QUANTUM
FANTAY – Dancing In Limbo
Progressive
Promotion Records
Distribuzione Italiana: GT Music
Distribution
Genere: Prog / Space Rock
Supporto: cd – 2015
Resto
subito colpito da un particolare quando prendo in mano il sesto album in studio
dei belgi Quantum Fantay, nel retro ci sono scritti i titoli dei quattro brani
contenuti nell’album, e curiosamente sono tutti della durata di 11 minuti. Ma
il singolare è che il primo dura 11.11, il secondo 11.12, il terzo 11.13 e il
quarto 11.14, ed il perché mi è sconosciuto. Per non parlare dei titoli:
“Nimbo”, “Rimbo”, Cacimbo” e “Limbo”. Ma le sorprese non finiscono qui, lo
stile Quantum oramai lo si conosce, Space Rock abbinato al Prog con moltissime
altre influenze, però più vanno avanti con gli anni e più riescono a dare sfogo
alla loro musica. Ecco allora trip dance, dub, strumentazioni etniche, Progpunk
e musica cosmica, non a caso si gode anche della presenza dell’ospite Ed Wynne
dei Ozric Tentacles, band evidentemente ispiratrice per i belgi.
Siamo
inevitabilmente avanti ad un trip sonoro, un viaggio senza ritorno dove la
mente si lascia trasportare dai suoni. Donne danzano nell’artwork cartonato che accompagna il cd, chi con veli,
chi con il fuoco, ed è un immagine emblematica, che ben si sposa all’ascolto.
Pete
Mush (synths e programmi), Jaro (Basso, chitarra), Gino Bartolini (batteria e
percussioni) e Tom Tas (chitarre), sanno suonare bene questa musica spaziale
che si sorregge sopra importanti travi melodici.
In
un viaggio prettamente strumentale, importante è il ruolo degli assolo, i
strumentisti si alternano in brevi fughe anche se in realtà è l’insieme che
viaggia all’unisono.
Musica
e colori, ritmi e sensazioni, sono queste le armi vincenti dei Quantum Fantay e
loro bene le sanno adoperare, lasciandoci sospesi nel limbo.
Chi
segue il Rock Psichedelico sa bene cosa intendo quando descrivo con questi
aggettivi, così chi segue il Progressive Rock mi capisce quando dico che le
tastiere a volte ricalcano stilemi cari a band inglesi degli anni ’80.
Eppure
alla fine, malgrado tutti questi riferimenti il mondo Fantay risulta essere a
se, relegato nello spazio arioso della mente sognante di chi ascolta.
“Dancing
In Limbo” è un disco che può piacere ad un vasto pubblico, vuoi per i
riferimenti dati e anche perché è molto orecchiabile, ruffiano, si sfrega
all’ascoltatore come un gatto che vuole mangiare. In definitiva lo consiglio a
tutti, non ad un pubblico in particolare, anche se chi è cresciuto ascoltando i
primi Porcupine Tree avrà di che godere.
Quantum
Fantay è diventato a tutti gli effetti un nome di garanzia e quindi…altro giro
altra corsa, alla prossima! MS
Nessun commento:
Posta un commento