ARGOS – A Seasonal
Affair
Progressive Promotion
Records
Distribuzione
Italiana: G.T. Music Distribution
Genere: New Prog
Supporto: cd – 2015
Ho sempre apprezzato l’operato dei tedeschi Argos e nel
tempo ho avuto modo di parlare bene della loro musica, chi mi legge lo sa già.
La loro completa discografia è raccomandabile, a partire da “Argos” (Musea) del
2009 a “Circles” (Musea) del 2010 e “Cruel Symmetry” (Progressive Promotion
Records) del 2012.
Ma con “A Seasonal Affair” in mano, solo guardando il bellissimo artwork della copertina a cura di Bernd Webler, si capisce subito che lo sforzo creativo del quartetto questa volta è differente. Infatti cambia il logo della band, e le atmosfere si fanno visivamente più oscure e malinconiche. Non ci resta che andare ad ascoltare la nuova proposta di Thomas Klarmann (basso, flauto, tastiere, chitarra e voce), Robert Gozon (voce e tastiere), Ulf Jacobs (batteria, percussioni e voce) e Rico Florczak (chitarra e voce), ma non prima di aver sottolineato la presenza di special guest importanti, come il leader dei Parallels Or 90 Degrees e The Tangent, Andy Tillison (tastiere), Thilo Brauss (tastiere) e Marek Arnold (sax).
Ma con “A Seasonal Affair” in mano, solo guardando il bellissimo artwork della copertina a cura di Bernd Webler, si capisce subito che lo sforzo creativo del quartetto questa volta è differente. Infatti cambia il logo della band, e le atmosfere si fanno visivamente più oscure e malinconiche. Non ci resta che andare ad ascoltare la nuova proposta di Thomas Klarmann (basso, flauto, tastiere, chitarra e voce), Robert Gozon (voce e tastiere), Ulf Jacobs (batteria, percussioni e voce) e Rico Florczak (chitarra e voce), ma non prima di aver sottolineato la presenza di special guest importanti, come il leader dei Parallels Or 90 Degrees e The Tangent, Andy Tillison (tastiere), Thilo Brauss (tastiere) e Marek Arnold (sax).
“Vanishing” con cipiglio inizia il percorso sonoro, grazie
ad un velo di malinconia che sorvola il
brano, arricchito di interventi elettronici e con un buon momento di chitarra
elettrica.
Il cantato di “Divergence” ricorda l’approccio vocale di David
Byrne dei Talking Heads, il brano però si lancia a metà percorso in un arioso e
Progressivo assolo strumentale. Tuttavia il bello comincia ad arrivare da “Silent
Corner”, dove gli Argos dimostrano di aver formato una propria personalità
distaccandosi un poco dal precedente New Prog. Giusta malinconia che dona
melodia e profondità emozionale. Questa volta la parte strumentale è affidata
al flauto e brividi percorrono la pelle, si sente anche la mano di Andy
Tillison. Meno interessante “Silver And Gold”, brano più semplice, mentre il
livello torna ad innalzarsi con “Lifeboats”. E come un buon disco Prog esige,
ecco anche la suite, in questo caso la definirei più “mini” suite, visto la
durata di dodici minuti e mezzo, dal titolo “Not In This Picture”. Inutile dire
che ci sono tutte le caratteristiche al riguardo, compresi cambi di tempo ed
umorali, ma questo si sa già. Quello che ne scaturisce è una profonda
consapevolezza dei propri mezzi e dell’avvenuta crescita artistica, gli Argos
hanno il pieno controllo delle proprie capacità e non vanno a strafare. Questo
dona credibilità e bellezza al brano, perché fatto bene, con semplicità. Sempre
coinvolgenti i fraseggi strumentali.
Giunge la title track “A Seasonal Affair” e ritorna il
flauto ad accarezzare l’ascolto. Anche qui aleggia il velo di malinconia che
accompagna molto del materiale sonoro ascoltato sino a questo punto. Fra le mie
preferite “Forbidden City”, uno strumentale che da sfoggio della cultura
musicale Argos, poi quando c’è il flauto….Uno spiraglio di solarità.
L’album si chiude in teoria con “Stormland”, in pratica no, perché
la copia in mio possesso è arricchita da due bonus tracks, “Killer” e “Black
Cat” tratte dal loro primo album, qui risuonate in versione 2015.
La colorata farfalla di “Cruel Symmetry” è volata via, oggi
gli Argos sono qualcosa in più.
Un lavoro diverso, il gruppo tenta di staccarsi da certi
canoni del genere, mettendo più a nudo la propria personalità. Questo ai miei
occhi risulta essere un pregio di non scarsa rilevanza, decisamente un encomio ad
un disco che di per se fa partire uno spontaneo applauso. MS
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