Considerazioni
Faccio un piccolo e modesto riassunto del movimento musicale
attuale, ora che stiamo concludendo anche il 2015. Non mi riferisco al solito
mondo del Pop, il quale è solo un serpente che si morde la coda, neppure del
Rap in quanto lo reputo un genere più politico che musicale, ma a quel filone
più sperimentale, ossia quello che in teoria ci illustra la strada di domani:
Il Rock, il Metal ed il Progressive Rock.
In tutti e tre i generi, si manifesta una situazione
univoca, ogni nuovo album che esce (anche di band all’esordio) è mediamente
buono. All’ascolto ci sono canzoni gradevoli, ben confezionate, ma manca la
zampata del genio, quella che nel periodo ‘65/’75 ci ha propinato i migliori capolavori
della storia. Sono tutti album che non sono altro che “il riassunto delle
puntate precedenti”. Nella musica proposta si manifesta il fatto di aver
compreso il passato e di averlo elaborato con la propria personalità. Ma allora
cosa è che manca? Proprio quest’ultima: La personalità. L’individuo oggi non essendo più al centro
dell’interesse ed essendo necessariamente ognuno uguale all’altro, porta ad una
decadenza d’ ispirazione compositiva.
Tutti suonano bene, la tecnologia fa il proprio lavoro,
quindi se si compera un album non si prende la classica “fregatura”, questo è
un fatto inopinabile. Nel 2015 in parole povere sono usciti buoni album, che
fanno anche ben sperare per il futuro, ma non è uscito (e questo neppure negli
ultimi anni) il “The Dark Side Of The Moon”, o quello che volete voi, avete
capito il senso. Questi dischi rischiano solo di girare poche volte nei nostri
piatti stereofonici, in quanto privi di una vera anima, l’anima che hanno è più
un fantasma del passato. Eppure sono belli…carini.
La musica è lo specchio della società moderna, questo si sa,
e quindi la conclusioni che ne traggo sono di nostalgia del passato e paura di
essere se stessi , fare le cose per essere applauditi dagli altri e non perché si
pensano. Questo è anche comprensibile, se si deve vivere di musica e quindi
mangiare qualcosa, ci si deve necessariamente adeguare, si fa presto a
criticare, lo capisco bene, ma il sunto che ne scaturisce è questo. E’ anche vero che per fare buona musica non
bisogna per forza essere innovativi, infatti ho detto che sono usciti tanti
buoni album, il 2015 ha una media molto elevata, anche rispetto gli anni
passati, ma non credo che li ascolterò più di tanto, il paragone impietoso con
la discografia passata fa si che torni a spulciare più indietro nel tempo e non
è che lo faccio per nostalgia, io sono annosamente aperto ad ogni nuova
situazione, amo tutto e di tutti gli anni, ma perdonatemi…. non sono neppure
sordo.
Concludendo:
- Chi fa musica per mestiere è in difficoltà in quanto deve
sbattersi a destra e sinistra come pochi, a causa di un pubblico superficiale
mordi e fuggi il quale è anche poco propenso a comperare cd (o LP visto che
stanno ritornando di moda), salvo avere uno zoccolo duro.
- Chi fa musica per divertimento (come secondo lavoro) da
sorprese, ossia sono quelli che osano di più e che suonano per il proprio
gusto, tanto se non vengono capiti non hanno nulla da perdere ed un piatto di
pasta lo mangiano ugualmente.
Molti di voi non saranno d’accordo con questa mia analisi,
magari avete ragione voi, questo però è quello che ho estrapolato dagli ascolti
del migliaio di dischi del 2015, probabilmente ho ascoltato i dischi sbagliati….chissà.
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