ZEMBUS - Squaring the Circle
Selfproduced
Distribuzione italiana: -
Genere: Prog Metal
Support: CD - 2008
L’Italia è attenta al fenomeno Metal Prog, perlomeno ha una ristretta schiera di fans che segue l’evoluzione nell’ambito. Negli anni abbiamo incontrato band come Eldritch, Labyrinth, Mind’s Key e mi scuso ovviamente con tutti coloro che non ho menzionato. Quello che è paradossale è che l’estero è più aperto alle nostre proposte, piuttosto che noi italiani.. E’ proprio vero, non si è mai profeti in patria. Gli Zembus non sono una band sprovveduta, malgrado che “Squaring The Circle” sia il loro debutto ufficiale, il sestetto ha alle spalle un fitto curriculum di esibizioni live. Si formano nel 2003 e si esibiscono spesso e volentieri anche in cover di band quali Dream Theater, Metallica, Iron Maiden, Queen, System Of A Down, Van Halen e Queensryche….. questo per inquadrare al meglio le origini sonore.
La quadratura del cerchio è impossibile? L’argomento è stato spesso trattato, in anni ed anni. Qui gli Zembus vanno ad attingere per argomentare questo disco dalle molteplici facce. L’iniziale “SOTC” , acronimo di “Sqaring Of The Circle”, propone immediatamente una band affiatata e coesa, con uno sguardo più focalizzato nei confronti delle sonorità dei soliti maestri Dream Theater, punto imprescindibile per ogni band del genere. Ovviamente le canzoni hanno una durata medio-lunga, questo per non uscire dai binari dei suddetti e comunque sia, sono proposte con una pulizia sonora degna di nota. La voce di Luca Asfalto è pulita e trae impostazione dai stereotipi del caso. Molta enfasi nelle interpretazioni, ascoltate “One Thousand And One Nights” e sono sicuro che darete agli Zembus un voto molto alto. Come da copione, la ritmica deve essere il motore portante della struttura sonora e qui Davide Di Marco (basso) e Davide Incorvaia (batteria), eseguono bene il proprio compito. Le tastiere di Marco Lanzi non fanno la voce grossa e si permettono di accompagnare degnamente la struttura dei brani. Diego Cazzaniga e Davide Isola sono un ottima coppia di chitarre, dure quando servono e malleabili nei frangenti più pacati.
Esistono troppi riferimenti ai Dream Theater in “Cry”, un brano orecchiabilissimo che farà gola ai fans di questa band, sabbie mobili per chi però non ha forte personalità. Questa non vuole essere una critica, ma un dato di fatto, troppo spesso assistiamo a comparse e scomparse di band troppo legate a questi stilemi.Ma nell’insieme “Squaring The Circle” è un disco più che godibile, con picchi emotivi notevoli e non dimentichiamo neppure l’ottima tecnica dei ragazzi!
Auguro loro il giusto successo perché lo meritano e consiglio a tutti i lettori di non essere i soliti esterofili, non facciamo spegnere la fiamma dei Zembus, non lo meritano. MS
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