The Waking Sleeper Band
THE
WAKING SLEEPER BAND – Planetarium
Autoproduzione
Distribuzione:
Black Widow Records
Genere:
Neo Prog / Prog Metal
Supporto: CD - 2023
Quante
volte di notte abbiamo alzato lo sguardo al cielo per meravigliarci di quanto
siamo piccoli. Questo accade sin dai tempi dei tempi, ma quando l’uomo ha
cominciato a fare un’attenta osservazione dei movimenti stellari per regolarsi
sia con il tempo sia per le fasi di semina agra alimentare, il significato
cambia radicalmente. L’osservazione della volta celeste è un infinito studio
ancora oggi, la differenza è che ai giorni nostri siamo in possesso di una
differente tecnologia che ci permette tramite satelliti e telescopi
incredibilmente efficaci, di effettuare ricerche scrupolose rispetto al passato.
Ma quello che hanno fatto maestri come Pitagora, Aristotele, Archimede e
Tolomeo per giungere sino all’età moderna con Copernico, Galileo, Keplero,
Newton, Einstein e Hawking, è assolutamente importante oltre che fondamentale.
Oggi scopriamo nuove galassie, ma in realtà quello che vediamo potrebbe non
essere più, questo perché l’immagine nello spazio viaggia a una velocità ben
stabilita e magari compie anche un viaggio di milioni di anni luce e quindi chissà
se quel pianeta che ci manda la sua visione oggi in realtà esiste più? In parole
povere l’infinito fa parte di noi e della nostra curiosità, ben sanno i The
Waking Sleeper Band che con il terzo album da studio intitolato “Planetarium”
si addentrano proprio in queste visioni cosmiche attraverso la storia e la vita
dei già citati maestri del campo.
La
band si forma nel 2012 a Genova ed esordisce lo stesso anno con “The Waking
Sleeper”. Nel 2016 è la volta dell’album dedicato a Oscar Wilde, “Form &
Appearance”, del quale partono subito spettacoli di presentazione, al Palazzo
Imperiale il 15 Aprile, il live al Balera il 20 Maggio, il concerto al Teatro
Carignano il 19 Giugno, il live unplugged al Garden dell’Hotel Europa a Rapallo
il 16 Luglio ed infine il 9 di dicembre la Waking Sleeper Band in concerto al
Teatro Von Pauer.
“Planetarium”
è un concept suddiviso in dieci canzoni suonate da Maurizio Antognoli
(pianoforte e voce), Marco Fuliano (batteria), Simone Carbone (basso), Andrea
Kala (chitarra) e Roberto Ferrari (synth, tastiere).
La
musica proposta viaggia attraverso anni di Progressive Rock ma pone un’attenzione
particolare agli anni ’80. Maggiore è l’approccio verso le melodie di facile
assimilazione piuttosto che su scale tecniche ricercate e impegnative. Ed è la
title track “Planetarium” a spedirci immediatamente nel cosmo trattando la
visione di Archimede, non a caso creatore del primo rudimentale planetario di
cui si abbia traccia documentata. Il Planetarium rappresenta dunque lo strumento
che permette di creare un collegamento tra noi e l’infinito.
Inizia
la musica, un Rock al limite dell’AOR si supporta di buone vocalità anche
femminili nei cori oltre che di efficaci arrangiamenti e un buon assolo di
chitarra, seppur breve. Il viaggio è partito e passa attraverso il secondo
brano (anche secondo singolo dell’album) intitolato “Astral Mathematics”.
Dedicato alla visione cosmologica di Pitagora, il movimento è Hard Prog con un
ritornello accattivante, mentre la voce mi ricorda istanti sonori realizzati
dalla band Threshold. Immaginate ora di ascoltare gli americani Echolyn cimentarsi
in un brano Metal Prog, questo si può fantasticare durante l’ascolto di “The
Earth Is The Center”, la band ha davvero un grande bagaglio culturale oltre che
tecnico, mentre le scoperte durante gli ascolti non finiscono qui. Ed ecco il
Neo Prog affacciarsi all’inizio di “Perception”, qui le tastiere e precisamente
il piano, ricopre un ruolo importante, anche se le chitarre distorte non
mancano nuovamente. Il brano strumentale è impreziosito da un lavoro
chitarristico di notevole fattura, vetrina per le doti tecniche di Andrea Kala.
Fra le mie preferite c’è “All Around The Sun” probabilmente perché più legata a
certi stilemi che mi ricordano ad esempio gli Yes, anche se confesso che è
veramente arduo cercare un brano migliore di un altro, a conferma di una solida
uniformità sonora. Il cosmo appare alla vista anche attraverso “Star Watcher”,
canzone che fonde perfettamente il genere Prog Rock attraverso il passato ed il
presente. I suoni di “Harmonices Mundi” non si discostano poi molto da quanto
detto del precedente, anche se qui sono maggiormente palesi le coralità alla
Yes. “Falling Eternally” è una splendida ballata, tutta da ascoltare ad occhi
chiusi. Un altro singolo tratto dall’album s’intitola “Relative” e mostra una
band vigorosa decisamente intenta a giocare con le arie sia melodiche che
rozze. La spaziale “Planetarium Reprise” è toccante e sunto di quanto ascoltato,
essa ci fa abbassare il capo dal cielo, la perlustrazione giunge quindi al
termine.
Tengo
a sottolineare la bellezza della voce di Maurizio Antognoli, questo perché in
Italia siamo molto spesso carenti sotto quest’aspetto. Un album che si lascia
godere nell’interezza e anche dalla spiccata personalità. Complimenti The
Waking Sleeper, un passo decisamente in avanti rispetto ai lavori precedenti.
MS
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