PROFUSION
– Phersu
Progressive
Promotion Records
Distribuzione
Italiana: GT Music Distribution
Genere:
Progressive /Metal Prog
Supporto:
cd - 2015
Gli italiani Profusion per il loro terzo album
scelgono il colore bianco. L’artwork cartonato che supporta il cd, compreso il
libretto dei testi, prevalentemente è di colore bianco e credo pure di averne
capito il perché e anche se così non fosse, mi piace crederlo: il bianco è
l’insieme dei colori e “Phersu” è analogamente un insieme di stili, che variano
dal Rock, Metal, Pop, Fusion e Progressive Rock. La musica dei Profusion in
definitiva è bianca.
Tornano dopo il buon “Rewotower” del 2012 con dieci
nuove storie da raccontare, ma la più bella a mio avviso è che quando
acquistate questo disco, oltre che il piacere di ascoltare buona musica, avrete
anche il piacere di donare soldi all’AIMA, organizzazione no-profit che
supporta la ricerca contro l’Alzheimer.
La tecnica a disposizione di Vladimer Sichinava
(batteria), Gionatan Caradonna (tastiere), Luca Cambi (basso) e Luca Latini
(voce) è importante, così come l’intesa che si manifesta già dall’iniziale
“Snooze”, canzone con richiami Dream Theater e non solo. Nel viaggio sonoro ci
si imbatte spesso in melodie gradevoli e inesorabilmente, visto il genere in
questione, in fantasmagorici cambi di
tempo.
Tutto sembra essere apparentemente semplice in
“Phersu”, scorrevole e orecchiabile, ma così non è, ogni tanto i Profusion
destabilizzano, fuggono dal filone logico del binario “canzone”, per poi
deragliare nuovamente e ritornare nelle linee guida. La produzione sonora è
cristallina, pulita tanto da distinguere nettamente gli strumenti e così, una
volta tanto i tappeti di tastiere non sono così invasivi da sovrastare tutti
gli altri strumenti, come spesso accade nel Metal Prog. La voce è pulita, e non
cerca di strafare, mentre la sezione ritmica è la forza del gruppo, precisa e ricca
di virgole.
Non c’è una suite, non serve necessariamente per
risultare Progressive Rock, ci sono canzoni, e frangenti che alla mia memoria
fanno tornare emozioni scaturite nel
tempo anche da album come “Metropolis Part 2” del teatro dei sogni. Ci sono quindi
molti momenti che mi hanno colpito, il simil-Folk alla Gentle Giant all’inizio
di “Forgetful Hero”, la bella voce dell’ospite Anita Rachvelishvill in
“Wrinkled Maiden”, oppure la dolcissima “Forbidden”.
Quando un disco si basa su melodie armoniose, è
facile centrare l’obbiettivo del piacere all’ascolto.
“Phersu” è dunque un lavoro onesto, maturo e
professionale, sotto molteplici punti di vista, tuttavia chi non ama molto lo
stile Dream Theater potrebbe avere qualche obbiezione a questa mia critica.
Si, questa musica è bianca! MS
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