NONSOLO PROGROCK, blog di informazione musicale ed altro
a cura di MASSIMO SALARI
Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO
La storia dei generi enciclopedica
sabato 28 marzo 2015
Active Heed
ACTIVE HEED – Higher Dimensions
Autoproduzione
Genere: Progressive
Rock
Supporto: cd- 2015
Con “Higer Dimensions” torna dopo due anni dal buon “Visions
From Realities, il compositore e scrittore di testi Umberto Pagnini. Ritorna
assieme al suo Prog ispirato, spesso gentile e mai forzato, con l’ausilio di un
altro grande nome del panorama italiano moderno, Cristiano Roversi (Moongarden),
qui in veste sia di arrangiatore che di produttore. Il gruppo musicale che
partecipa al progetto è composto oltre che da Roversi (tastiere e basso), da
Gian Maria Roveda (batteria), Mirco Ravenoldi (chitarre) e Per Fredrik Asly (PelleK)
(voce). L’artwork è ad opera di Antonio Seijas. Dodici sono i brani, ad iniziare da “The War Of Tempos”, canzone
che apre il disco con veemenza, al confine fra Hard Prog e New Prog. Godibili
le fughe di tastiera di Marillioniana memoria. Arpeggio di chitarra per l’intro “Genesiano” di “Far Escape”
per poi giungere al boato sonoro di tastiere a cascata. Se proprio dobbiamo ricercare pecche, le possiamo scovare in una vocalità
non sempre all’altezza dei momenti sonori, probabilmente meno cantato avrebbe
giovato all’ascolto. Non che PelleK non sia bravo, anzi, ma diciamo che accade
un poco quello che accadeva con i Marillion, ossia una logorroicità lirica a
discapito di una musica invece sempre all’altezza della situazione. In altri
casi invece la voce di PelleK si trova perfettamente ad agio. Più debole “A Little Bit Expired”, seppur gradevole. Ci
pensa “Gaps In Time” a rialzare il tiro con una piccola visita nel Folk di
matrice anglosassone, canzone orecchiabile e spaziosa. “Higher Dimensions” è un album scorrevole, pregno di giuste
melodie, come non nominare “Multiple Replies”, l’epicità di “The Numbers Of
God”, anche “Kick-Ass Grammar” è la classica canzone che un amante del genere
vorrebbe sempre ascoltare, con tastiere in abbondanza, arpeggi di chitarra
acustica, cambi umorali e di tempo. Anche il sottoscritto apprezza e di che
tinta! Altre canzoni interessanti a cui lascio a voi la sorpresa di
scoprire. Il genere Rock Progressivo Italiano sembra godere di una
fiammella pilota sempre accesa, alla faccia dei gufi che lo hanno sempre dato
per finito negli anni ’80, consiglio loro di documentarsi meglio e di ascoltare
dischi come questo. Di certo non un must, tuttavia oggi neppure un genio come
Steven Wilson riesce a registrare un capolavoro… misteri dei nostri tempi. MS
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