ENTER – Awakening The Past
Autoproduzione
Genere Progressive Rock Sinfonico /
Jzz Fusion
Supporto: Bandcamp /cd / lp - 2025
Certe
passioni non smettono mai di ardere, anche se in alcuni casi si pensa di
desistere, la vita ci mette davanti a numerose prove, si sa. Chi ha dentro la
passione e la volontà di esprimersi attraverso la musica, prima o poi ci
ricade. Ed è un bene.
È
anche il caso dei milanesi Enter. Si formano nel 1998 con Gabriele Bulfon
(tastiere), Marco Ferranti (batteria), Franco Avalli (basso) e Vittorio
Ballerio (voce). Nel periodo registrano una dozzina di brani con tema le
civiltà perdute e antiche leggende (Atlantide, Lemuria e Gondwana), fondendo un
Prog Rock guidato dai synth con suggestivi elementi corali e lirici. Escono con
un demo tape e iniziano alcune date live, ma si sciolgono prima di dare vita a
un album vero e proprio.
Dopo
più di trent'anni, nel 2022, gli Enter si riuniscono per creare un nuovissimo
concept album: "Awakening The Past". Lo spirito della visione
originale resta pressoché intatto, anche se Gabriele Bulfon amplia la proposta
con del Jazz Fusion, oltre che arrangiamenti orchestrali e tecniche di
produzione moderne. Il lavoro dura tre anni e oggi finalmente si può godere del
risultato. Oggi la band si avvale della partecipazione di special guest, e in
"Awakening The Past" suonano Gabriele Bulfon (pianoforte, orchestra
virtuale, cori), Marco Ferranti (batteria, voce solista e cori), Vittorio
Ballerio (voce solista), Franco Avalli (basso), Vivien Searcy (voce solista
registrata in Svezia), Jimmy Keegan (voce solista registrata a Los Angeles),
Scott T. Jones (chitarra registrata a Saint Louis), Diego Belluschi, Fabio
Troiani, Simone Geravini (chitarre), Marco Melloni (basso) e Pietro Bulfon
(coro).
Sei
sono i brani registrati, ed ognuno affronta tematiche del passato e i misteri
dell'umanità con narrazione poetica. Orfeo ed Euridice, L'Era dei Colossi,
Excalibur, Moai e Göbekli Tepe sono i soggetti.
La
copertina è opera del milanese Davide Agostoni, che attraverso l'AI crea una
donna che sorvola fra le rovine antiche.
Suggestivo
l'inizio di "Awakening The Past" grazie alle tastiere organo, un
breve intro che conduce a "Orpheus And Eurydice" dove le influenze
Jazz si fanno subito valere per poi lasciare campo alla chitarra e alla voce di
Vivien Searcy. La sensazione è subito quella di un lavoro cinematico, la musica
disegna paesaggi e situazioni attraverso il connubio vocale maschile e femminile
a completamento dell'opera. Progressive Rock ricco di enfasi, a tratti
trascinante. Personalmente, per chi dovesse conoscerli, noto affinità
stilistiche con la band americana Glass Hammer.
"The
Age Of Colossus" mette in evidenza la cura impegnata per gli arrangiamenti
e un suono possente ben inciso al Bagnoli Bros Studio nella pittoresca
cittadina di Castelnovo ne' Monti (Reggio Emilia, Italia) dall'ingegnere del
suono Didi Bagnoli.
Un
pregio dei brani in senso generale è la cura per le melodie facili da
assimilare, abbinate a passaggi orchestrali. Da sottolineare anche l'ottimo uso
delle voci.
Gli
Enter sanno bene come rendere fluido l'ascolto e lo fanno attraverso brevi
assolo strumentali che spezzano l'andamento base.
"Excalibur"
riporta la mente ai suoni del passato, così le strumentazioni, tanto da farci
pensare di trovarci fra le lande e i personaggi della storia. Ancora di più gli
arrangiamenti diventano protagonisti, mentre la band si muove perfettamente
all'unisono. Una perla sonora che da sola vale il prezzo del disco.
Il
cinguettio di uccelli inizia "Moai", e una sensazione di serenità
invade la nostra mente. La canzone potrebbe benissimo risiedere in un album
degli Imaginaerium di Clive Nolan e Laura Piazzai.
I
quasi dieci minuti di "Göbekli Tepe" chiudono come meglio non si
potrebbe l'album, qui siamo ai livelli di "Excalibur", anche se i
cambi umorali sono maggiormente presenti con richiami alla storica band Yes.
Per
concludere, "Awakening The Past" è un album che per fortuna gli Enter
hanno saputo rispolverare al meglio per riproporlo in tutta la sua freschezza.
Non resta che sperare che questo non sia stato un capitolo unico, perché la
band ha molta materia sia in mano che nella mente, davvero sorprendenti. MS.
Versione Inglese:

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