Pagine

venerdì 16 ottobre 2015

La Curva Di Lesmo

LA CURVA DI LESMO – La Curva Di Lesmo
BTF / AMS Records
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd/lp – 2015


La passione per un genere mai domo come il Progressive Rock italiano, fuoriesce con orgoglio dalle note del nuovo progetto di Fabio Zuffanti, La Curva Di Lesmo. Il noto artista ligure questa volta condivide la propria passione con un altro grande personaggio del genere italiano, il tastierista de La Coscienza Di Zeno, Stefano Agnini.
Il nome del progetto viene scelto da Agnini in omaggio alla prima storia a fumetti (risalente al 1965) in cui appare il personaggio di Valentina di Guido Crepax, non a caso l’artwork del disco (edito anche in formato vinilico) è proprio del grande maestro Guido Crepax.  A molti verranno in mente i Garybaldi, altra formazione italiana Prog anni ’70, proprio per  il personaggio Valentina rappresentato nella cover, ma questo non è solo l’unico punto di congiunzione fra il passato ed il presente Prog di questi musicisti, altro fondamentale tassello è la provenienza: Genova, o per meglio dire…Zena.
Il disco pur essendo composto solamente da tre brani, ovviamente suite, è colmo di ospiti importanti. Ci suonano oltre che elementi della band La Coscienza Di Zeno, Finisterre, Hostsonaten, La Maschera Di Cera, anche  Beatrice Antolini (voce), Claudio Milano (voce), Fabio Gremo (chitarra ne Il Tempio Delle Clessidre), Loris Lombardo (percussioni), Max Manfredi (voce), Edmondo Romano (Flauto anche Eris Pluvia), Claudio Roncone (voce), Luca Scherani (fisarmonica, arrangiamenti archi),  Jenny Sorrenti (voce nei Saint Just), Sylvia Trabucco violino, Matteo Merli (voce), Jutta Taylor Nienhaus  (recitato anche Analogy) e Boris Valle (pianoforte).
L’album è suddiviso in due parti, una femminile con due pezzi interpretati rispettivamente da Beatrice Antolini e da Jenny Sorrenti, e  una “maschile” con le voci di Matteo Merli e Claudio Milano.
Ciò che scaturisce dall’ascolto dei nove minuti di “La Posa Dei Morti” è una sensazione forte. Lo stile al limite del Folk caro a tutti gli artisti che provengono da Genova, avvalora l’impressione di sentire il profumo dei vicoli di Genova, vera e propria scuola a se per  il genere italiano. Fondamentale l’apporto vocale di Beatrice Antolini. Gli artisti danno larga rilevanza alla canzone, Progressive Rock  non prettamente sperimentale dunque, ma orecchiabile e relegato alla propria formula con cambi di tempo ed assolo di godibile essenza. Ovviamente le tastiere ricoprono un ruolo fondamentale, così le belle coralità che si aggirano anche in sottofondo. Potrebbe sembrare musica datata, ma la freschezza della scelta di alcune soluzioni fa correggere il tiro e portare tutto nel canonico stile Rock Progressivo Italiano, che io definirei oggi “senza tempo”.
“L’Isola Delle Lacrime” è un film sonoro, da ascoltare e vedere con la fantasia. Le atmosfere avvolgono e trasportano, le tastiere hanno questo ruolo ammaliante. Tante canzoni in una. Frangenti drammaturgici donano un velo di malinconia al lavoro, esaltati dal gioco del duetto vocale maschile/femminile. Folk che richiama De Andrè, musica e canzoni infuse in un unico calderone emotivo.
La suite più lunga (26 minuti) si intitola “Ho Rischiato Di Vivere” ed è la parte maschile de” La Curva Di Lesmo”. Claudio Milano (in arte Nickelodeon) dona con la sua voce un filo di sperimentazione che si sposa perfettamente con l’enfasi delle tastiere di Agnini. Un momento davvero suggestivo, una sorta di staffetta fra “schiaffo e bacio”. In generale aleggia malinconia in tutto il disco, dettato anche dalle tematiche liriche, e la mano di Zuffanti nelle composizioni si sente, oramai vero e proprio marchio di fabbrica. Altra sensazione che scaturisce all’ascolto è quella di trovarsi avanti ad un vecchio affresco, dove i suoni ed i colori si infondono in una rappresentazione drammatica. In esso c’è la storia del genere, con tutti i suoi pregi e difetti, e a proposito di difetti, se ne vogliamo cercare uno, probabilmente è la mancanza di un momento prettamente solare, gioviale, ma è anche vero che forse  nel contesto ci avrebbe stonato.

In questo disco c’è Genova, passato e presente, però conoscendo l’artista Zuffanti vi dirò anche …futuro. Spettacolarmente inarrestabile. MS

Nessun commento:

Posta un commento