Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO
La storia dei generi enciclopedica

sabato 22 luglio 2023

Donato Zoppo intervista Max Salari su NEO PROG

 

Massimo Salari e il progressive dagli anni ‘80 ad oggi
Arcana pubblica ‘Neo Prog. Storia e discografia essenziale’

Di Donato Zoppo



                                                                                                             
Genesis, King Crimson e Yes hanno esaltato di milioni di appassionati in tutto il mondo, ma nominare Marillion, Pendragon, IQ e Echolyn, oppure i nostri Ezra Winston, Malibran e Notturno Concertante, farà battere i cuori dei più affezionati amanti del rock progressivo. A differenza dei pionieri degli anni ’70, i protagonisti del new prog hanno cominciato a fare musica nel periodo più difficile, quello del punk, sfidando tempi, mode e case discografiche, facendo sognare uno zoccolo duro di fan che sperava in una rinascita del genere. di questo si è occupato Massimo Salari, noto commentatore di affari progressive, con il suo terzo lavoro per Arcana.
 
In Rock Progressivo Italiano 1980-2013 hai raccontato l’epopea del prog tricolore più recente, in Metal Progressive Italiano hai osservato la variante metallica del genere, ora hai aperto lo sguardo a un pezzo importante di storia del prog. Parte tutto dalle bordate del punk nel 1977?

Un saluto a tutti i lettori.
Il Punk non è il solo artefice del momentaneo stop del Rock Progressive, in concomitanza si adoperano altresì la New Wave e la musica da discoteca. Se andiamo ad analizzare attentamente il fenomeno ci rendiamo conto che trattasi di tutti generi dediti ad un rapporto fisico con la musica. Notoriamente il Prog è musica per la mente, denominata da molteplici esperti come “la musica dotta”, e guarda caso i tre generi di moda nella fine degli anni ’70 e nei primi degli ’80 sono proprio il contrario del Prog ossia musica per il corpo, da ballare o da vivere (come appunto dici bene tu, anche il Punk). Questo perché? Semplice da dire, la gente dopo dieci anni di lunghe suite, di Rock sperimentale e di musica impegnata… E’ solo stanca. Basta questa logorroicità, servono poche note per sballarsi e la voglia di cimentarsi in balli o quant’altro di poco impegnativo  cerebralmente parlando.
La musica come divertimento fisico.
Cambiano le mode, l’individuo non è più al centro dell’interesse, dove nei ‘60/’70 si aveva la prerogativa di essere esclusivamente se stessi, qui si passa all’omologazione. Tutti dobbiamo essere necessariamente uguali, vedi ad esempio la nascita del fenomeno dei cosiddetti “Paninari” spinti dai media in programmi di moda  come Drive In, giovani con un loro linguaggio e vestiti tutti uguali. Chi è differente da questa tendenza  è out, quindi fine del Prog!
 
Mentre per i campioni dell’epoca d’oro i riferimenti erano ampi – dai Beatles alla musica classica – i protagonisti new prog hanno ristretto le loro influenze, partendo dal culto del rock romantico alla Genesis, come te lo spieghi?

Ottima domanda.
Penso che scrivere in una lavagna bianca sia più comodo che farlo in una già scritta. Mi spiego meglio, i Beatles hanno stravolto le regole del Rock aiutandolo ad evolversi. Brani come ad esempio “Eleanor Rigby” fanno la storia. La chitarra elettrica è stata fino agli anni ’60 il simbolo del Rock e guarda cosa ti vanno a fare questi quattro ragazzacci di Liverpool, un brano voce ed archi! Orchestra e voce nel Rock? Niente chitarre? Sia mai! Invece con questo approccio anche i genitori dei “capelloni” scapestrati si avvicinano al Rock.  Nasce definitivamente la sinfonizzazione nel Rock, cosa approfondita successivamente in maniera adeguata da gruppi come Nice, Moody Blues, Procol Harum etc. E con il brano “Norvegian Wood” sempre i baronetti grazie ad uno strumento come il sitar aprono la psichedelia nel Rock. Pink Floyd e Doors su tutti ringraziano. E poi il Garage Rock si estende verso il Punk dieci anni prima dei Sex Pistols stessi nel brano “Helter Skelter” tratto dal White Album, insomma i Beatles danno ulteriormente il “la” a nuove strade. Da qui mi riaggancio al discorso dell’individuo al centro dell’interesse, ossia ognuno non deve essere uguale ad un altro, prerogativa del periodo. Ecco quindi una sana gara a chi la fa più strana, questa competizione non è soltanto a livello musicale, ma coinvolge tutte le arti, dalla letteratura alla pittura etc.
Anche le nazioni si mettono in competizione in questa folle gara a chi possiede più personalità, vedi l’Europa (madre di questa evoluzione grazie appunto agli inglesi in primis) e l’America. Quindi molto è stato detto (lavagna già scritta), e in un periodo come gli anni ’80 dove si cerca la non complicazione della musica, anche nel Prog si tenta la scrematura, ossia di trarre il meglio da quello che la storia ci ha insegnato. Chi sono fra i gruppi più influenti del genere negli anni ’70? I Genesis e i Pink Floyd proprio in base a quanto lasciato dai Beatles, ossia sinfonia e psichedelia. Manca un tocco di romanticismo che renda il tutto molto orecchiabile, a questo ci possono pensare i Camel. Ed ecco che il connubio fra Genesis, Pink Floyd e Camel portano al risultato NEO PROG, musica per la mente si, ma con uno sguardo anche verso il corpo. Major importanti come la EMI intuiscono nei primi anni ’80 il potenziale di questo nuovo genere investendo in alcuni gruppi al riguardo (vedi Marillion).
 
Parlare di new prog o neo prog significa fare riferimento a un fenomeno di stretto contatto tra gruppi e ascoltatori, in un periodo in cui la dimensione indipendente e “carbonara” – indie label, fanzine prima e webzine poi – era dominante. Parlare di IQ, Twelfth Night e compagni significa anche entrare spesso nel mondo DIY…

Bisogna tenere conto dei tempi. Il nostro You Tube erano le cassette che ci scambiavamo registrandole anche di trafugo. Non c’era internet e quindi le fanzine erano un tam tam per attenti cultori ed intimi. Molte le riviste musicali ufficiali in quel periodo, ma le fanzine approfondivano in maniera microscopica ed underground il fenomeno relativo a questa o quella band. Gruppi come quelli che hai citato tu hanno fatto una dura gavetta, direi al quadrato! Fare Prog quando il Prog è morto ma ancora caldo è alquanto autolesionistico, se poi ci aggiungiamo una voce alla Gabriel (quella di Peter Nicholls degli IQ), una musica come quella dei Genesis ed il face paint in sede live, allora abbiamo fatto bingo. Va bene per il vedovo nostalgico fans che ritrova le sue amate sonorità ed il proprio giocattolo, per il resto come ho risposto prima….E’ out! Quindi è dura andare contro corrente, ma farlo con l’esperienza acquisita dalla storia del Prog è risolutivo. Diverso il discorso dei Twelfth Night, artisti a tutto tondo, catalogati nel Neo Prog soltanto perché si presentano ufficialmente in quel contesto anni ’80. Loro a differenza di band importanti come Marillion, IQ, Pendragon e Pallas, non si approcciano con riferimenti ai Genesis, Pink Floyd e Camel ma a punti di riferimento più oscuri come ad esempio i Van Der Graaf Generator.  Altresì ogni disco è una storia a se, sino a giungere nel loro ultimo periodo verso sonorità contaminate dalla New Wave stessa. In parole povere un gruppo di culto ma non per tutti i fans incalliti del Prog.
Mondo DIY? Non saprei, forse agli inizi più successo mediatico che proventi veri e propri, solo i più grandi hanno guadagnato nel tempo suonando sino ad oggi.



 
I Marillion sono stati il gruppo più noto del new prog, dal quale poi si sono allontanati cambiando pelle e sostanza, diventando una band matura e influente. Possiamo dire che loro sono stati i più significativi per capire questo fenomeno?

Assolutamente si.
Sono il sunto del Neo Prog, punto di riferimento per band Prog dagli anni ’80 a venire. Se per il Prog nel 1969 lo start ufficiale viene dato dal disco “In The Court Of The Crimson King” dai King Crimson, nel 1982/83 “Script For A Jester Tear’s” dei Marillion è l’anno zero. Gli assolo di chitarra in stile Gilmour, le tastiere alla Genesis, e il grande cantante Fish che in maniera teatrale recita i logorroici testi, faranno scuola a tutti. Il Jester (in copertina del mio libro) è un personaggio che accomuna molte di queste band, personaggio sia allegro che malinconico, il nascondersi dietro ad una maschera nella vita, un elevare all’ennesima potenza molto del lavoro fatto in sede live da Peter Gabriel (Genesis), un cerchio che si chiude con il passato.
 
È importante anche parlare di IQ, Pendragon, Twelfth Night e Pallas: qual è stato il contributo alla causa fornito da queste quattro band britanniche?

Fondamentali tutti, chi per un motivo chi per un altro.
Simili ma non uguali, come erroneamente i giornalisti tacciavano in quegli anni. Parlavano di “cloni”, di plagi, cosa assolutamente non vera. Guarda caso ancora oggi nel 2021 le band in questione stanno suonando! Mai previsione fu più sbagliata e pretenziosa. Queste band hanno una loro personalità ed un modo di suonare assolutamente unico, riconoscibile sin dalle prime note, solo un orecchio distratto o prevenuto nei confronti del Neo Prog non se ne accorge o non vuole saperne. I Pendragon ad esempio sono molto vicini ai Pink Floyd per le chitarre di Nick Barrett e vicine ai Genesis per le tastiere dell’instancabile Clive Nolan (Arena, Shadwoland, Strangers On A Train, Wakeman, etc. etc.). Fra di loro aleggia seppure in maniera molto velata anche una percentuale Hard Rock, per un risultato davvero orecchiabile e grintoso, ma che sa essere molto melodico nelle fasi più pacate. Le ballate sono strepitose e comunque trattasi sempre di Prog, per cui anche brani lunghi e pieni di cambi di ritmo e d’umore. Questa regola è comune alle band da te citate.
 
 
Dalla Gran Bretagna all’Italia: anche negli anni ’80 e ’90 il nostro paese si è difeso bene. Quali sono i nomi più rilevanti secondo te?

In primis direi i toscani Nuova Era, anche se loro propendono tendenzialmente verso gli Emerson Lake & Palmer. Tuttavia le sonorità registrate in “L’Ultimo Viaggio” (1988) ben si incastonano nel primordiale Neo Prog. Poi gli alessandrini Arcansiel con un primo ep molto vicino ai Marillion intitolato “Four Daisies by Arcansiel” (1988). Ma come documentato nel mio libro enciclopedico, il contesto è molto ampio, altri esempi storici sono gli Asgard, Black Jester, Edith, Ezra Winston, Mad Puppet, Aufklarung, Notturno Concertante, mentre oggi ampio interesse hanno i The Watch, i Quanah Parker, Barock Project solo per fare tre nomi.
 
Come negli anni ’70, anche nei decenni successivi le scene nazionali si sono mosse con grande vitalità, dal Messico dei Cast al Giappone dei Gerard, fino alla Svizzera dei Deyss. Questo risveglio internazionale in un periodo difficile ha ancora oggi qualcosa di magico…

Il mondo è aperto a tutti i tipi di sonorità. La magia della musica non finirà mai di trasportarci fuori della nostra dimensione terrena. Un linguaggio che interviene dove le parole finiscono. La musica è parte integrante della nostra vita di cui non ne potremmo mai farne a meno. Il Neo Prog è un tassello di questo gigantesco complesso, una finestra  per cambiare l’aria stantia del music business. Leggere NEO PROG STORIA E DISCOGRAFIA ESSENZIALE (Arcana) spero renda giustizia ad un genere che non ha mai avuto vita semplice, ed è un peccato ignorare.
Grazie Donato e a tutti voi.





Donato Zoppo


Versione Inglese:


Massimo Salari and progressive from the 1980s to the presentArcana publishes 'Neo Prog. History and essential discography'

By Donato Zoppo



 
 
Genesis, King Crimson and Yes have exhilarated millions of fans worldwide, but mentioning Marillion, Pendragon, IQ and Echolyn, or our own Ezra Winston, Malibran and Notturno Concertante, will make the hearts of the most devoted progressive rock lovers pound. Unlike the pioneers of the 1970s, the protagonists of new prog began making music in the most difficult period, that of punk, defying the times, fashions and record companies, making a hard core of fans dream of a revival of the genre. this is what Massimo Salari, a well-known commentator on progressive affairs, has been concerned with in his third work for Arcana.
 
 
In Italian Progressive Rock 1980-2013 you chronicled the most recent epic of tricolor prog, in Italian Progressive Metal you looked at the metal variant of the genre, now you've opened your eyes to an important piece of prog history. Does it all start with punk broadsides in 1977?
 
Greetings to all readers.
Punk is not the only architect of the momentary stop of Progressive Rock, concomitantly New Wave and disco music are also employed. If we go to carefully analyze the phenomenon we realize that these are all genres devoted to a physical relationship with music. Notoriously, Prog is music for the mind, referred to by multiple experts as "the learned music," and it just so happens that the three genres in vogue in the late 1970s and early 1980s are precisely the opposite of Prog i.e., music for the body, for dancing or living (as precisely you say well, also Punk). Why is this? Simple to say, people after ten years of long suites, experimental Rock and committed music--they are just tired. Enough of this logorrheicity, you need just a few notes to get high and the desire to engage in dancing or whatever else that is not cerebrally demanding.
Music as physical fun.
Music as physical entertainment.
Fashions change, the individual is no longer the center of interest, where in the 60s/70s one had the prerogative to be exclusively oneself, here we move to homogenization. We all have to be necessarily the same, see for example the emergence of the phenomenon of the so-called "Paninarians" pushed by the media in fashion programs such as Drive In, young people with their own language and clothes all the same. Whoever is different from this trend is out, so end of Prog!
 
While for the champions of the golden era the references were broad -- from the Beatles to classical music -- the new prog protagonists have narrowed their influences, starting from the cult of romantic rock to Genesis, how do you explain that?
 
Good question.
I think writing in a blank slate is more comfortable than doing it in an already written one. Let me explain, the Beatles twisted the rules of Rock by helping it evolve. Songs such as "Eleanor Rigby," for example, make history. The electric guitar was until the 1960s the symbol of Rock and look what these four bad boys from Liverpool go and do to you, a vocal and string song! Orchestra and vocals in Rock? No guitars? Be that as it may! Instead, with this approach even the parents of the scatterbrained "longhairs" approach Rock.  The symphonization in Rock is definitely born, something deepened later in an appropriate way by groups such as Nice, Moody Blues, Procol Harum etc. And with the song "Norwegian Wood" again the Baronets thanks to an instrument like the sitar open psychedelia in Rock. Pink Floyd and Doors above all thank them. And then Garage Rock extends to Punk ten years before the Sex Pistols themselves in the song "Helter Skelter" from the White Album, in short the Beatles further give the "la" to new ways. From here I come back to the discourse of the individual at the center of interest, that is, everyone should not be equal to another, the prerogative of the period. Here, then, is a healthy competition to be the strangest, this competition is not only at the musical level, but involves all the arts, from literature to painting etc.
Even nations are competing in this mad contest of who has the most personality, see Europe (the mother of this evolution thanks precisely to the British in the first place) and America. So much has been said (slate already written), and in a period like the 1980s where the uncomplicated nature of music is sought, even in Prog, skimming is attempted, that is, to make the best of what history has taught us. Who are among the most influential groups in the genre in the 1970s? Genesis and Pink Floyd precisely on the basis of what the Beatles left behind, namely symphony and psychedelia. Lacking a touch of romance to make it all very catchy, Camel can take care of that. And so the marriage of Genesis, Pink Floyd and Camel lead to the result NEO PROG, music for the mind yes, but with an eye toward the body as well. Major majors such as EMI sensed in the early 1980s the potential of this new genre by investing in some groups about it (see Marillion).
 
To speak of new prog or neo prog is to refer to a phenomenon of close contact between groups and listeners, at a time when the independent and "carbonara" dimension--indie label, fanzine first and webzine later--was dominant. Talking about IQ, Twelfth Night and companions also often means entering the DIY world....
 
You have to take into account the times. Our You Tube were the tapes we exchanged by recording them even by stealth. There was no Internet, so fanzines were a tam tam for careful devotees and intimates. Lots of official music magazines at that time, but fanzines delved microscopically and underground into the phenomenon related to this or that band. Bands like the ones you mentioned had a hard time, I would say squared! To make Prog when Prog is dead but still hot is rather self-defeating, if you then add to that a Gabriel-like voice (that of Peter Nicholls of IQ), music like that of Genesis and face paint in live performance, then you have bingo. It's fine for the widowed nostalgic fan who rediscovers his beloved sounds and his toy, for the rest as I answered before....It's out! So it is hard to go against the current, but to do so with the experience gained from the history of Prog is decisive. Different is the case with Twelfth Night, well-rounded artists, categorized in Neo Prog only because they officially show up in that 1980s context. They unlike major bands such as Marillion, IQ, Pendragon and Pallas, do not approach with references to Genesis, Pink Floyd and Camel but to more obscure reference points such as Van Der Graaf Generator.  Likewise, each record is a story in itself, until reaching in their last period toward sounds contaminated by New Wave itself. Simply put, a cult band but not for all hardened Prog fans.
DIY world? I don't know, maybe in the early days more media success than actual proceeds, only the greatest have gained over time playing to this day.




 
Marillion was the best known new prog band, from which they later moved away, changing their skin and substance, becoming a mature and influential band. Can we say that they were the most significant in understanding this phenomenon?


Absolutely.
They are the epitome of Neo Prog, a reference point for Prog bands from the 1980s onward. If for Prog in 1969 the official start was given by the record "In The Court Of The Crimson King" by King Crimson, in 1982/83 Marillion's "Script For A Jester Tear's" was year zero. Gilmour-style guitar solos, Genesis-esque keyboards, and the great singer Fish theatrically reciting the logorrheic lyrics will set the school for all. The Jester (on the cover of my book) is a character shared by many of these bands, a character both cheerful and melancholy, the hiding behind a mask in life, an elevation to the nth degree of much of the work done live by Peter Gabriel (Genesis), a circle that closes with the past.


It is also important to talk about IQ, Pendragon, Twelfth Night and Pallas: what was the contribution to the cause made by these four British bands?
 
Fundamental all of them, some for one reason and some for another.
Similar but not the same, as journalists erroneously labeled them in those years. They spoke of "clones," of plagiarism, which was absolutely not true. It just so happens that even today in 2021 the bands in question are playing! Never was a prediction more wrong and pretentious. These bands have their own personality and an absolutely unique way of playing, recognizable from the first notes, only a distracted or biased ear towards Neo Prog does not notice or does not want to know. Pendragon for example are very close to Pink Floyd for the guitars of Nick Barrett and close to Genesis for the keyboards of the indefatigable Clive Nolan (Arena, Shadwoland, Strangers On A Train, Wakeman, etc. etc.). Between them hovers albeit in a very veiled way also a Hard Rock percentage, for a really catchy and gritty result, but which can be very melodic in the quieter phases. The ballads are resounding and in any case it is always Prog, so even long songs full of changes of rhythm and mood. This rule is common to the bands you mentioned.
 
As in the 1970s, in the following decades the national scenes moved with great vitality, from the Mexico of the Cast to the Japan of the Gerards to the Switzerland of the Deyss. This international awakening in a difficult period still has something magical about it today...
 
The world is open to all kinds of sounds. The magic of music will never cease to transport us out of our earthly dimension. A language that intervenes where words end. Music is an integral part of our lives that we could never do without. Neo Prog is a piece of this gigantic whole, a window to change the stale air of the music business. Reading NEO PROG HISTORY AND ESSENTIAL DISCOGRAPHY (Arcana) I hope does justice to a genre that has never had an easy life, and it is a shame to ignore.
Thank you Donato and all of you.




Massimo Max Salari


 

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