LIFE LINE PROJECT - Distorted Memories
Life Line Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Prog
Support: CD - 2010
Life Line Project è un fiume in piena, per meglio dire Erik De Beer, il suo fondatore, sta godendo di un periodo di fulgida fertilità. L’olandese prosegue il cammino intrapreso con “The Finnishing Touch” e “Modinha”. La proposta musicale è pressoché la stessa di sempre, un Prog tastieristico a tratti profondo ed intimistico e a volte gioviale e colorato. Questa volta però c’è qualcosa in più, le composizioni sono più articolate e curate. Gli strumentisti che accompagnano Eric sono numerosi, praticamente una piccola orchestra, con Elsa De Beer (flauto), Dineke Visser (oboe), Josine Fraaij (violini), Jason Eekhout (chitarre), Jody Van Der Gijze (chitarra), Iris Sagan (basso) e Luda De Murlanas (batteria).
I brani cantati sono solamente tre e sono affidati alla dolce voce di Maruschka Kartasanta. Ancora una volta la carta vincente di Erik sono le melodie, espresse con il moog e con tutto ciò che piace ad un fans nostalgico del Prog che fu. La delicatezza di questo artista si legge fra le note di ogni brano, dove mette a nudo la propria personalità, lasciando trasparire anche la sensibilità dell’anima. In un mondo musicale dove tutti gridano, a volte è bello potersi imbattere in progetti più pacati, dove tutto fluttua in un contesto colorato, perfettamente composto da tonalità pastello. Molto espressiva anche la copertina del cd preparata da Jason Eekhout, così il completo libretto, il quale racchiude tutti i dettagli del caso.
“Distorted Memories” è anche il titolo del primo brano che segue dopo un breve intro dal titolo “Ignition”. Scanzonato, giocoso, quasi irriverente, si basa su fughe tastieristiche, su un violino elettrico che dona un senso barocco all’ascolto, l’oboe ed il flauto per un risultato dal sapore antico. “Life Line Suite 2010” presenta la band come è oggi, una musica ispirata da cambi umorali e comunque sia nel complesso molto semplice. Ariosa e delicata, in dieci minuti racconta della storia del Prog e molto si avvicina a quella di band come Rousseau, Tibet o Neuschwanstein. Sensazioni antiche dunque, ma sempre attuali, come in “Frozen Hearth” che però è stata concepita nel 1981. Qui voce e flauto aprono davanti agli occhi di chi ascolta paesaggi bucolici, grazie alla vena Folk che la sorregge. Jason Eekhout compone anche il brano “Caelum Aurum”, chitarra acustica in cattedra per sensazioni che palesano la cultura di un popolo nordico sempre aperta ad ogni tipo di soluzione. Ci sono perfino brani estrapolati nel tempo, come “Acustic Spring” del 1984 e la bella suite finale “The Final Word” composta nel 1993. Il disco si chiude con una bonus track, “The Dancing Dutchess”, un pezzo folcloristico tedesco riarrangiato, dal titolo originale “Hop Maryanneke”.
Erik De Beer è un artista che respira la musica e la filtra in melodie gradevoli. “Distorted Memories” è un buon mediatico per passare un ora di serenità. Altro centro. MS
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