Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

lunedì 3 gennaio 2011

Fartherpaint

FARTHERPAINT - Lose Control
Lion Music

Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Prog Metal
Support: CD - 2008




I marchigiani Fartherpaint sono al debutto ufficiale per una importante label , la Lion Music la quale non se li sono lasciati sfuggire. Si formano nel 1995 e sono autori di quattro demo, faticando fra defezioni interne fino a giungere oggi all’attuale line-up. Il quintetto ha le idee chiare, Metal Prog non canonico, contaminato da differenti stili e sonorità, con la voce di Monia Rossi come ciliegina sulla torta. Voce femminile per il Metal Prog , avete letto bene, il mondo dei Farther Paint è vasto, variegato e da come si può ascoltare dalle otto tracce, nulla è dato al caso. Influenze ce ne sono ovviamente, ma non voglio fare nomi per non relegare “Lose Control” in quel calderone che è il Metal Prog attuale, ossia un mondo attualmente molto debitore al Dream Theater style. Ma andiamo con ordine, tanto per cominciare “Lose Control” è un concept album. I testi scritti da Monia parlano prevalentemente di sentimenti e sensazioni, un grido contro tutta quella gente che cerca di ignorare l’individuo. Le tastiere dell’ottimo Gabriele Manocchi ricoprono un compito importante e di assoluta classe. Atmosfere sognanti, malinconiche egregiamente supportate dalle chitarre di Francesco Federici. Attenzione, voglio sottolineare le capacità tecniche di questi artisti, perché mettono cuore e tecnica allo stesso piano. Chissà oggi cosa andiamo a cercare nel Prog straniero, quando in casa abbiamo assi di questo calibro. Il lavoro ritmico supportato da Thomas Bianchi al basso e da Luca Prima alla batteria è un perfetto motore pulsante. Dischi del genere ne ho ascoltati davvero molti, ma se devo essere sincero i Farther Paint mi hanno colpito per l’intelligenza tattica. Un disco fluido che scorre via come una unica suite di 42 minuti, senza un minimo calo di tensione. Loro sanno quando è il momento di staccare, variare, aggredire o accarezzare, il tutto sempre al momento giusto, per questo si fa davvero fatica a recepire “Lose Control” come un debutto discografico.
L’esperienza della band e l’affiatamento fra gli elementi scaturisce un suono ponderato e tutto questo lo si recepisce subito, sin dal primo ascolto.
“Hold Me” è un brano commerciale e di classe, perfetta fotografia dello stile Fartherpaint. In esso si susseguono elettronica,sperimentazione vocale e sprazzi di Prog Metal , quello sorretto da tastiere in fuga e chitarre frizzanti.
Ottimo il lavoro ritmic. Il finale del pezzo abbraccia una dolce melodia sostenuta principalmente dalla chitarra. “No One Is Around Me” sciolina oscure atmosfere nostalgiche, con tastiere stile Clive Nolan, un approccio apparentemente innocuo che si sviluppa in un attacco sonoro devastante. Torna la quiete sul piano di “Chains”, anticamera per “Illusion In My Hands”, classico brano Prog Metal vetrina di stile ed eleganza. Chi ama le fughe strumentali, sicuramente resterà appagato. Ciò che hanno dimostrato i Fartherpaint è il saper gestire le idee, giocando sia sui cambi di tempo che sulle emozioni. “Anger” è un pezzo strumentale con influenze neoclassiche, una specie di passerella per gli artisti in esame, dove ognuno mette in evidenza le proprie caratteristiche, qui siamo vicini al mondo dei Liquid Tension Experiment. Mi ero prefissato di non fare nomi, ma questo è stato più forte di me. Seguono i quasi sette minuti di “Inside The Cage”, si aprono con una rasoiata di riff, per poi smatassarsi nell’oramai classico Fartherpaint style. Il ragno dell’artwork ben rappresenta assieme alla sua tela lo stile della band, l’incauto ascoltatore viene invischiato e avvolto dal sound ora classico, ora moderno. Chiude “My Noise”, un pezzo al limite del commerciale dal ritornello godibilissimo.
Per tutto ciò che ho detto si potrebbe intuire che “Lose Control” sia un capolavoro del genere, forse no, ma la band, pure se all’esordio, mi ha davvero colpito. Coraggiosi , lo avete capito, proprio per questo mi sento di dargli un voto in più. Pecche? Forse il suono della batteria, che non definirei molto “caldo”. Poco importa, lasciatemi gettare la penna, perché il cd è finito e devo ripremere “Play”. MS


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