TOXIC
SMILE – Farewell
Progressive
Promotion Records
Distribuzione italiana: GT Music
Distribution
Genere: Metal Progressive
Supporto: cd – 2015
Tornano
i tedeschi Toxic Smile dopo “7”, un album altalenante in stile, come lo definii nella recensione passata
con l’appellativo “schiaffo o bacio”. Marek Arnold, sassofonista anche con
Cyril, Seven Step To The Green Door e Flaming Row, non cambia line up, sempre
con Larry B. alla voce, Uwe Reinholz alla chitarra, Robert Brenner al basso e
Robert Eisfeldt alla batteria. In questo nuovo lavoro dal titolo “Farewell”,
compaiono special guest del calibro di Cornelia Pfeil (violino), Angelika
Grunert (violino), Susanne Goerlich (viola), Uta Schroder (violoncello) e
Martin Schnella (cori).
In
questo album si cimentano in una prova coraggiosa per i tempi, una scelta
quella di fare un solo brano della durata di
42 minuti non prettamente commerciale ma “Prog” per atteggiamento e sostanza. Anche gli americani Echolyn con
“Mei” nel 2002 tentarono la carta, ma pur essendo un gran disco, non ricevette
le giuste attenzioni. La durata ovviamente prevede un ascolto attento, cioè
stare avanti allo stereo per un ora, come se stessimo guardando un film. Oggi
come oggi, in questa società che corre sempre più, probabilmente questo è
improbabile che accada. Ma il pubblico che ama la musica il suo tempo per
ascoltare se lo ritaglia, ed ecco che lavori come questo hanno un loro perché.
Il contenitore del disco è cartonato, mentre il dipinto che rappresenta la
copertina si intitola “Sleeping Elf” ed è del bassista Robert Brenner.
Il
brano si apre con il classico momento enfatico, dettato dagli archi per poi
svilupparsi in un percorso dato da numerosi cambi di tempo e di umore. I Toxic
Smile rispetto l’album precedente sembrano avvicinarsi al 100% verso il mondo
Rock Progressivo, lasciando più da parte il lato Metal, anche se di tanto in
tanto le chitarre distorte fanno capolino, anche se in maniera garbata.
Le
tastiere ricoprono un ruolo importante, riempiendo il suono con tappeti a volte
imponenti ed altre volte delicati, per non parlare dei momenti di protagonismo
degli assolo. La sezione ritmica sembra la carta vincente dei Toxic Smile, una
macchina ben rodata che si intende a
dovere, un motore che gira come deve girare. La voce di Larry a volte ricorda
vagamente quella di Gabriel, anche se il genere proposto non è proprio quello
dei Genesis.
Grazie
ai numerosi interventi degli archi, il brano gode di una sinfonia aggraziata,
tanto da renderlo vicino all’opera Rock. Il suono è pieno, ma grazie ad una
buona incisione gli strumenti sono nitidi e distaccati fra di loro. Le melodie
ricoprono altrettanto un ruolo fondamentale, perché qualcosa pur essendo una
suite, nella mente deve restare. Ecco che il ritornello è quindi di facile memorizzazione.
Dentro
si scorgono in lontananza gli anni ’70, oltre che i nostri tempi, la band
dimostra di conoscere tanta storia del Rock, sciolinando di tanto in tanto un
riferimento importante. Godo da morire quando sale il patos, resto colpito da
una crescita sia di carattere che di tecnica e composizione in appena un anno e
mezzo. 42 minuti volati, e questo sta a significare che “Farewell” avrà altre
canches nel mio stereo, con vero piacere. Un disco consigliato agli amanti del
Prog e non soltanto, c’è molto materiale variegato, per ricoprire una vasta
area di gusti. Complimenti per la crescita! (MS)
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