MERME – Live In Singakong
Lizard
Genere: Math Rock- Prog
Supporto: cd – 2011
I Grossetani Merme, ossia Mario Poli Corsi (batteria), Francesco Pellitteri (basso), e Michele Lipparini (chitarra), esordiscono con un vigoroso live registrato il 15 maggio 2010 al LT. Deckard’s Studio. Si affacciano nella scena musicale con le idee gia chiare, almeno per quello che concerne il carattere che sembra essersi forgiato dai numerosi ascolti di King Crimson, quelli più recenti e nervosi del periodo “Thrack”. La voglia di destabilizzare l’ascoltatore e di divertirlo (come ad esempio con i titoli dei brani) allo stesso tempo è palese, proprio a questo servono i numerosi stop & go ed i cambi di tempo.
Tuttavia il loro divertimento è anche il nostro, almeno per chi come me è aperto alle soluzioni più strampalate nel mondo del Prog. Il live si apre con “Vieni Via Da Li, C’Ho Seminato Ora”, simpatico titolo, ma quando parte la musica c’è poco da ridere. Nella ossessione “relativa” i Merme disturbano la quiete mentale con lucida esecuzione. Al primo ascolto i suoni risultano rozzi, ma così non è, la pulizia tecnica ed esecutiva la raccontano giusta. “T’odio” si apre con il greve basso di Pellitteri per poi evolversi in un Math Rock architettato per esprimere al meglio le doti chitarristiche di Lipparini. Ovviamente in un trio Rock la ritmica è fondamentale, per cui gli ingranaggi per girare a dovere devono necessariamente essere oliati e la coppia basso e batteria lo dimostra a pieno. Non si resta indifferenti avanti a “Ero A Boston A Farmi L’Unghie De Piedi Quando….” , tuttavia è chiaro che per i Merme il titolo del brano è un fattore secondario, a loro interessa la sostanza sonora e qui il sound è ancora più greve e cadenzato.
Questione di attimi, poi si riparte ruggendo sopra gli strumenti.
“Malta Me Lo Plendi Il Fucile” (Hi…Hi…Hi…) ha reminescenze primi Porcupine Tree, ma sono solamente fugaci sensazioni perché nella musica, tutto è effettivamente relativo.
Giochi di luce ed ombre si riflettono nella lavagna mentale di chi ascolta. “Morto T’Ammazzo” è più vigorosa, tanto da farci battere il piede a ritmo a nostra insaputa. Trascinante e goliardica. “Distributore Di Ladro” spara in fronte senza lasciare scampo. Qui il trio viaggia forte e coinvolge di più che in altri episodi. “Ottember Rein” ripete i clichè sino ad ora descritti pur risultando a tratti orecchiabile. Il live si chiude con il codice fiscale di una bestemmia “PRCMDN”! Sembra che questi giovani debbano sfogarsi di più con la musica ….
Resta il fatto che sanno picchiare gli strumenti, senza se e senza ma. Per i meno propensi ai King Crimson sconsiglio il disco, per tutti gli altri…. Granitici! (MS)
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