Giallo! One Suite For The Murderer
Musea - Colossus
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: ProgSupport: CD - 2008
E’ con vero piacere che incontro un altro lavoro prodotto dalla rivista finlandese Colossus Magazine! Dopo il mastodontico triplo dal titolo “Kalevala” con tantissimi validi artisti anche italiani, è la volta di “Giallo! One Suite For The Murderer”. L’argomento, come avrete facilmente intuito, riguarda la cinematografia. Si va a scavare nei meandri degli anni ’70, nel cinema di culto, quell’Horror alla “Profondo Rosso” che tanto andava di moda in quegli anni. All’ascolto dei brani sembra quasi che gli artisti selezionati abbiano riguardato questi classici e che li abbiano risuonati da nuovo. Nessun copiaticcio dunque, tutta farina del loro sacco, ma andiamo a vedere chi sono questi musicisti scelti dal bravo Marco Bernard.
Innanzi tutto a sorpresa, notiamo che sono tutti italiani, apre il disco Alfio Costa, con la breve “Frammento Rosso”, un introduzione tastieristica che spalanca le porte alla suite dei Dark Session dal titolo “Vision Of Helga”. Ventisei minuti di Prog classico con matrici Crimsoniane ma anche con uno sguardo verso le sonorità nordiche degli Anglagard. In realtà Dark Session è una one man band e l’artista che la sostiene è il fratello di Alfio Costa, Flavio. Oltre che dal fratello, Flavio si avvale anche dell’aiuto di Hamadi Trabelsi, tastierista ed ex cantante dei Red Rose. Una suite dunque che procede bene, fra cambi di tempo e d’umore, pur restando sempre nelle frequenze dell’oscurità Crimsoniana. Questa è quasi totalmente strumentale e farà la gioia di chi ama i suoni dei tempi che furono.
Traccia tre, altra suite di ventuno minuti, questa volta a proporcela sono i Leviathan. Anche qui sono felice di ritrovare questa band che dal 1988 ha saputo onorare il Prog italiano. Ci allontaniamo dall’oscurità dei Dark Session e ci avviciniamo al Prog più canonico. Le tastiere sono in evidenza, un mix fra New Prog e Banco Del Mutuo Soccorso. Una prova trascinante per certi versi, ma leggermente fuori argomento. Comunque un gran bel brano che sicuramente girerà numerose volte sul mio lettore ottico. In crescendo il finale. La suite successiva, questa volta di venticinque minuti, ce la suona una band che mi aveva già colpito con “Thirteen Tolls At Noon” nel 2003, ossia i Floating State. I baresi si cimentano in una prova più che onorevole, rimarcando i territori a loro cari, ossia quelli di un Prog delicato, alla Camel e alla Genesis. Quindi ci allontaniamo ancora di più dalle atmosfere di un film Horror, ma in realtà questo passa in secondo piano quando la musica è bella. Mediterranei nelle sonorità e ottimi scrittori di melodie dal sapore antico, i Floating State eseguono il loro brano con sufficiente personalità. Simpatico il richiamo della nenia del film “Profondo Rosso”. Chiude il disco Alfio Costa, questa volta con l’outro “Mirrors”.
Ancora una volta dobbiamo ringraziare la Colossus e la casa discografica francese Musea per questo piccolo gioiello del Prog. Mi ritornano in mente anche altri lavori correlati e di buona fattura come “The 7 Samurai” e “The Spaghetti Epic”, colgo l’occasione per riproporveli. MS
Devo ammettere che tra i vari progetti Colussus che ho ascoltato,questo è quello che mi ha coinvolto di meno.E' un pò come se la lunghezza dei brani avesse un pò diluito l'ispirazione.Sempre di buona musica si tratta ma non mi convince.Giudizio personalissimo.Ciao Salvatore
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