Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

domenica 17 marzo 2013

Stephen Dedalus

STEPHEN DEDALUS - Say It Right!
300 Three Hundred
Genere: Rock & Blues
Supporto: cd - 2011




Stradaiolo e crudo il Rock del trio Stephen Dedalus, quello che non ha bisogno di effetti speciali per colpire in faccia l'ascoltatore. Il groove è tutto quello che serve e la band marchigiana si immerge in esso. Nel suono (nell'insieme ben equilibrato) si denota una sufficiente intesa fra i componenti. La band è un trio ed è composto dai fratelli Barchiesi, Andrea (basso) e Nicola (batteria) e da Nicola Paccagnani (voce e chitarra).
Sporco blues fra i solchi ottici, d'impatto la maggior parte dei brani, come ad esempio "Goin'Out West" e tuttavia di tanto in tanto si possono estrapolare influenze Wolfmother. Ma i nostrani Stephen Dedalus hanno una caratteristica differente dagli australiani, ossia l'inconsapevole mediterraneità che generalmente contraddistingue innatamente le band italiane. Nel nostro bagaglio culturale risiede comunque un certo modo di comporre e di concepire la linea melodica e che non sfigura nell'insieme ruvido e diretto del Rock sudista e stradaiolo.
Divertono e si divertono nelle dodici tracce che compongono il disco, pur essendo una band giovane, formata nel 2009 con alle spalle il demo "Amateur Homemade" seguito dall'album "Smoke" del 2010.
Frangenti Folk si intravedono fra le composizioni, tanto per aggiungere un ingrediente in più nel sound, che resta relegato nello spettacolare e ruvido teatro del Rock.
Le sensazioni adrenalitiche sono stimolate spesso e una disturbatrice in campo è "Right Here", con la polvere di strada annessa. Vecchio Blues striminzito al limite del primitivo Robert Leroy Johnson in "Doctor's Pills Psycho - Paranoid Blues", solo ovviamente più moderno ed elettrico di quello del maestro degli anni '30.
Da sottolineare la vigorosa, convinta ed appropriata interpretazione vocale di Nicola Paccagnani. Atmosfere più grevi ma sempre cariche di groove in "War Maker", uno dei movimenti più interessanti dell'intero lavoro.
Il Rock quando si infrange nel Blues in sintesi è questo ed i Stephen Dedalus lo hanno capito ed assimilato a dovere. Ascoltate la strumentale "Billy B." e godete di questa disarmante verità. Non si osa in "Say It Right", piuttosto si vive la musica fra amicizie e storie di ordinaria quotidianità, il tutto con spirito ed ironia. 
Ma cosa volete che aggiunga, il Rock o lo si ha dentro o non lo si ha! E' uno stile di vita e chi lo scimmiotta è semplicemente patetico. 
Complimenti a questi giovani che nel loro DNA comunque portano il seme primordiale del genere che, piaccia o meno, non avrà mai fine ma solo evoluzioni. 
Consigliato ai Rockers di tutto il mondo, ma.... alzate il volume, altrimenti godrete solo a metà! (MS)

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