Genere: Strumentale-
Sperimentale- Acustico
Supporto: cd – 2016
La
musica ha differenti scopi nella vita societaria: divertire, fare compagnia,
dare adrenalina, sfogare, far piangere, far ballare etc. etc. Limitativo
relegare il tutto in un semplice contesto, le opzioni sono notevoli. Noi ci
soffermiamo con i toscani Trauma Forward al lato sperimentale di essa, quello
che tende a stupire, il più ardito, troppo spesso scevro di soddisfazioni per
chi lo propone. Il nuovo o lo “strano” nella società di oggi “mordi e fuggi”
non viene ben concepito.
I
Trauma Forward nascono nel 2012 dalla mente dei polistrumentisti Davide Lucioli
e Jacopo Bucciantini, a cui si uniscono in seguito Francesco Zuppello e Michael
De Palma.
“Scars”
è il primo album dei Trauma Forward ed è un concept suddiviso in dodici tracce
dove l’argomento si aggira intorno all’uomo manichino, dove in esso ci si
interroga su “Che cosa è dato conoscere di noi stessi?”. La copertina lascia
presagire inganni, un quadro di tela ricoperto di vernice nera piena di squarci
che trapelano un disegno bucolico che altro non è che un disegno stampato su
carta da regalo, e dietro al cd è rappresentata l’intagliatura che mostra la
rifrazione dei fiori falsi sul lato bianco della carta. Ma è l’intero libretto
che accompagna il disco interessante nelle foto ed esaustivo nei messaggi.
Musica e immagine, arte complementare che esalta all’ennesima potenza il
proprio risultato.
La
strumentazione adoperata durante il percorso sonoro è variegata (sintetizzatori,
synth bass, synth pad, ecc.) proprio per rendere al massimo il risultato
sperimentale.
Già
dall’iniziale “Into The Labyrinth” ci si può accorgere di un tempo inusuale e
un organo esplode il suo nero fervore in una sorta di musica da film horror che
ben sposerebbe la causa Goblin. Molto Prog style il giro di chitarra.
Ricerca
dell’ ”Io” nella malinconica “Red Shadow”, canzone suddivisa in fase musicale e
recitata, dove una voce filtrata dona al tutto un velo particolare di tristezza
assieme al pianoforte che fuoriesce da un grammofono. Arte e metafisica nell’impegnata
“Sundown Living Puppet”, dedicata a quella di Giorgio De Chirico.
Strumentalmente il brano si districa in maniera non consona pur mantenendo una
linea melodica di facile memorizzazione. I Trauma Forward sono bravi a dare
musica e farla apparire gradevole pur
destrutturandola in passaggi non sempre matematicamente giusti, qui risiede
molto della loro sperimentazione e creatività. Le tastiere ed i sintetizzatori ricoprono
un ruolo importante nella musica del gruppo, questo lo si può evincere anche
dall’ascolto di “Cloud In A Bottle”.
Sovrapposizione
dei stessi Synt in “Sometimes I Feel”, effetti vocali e giochi di melodie che
si incrociano in tessuti armonici divergenti. Segue la più breve “Waiting’s
Four Seasons”, riflessiva, e molto più Prog nel senso puro del termine. Al
termine di questo frangente dolce, si giunge alla title track “Scars”, pezzo
più duro con distorsioni Heavy Metal e attimi di musicalità gradevole in una
sorta di staffetta destabilizzante. Giochi di chitarra ispanica in “Sense Of Consciousness”
dove tuttavia scaturisce una sorta di dolore che sembra essere il filo
conduttore di questo progetto sperimentale.
Sfoggio
di elettronica in “Foggy Hills”, mentre il genesiano titolo “Behind The Line”
riporta ai giochi con la voce e a un sound più duro, dove il piano comunque
ricopre un ruolo importante. Ritmi non regolari nell’elettronica “Rusty Piece
Of Mind” la quale ha il dono di una melodia di facile assimilazione. Chiude fra dissonanze e richiami al Giappone e Cina “Woman
With Parasol” questo album che di certo non passerà inosservato fra gli usufruitori
della sperimentazione. La musica proposta è tridimensionale, onirica e
labirintica, necessita di un ascolto attento e presente, tuttavia anche ricca
di belle sonorità e soluzioni. Complimenti per l’esordio. MS
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