Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

domenica 2 gennaio 2011

Dream Theater

DREAM THEATER - Octavarium
Elektra

Genere: Prog Metal
Support: CD - 2005



L’ottava fatica dell’icona Metal Progressive non poteva che intitolarsi “Octavium”.
Un sospiro di sollievo alla fine dell’ascolto, questa volta i nostri paladini l’hanno portata a casa. Più lontane le scialbe ed inutili influenze dei Metallica, il disco risulta più articolato e Dream Theater style al 100%.
Portnoy e soci sembrano fare un passo indietro, ricercando sonorità più melodiche e di stampo Metal Prog nel puro senso del termine, avvicinandosi di molto a quel capolavoro dal titolo “Scenes From A Memory”. In qualche modo sembrano chiedere quasi scusa, ritornando nei ranghi, pur non negando nulla del recente passato, ecco allora brani energici come “The Root Of All Evil” a testimoniare il sunto della loro esperienza annosa. La voce di La Brie è sempre ottima ed in definitiva ritorna ad emozionare come ai vecchi tempi (1992).
Un viaggio sonoro davvero forte, le tinte strumentali pitturano scenari più solari, come in “The Answer Lies Within” ed i deja vu si susseguono copiosi. L’esperienza di Portnoy con i Transatlantic e con Neal Morse (ex Spock’s Beard) sembra averlo segnato fortemente, spazio dunque ai Pink Floyd, agli Yes ed appunto ai Spock’s Beard. “These Wall” è più Dream Theater dei Dream Theater stessi, mentre “I Walk Beside You” mette alla luce tutta la maturità compositiva del gruppo, con ruffiani refrain ed un ritornello da classifica, quasi alla U2. Si corre invece con “Panic Attack” e le chitarre di Petrucci fanno la voce grossa. “Never Enough” strizza l’occhio ai Muse e nel complesso è un buon pezzo da ascoltare con il piede sempre in movimento. “Sacrificed Sons” ed i suoi dieci minuti riesce a strappare consensi, ma il meglio arriva nella conclusiva “Octavium”, una suite davvero matura, da urlo, dove i Pink Floyd salgono in cattedra ed i nostri raggiungono picchi mai toccati nella loro carriera.
Che disco….e bravi i maestri, questa volta avete fatto centro e mi sembra di capire che la vostra arte è libera di viaggiare di fiore in fiore, fate bene, non date retta a nessuno ed andate per la vostra strada, tanto c’è sempre qualcuno da incontrare che ama la buona musica. MS


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