LIFE LINE PROJECT – Armenia
Life Line Production
Genere: Progressive Rock
Supporto:
cd – 2013
Non è la prima volta che il genere musicale
Progressive Rock va a trattare nei testi argomentazioni importanti riguardanti
la politica o avvenimenti socio culturali mondiali. Il polistrumentista
olandese Erik De Beer, in questa ultima sua fatica ci racconta delle speranze e
del crollo del popolo Armeno in guerra con la Turchia. Un milione e mezzo di
morti, uno sterminio per annientare un popolo. Le parole tendono ad evidenziare
gli interessi personali, militari e l’egoismo dell’uomo che non mette mai al
primo posto il valore umano. Questo argomento si ripete ciclicamente nella
storia dell’umanità e l’individuo non impara mai dai propri errori. In questo
viaggio formato da dodici composizioni l’artista, oltre che di Marion Brinkman
alla voce e percussioni, si coadiuva della partecipazione di Ludo De Murlanos
(percussioni e batteria), Elsa De Beer (flauto), Dineke Visser (oboe) e Anneke
Verhage (clarinetto). Parole forti dunque e una musica questa dei Life Line
Project che oramai abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare, vista l’uscita
ciclica puntuale annuale.
Ma l’album si apre con un tributo ad un grande delle
tastiere che ci ha lasciato recentemente, Jon Lord (Deep Purple), con il brano
“New Flight” e per rendere il tutto più vivo nel ricordo, Erik collega l’organo
Hammond con i Marshall delle chitarre, proprio come faceva il maestro nella sua
fortunata carriera. Dopo un inizio adrenalinico, il ritmo resta comunque
sostenuto con “Let Your Outside Show Me”, canzone orecchiabile che mostra di se
anche un lato vintage, specie nelle tastiere che inevitabilmente possono
ricordare i Genesis. Buono l’assolo finale di chitarra, intenso per emotività.
“Armenia” è un lavoro vigoroso nella discografia dei
Life Line Project, che sembra abbiano deciso di mostrare anche i muscoli. Così
“Another Deadline” è un altro movimento vivace che conferma lo stato di forma
della formazione.
Coralità ricercate in “Time”, canzone dalla doppia
personalità, con un ritornello efficace e dall’anima anni ’70. “On Your Mind”
dimostra la maturazione in sede di composizione, una canzone che comunque sa
rendersi Progressiva, grazie anche all’uso dei fiati ed agli assolo della
chitarra. Ma è la breve “Moment” che sa toccare l’anima, così la successiva
“Dans Le Ciel” cantata in francese. Questa risale al periodo 1975, solitamente
suonata dal vivo ma mai incisa in studio dalla band. Dolcezza fonetica e
sonora, semplice e diretta all’obbiettivo.
Quando invece
Erik De Beer suonava con i Zoundworks, “Injustice” era una canzone
gioiosa, qui nel disco oggi è presente nell’ arrangiamento originale.
Ma a questo punto è giunto il momento della title
track “Armenia”, suddivisa in quattro tracce, una suite spezzata che molto ha
di Prog, sia per l’approccio compositivo che per l’uso delle tastiere. EL&P
possono venire alla mente, tuttavia è l’insieme che ricorda i fasti di questo
genere apparentemente senza tempo. Cambi umorali e di ritmo, parti strumentali
con flauto e chitarra acustica, poi la voce di Marion Brinkman, insomma un
lavoro importante e ben eseguito.
I Life Line Project proseguono a contagiare con la
loro passione e voglia di fare musica, senza strafare, solo con il cuore e con
la mente. Se avete voglia di passare un ora con della buona musica, dalle
radici importanti, “Armenia” è per voi. Rilevante continuità. (MS)
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