LA CURVA DI LESMO – La Curva Di
Lesmo
BTF
/ AMS Records
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd/lp – 2015
La
passione per un genere mai domo come il Progressive Rock italiano, fuoriesce
con orgoglio dalle note del nuovo progetto di Fabio Zuffanti, La Curva Di
Lesmo. Il noto artista ligure questa volta condivide la propria passione con un
altro grande personaggio del genere italiano, il tastierista de La Coscienza Di
Zeno, Stefano Agnini.
Il
nome del progetto viene scelto da Agnini in omaggio alla prima storia a fumetti
(risalente al 1965) in cui appare il personaggio di Valentina di Guido Crepax,
non a caso l’artwork del disco (edito anche in formato vinilico) è proprio del
grande maestro Guido Crepax. A molti
verranno in mente i Garybaldi, altra formazione italiana Prog anni ’70, proprio
per il personaggio Valentina
rappresentato nella cover, ma questo non è solo l’unico punto di congiunzione
fra il passato ed il presente Prog di questi musicisti, altro fondamentale
tassello è la provenienza: Genova, o per meglio dire…Zena.
Il
disco pur essendo composto solamente da tre brani, ovviamente suite, è colmo di
ospiti importanti. Ci suonano oltre che elementi della band La Coscienza Di
Zeno, Finisterre, Hostsonaten, La Maschera Di Cera, anche Beatrice Antolini (voce), Claudio Milano
(voce), Fabio Gremo (chitarra ne Il Tempio Delle Clessidre), Loris Lombardo
(percussioni), Max Manfredi (voce), Edmondo Romano (Flauto anche Eris Pluvia),
Claudio Roncone (voce), Luca Scherani (fisarmonica,
arrangiamenti archi), Jenny Sorrenti
(voce nei Saint Just), Sylvia Trabucco violino, Matteo Merli (voce), Jutta
Taylor Nienhaus (recitato anche Analogy)
e Boris Valle (pianoforte).
L’album
è suddiviso in due parti, una femminile con due pezzi interpretati
rispettivamente da Beatrice Antolini e da Jenny Sorrenti, e una “maschile” con le voci di Matteo Merli e
Claudio Milano.
Ciò
che scaturisce dall’ascolto dei nove minuti di “La Posa Dei Morti” è una sensazione
forte. Lo stile al limite del Folk caro a tutti gli artisti che provengono da
Genova, avvalora l’impressione di sentire il profumo dei vicoli di Genova, vera
e propria scuola a se per il genere
italiano. Fondamentale l’apporto vocale di Beatrice Antolini. Gli artisti danno
larga rilevanza alla canzone, Progressive Rock non prettamente sperimentale dunque, ma
orecchiabile e relegato alla propria formula con cambi di tempo ed assolo di
godibile essenza. Ovviamente le tastiere ricoprono un ruolo fondamentale, così
le belle coralità che si aggirano anche in sottofondo. Potrebbe sembrare musica
datata, ma la freschezza della scelta di alcune soluzioni fa correggere il tiro
e portare tutto nel canonico stile Rock Progressivo Italiano, che io definirei
oggi “senza tempo”.
“L’Isola
Delle Lacrime” è un film sonoro, da ascoltare e vedere con la fantasia. Le
atmosfere avvolgono e trasportano, le tastiere hanno questo ruolo ammaliante. Tante
canzoni in una. Frangenti drammaturgici donano un velo di malinconia al lavoro,
esaltati dal gioco del duetto vocale maschile/femminile. Folk che richiama De
Andrè, musica e canzoni infuse in un unico calderone emotivo.
La
suite più lunga (26 minuti) si intitola “Ho Rischiato Di Vivere” ed è la parte
maschile de” La Curva Di Lesmo”. Claudio Milano (in arte Nickelodeon) dona con
la sua voce un filo di sperimentazione che si sposa perfettamente con l’enfasi
delle tastiere di Agnini. Un momento davvero suggestivo, una sorta di staffetta
fra “schiaffo e bacio”. In generale aleggia malinconia in tutto il disco, dettato
anche dalle tematiche liriche, e la mano di Zuffanti nelle composizioni si
sente, oramai vero e proprio marchio di fabbrica. Altra sensazione che
scaturisce all’ascolto è quella di trovarsi avanti ad un vecchio affresco, dove
i suoni ed i colori si infondono in una rappresentazione drammatica. In esso
c’è la storia del genere, con tutti i suoi pregi e difetti, e a proposito di
difetti, se ne vogliamo cercare uno, probabilmente è la mancanza di un momento
prettamente solare, gioviale, ma è anche vero che forse nel contesto ci avrebbe stonato.
In
questo disco c’è Genova, passato e presente, però conoscendo l’artista Zuffanti
vi dirò anche …futuro. Spettacolarmente inarrestabile. MS
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