SFARATTHONS – Odi Et Amo
Autoproduzione
Genere: Progressive Rock Italiano
Supporto: Digital / cd – 2023
Per
chi ancora avesse dubbi o perplessità sulla valanga sonora che ha travolto la
musica italiana nei primi anni ’70 proveniente principalmente dall’Inghilterra,
oggi ne abbiamo un’ennesima prova con gli abruzzesi Sfaratthons. Il Rock da noi
in quel periodo era rappresentato principalmente da Bobby Solo, Little Tony,
Celentano e pochi altri ma con l’avvento del Rock Progressivo (nel 1971 ancora
chiamato Pop) la nostra musica si veste di nuovi colori. Pur mantenendo la
mediterraneità dei suoni, ci siamo immersi in quest’avventura, dove la
controcultura la faceva da padrona. I risultati sono stati a dir poco
eccellenti almeno fino alla fine del 1975, dove il movimento comincia a dare i
primi accenni di stanca creativa. Band come Premiata Forneria Marconi, Orme,
Banco Del Mutuo Soccorso etc. sono ancora oggi ascoltate con piacere e tutte
straordinariamente calcano ancora i palchi.
Seguono
nel tempo una marea di gruppi che prendono come riferimento i suddetti pionieri
per poi rivisitare il tutto con la propria personalità (nel caso ci sia). Di
certo il genere non ha un successo commerciale elevato, tanto da restare sempre
nel limbo della nicchia di fans vista la complessità di alcuni brani e
soprattutto la lunghezza che non consente molti passaggi radiofonici. Ma questo
a chi ama il Prog non interessa, anzi, meno siamo e meglio stiamo.
Gli
Sfaratthons si gettano anima e corpo in questo vascone di suoni, anche con
questo terzo album concepito durante il periodo pandemico. Immaginate voi di
ascoltare le Orme e di aggiungerci il flauto, questo è un connubio fatale per i
cuori del Prog fans, e già queste poche righe bastano per fare acquistare il
nuovo “Odi Et Amo”. Altro punto in comune fra questi musicisti del passato e
del presente è proprio il testo riguardante l’eterna lotta fra il bene e il
male (per le Orme “Felona E Sorona”), qui sono l’odio e l’amore, la ragione e
il sentimento. I testi sono per opera del poeta Donato Di Luca.
La
formazione è composta da Giovanni Di Nunzio (voce solista, chitarre), Cecilio
Luciano (batteria), Luca Di Nunzio (tastiere, chitarre, voce), Giovanni
Casciato (chitarre) e Mario Di Nunzio (basso) con l’aggiunta di Geoff Warren al
flauto e del sax di Sabino Matteucci nel brano “Saffo”.
In media le otto tracce che compongono il
lavoro sono delle mini suite, altra conferma di quanto detto. S’inizia proprio
con “Odi Et Amo”, le carte sono subito scoperte e le parti strumentali sono
davvero intense, profonde, tanto da far venire spesso la pelle d’oca a chi come
me è amante di certe sonorità vintage. Le tastiere svolgono un ruolo
importante, ma anche la sezione ritmica dimostra di essere un vero e proprio
motorino ben lubrificato. Ciò che subito esce allo scoperto è l’intesa e l’amore
dei strumentisti per questa musica, mentre il flauto è il vero valore aggiunto
per l’economia di questa musica.
L’attesa
della visione della propria donna è affrescata in una tela sonora ricca di
colori nel brano “La Donna Amata” e ancora donna in “Maddalena”, una storia che
narra le vicissitudini di una paesana cantata in dialetto. La
poetica di “Saffo” s'incentra sulla passione e sull'amore per vari personaggi,
qui la musica è colonna sonora davvero appropriata fra Orme ed effetti sonori.
Struggente il solo finale di chitarra. Tanto mellotron fra le note e ciò è
ingrediente che non può mai mancare in questo piatto. Amore ottocentesco per “Zarina”,
pezzo composto da Geoff Warren fra reminiscenze sanremesi del 2020. “Ti dono
Una Canzone” è anche per minutaggio stesso che si aggira attorno ai tre minuti,
il singolo che anticipa l’album ed è composto sempre nel 2020. In chiusura “Odi
Et Amo – Closing Session”.
Ascoltare
questo terzo lavoro dei Sfaratthons è come bere un fresco bicchiere d’acqua,
quando si ha sete di questa immortale musica, migliore bevanda non può
esistere. Il Prog italiano è sempre vivo, alla faccia di chi dice che il genere
è finito. MS
Versione Inglese:
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